Giustizia nella bufera

Il Consiglio di Stato decapita i vertici della Cassazione

Accolto il ricorso del giudice Angelo Spirito contro la nomina del presidente Pietro Curzio e del presidente aggiunto Margherita Cassano

Il Consiglio di Stato decapita i vertici della Cassazione
ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Roma, la sede della Corte di Cassazione

Il Consiglio di Stato, con due distinte sentenze pubblicate oggi, ha decapitato i vertici della Corte di Cassazione. Accogliendo infatti il ricorso del giudice Angelo Spirito, ha dichiarato illegittime le nomine, fatte nel 2020 dal Csm, del presidente della Suprema Corte Pietro Curzio e del presidente aggiunto Margherita Cassano.

Il Consiglio di Stato ha ribaltato una precedente sentenza del Tar del Lazio che, invece, aveva confermato le nomine e respinto il ricorso.

Per quanto riguarda le obiezioni alle nomine di Curzio e Cassano avanzate nei due ricorsi, si critica la "sopravvalutazione delle esperienze professionali di Curzio" e la "prevalenza" dei 'meriti' riconosciuti alla Cassano. In particolare, nel ricorso contro la nomina della Cassano a presidente aggiunto della Suprema Corte, è stato contestato il 'peso' riferito "alla sua esperienza di componente del Csm", a fronte della "netta esperienza quantitativo-temporale" dell'impegno svolto da Spirito che ha il 'grado' di presidente di sezione da 20 anni, a fronte dei 13 della Cassano e che è stato componente delle Sezioni Unite per 8 anni contro i 5 della sua 'antagonista'.

Insomma si sarebbe dato troppo valore anche al fatto che Cassano è stata Presidente della Corte di Appello di Firenze senza considerare che Spirito aveva una ben più lunga e specifica esperienza di alto magistrato 'dirigente' in Cassazione.