Il Vaticano al lavoro per una visita del Papa a Beirut

Il Libano sempre più in crisi: governo spaccato e prezzi alle stelle, la lira sprofonda

Il premier Miqati tenta di riunire l'esecutivo, che non si incontra dallo scorso ottobre. Prosegue intanto il crollo della lira, mentre si impennano i prezzi di pane e benzina. Divieto di espatrio per il presidente della Banca centrale

Il Libano sempre più in crisi: governo spaccato e prezzi alle stelle, la lira sprofonda
(Ansa)
La Grande Moschea Blu in piazza dei martiri, a Beirut

Il premier libanese Najib Miqati torna ad assicurare di essere al lavoro per la ripresa delle riunioni del suo governo di fronte ad una paralisi politico-istituzionale che va avanti da tre mesi. Le riunioni sono bloccate dalla crisi che ruota intorno all'inchiesta sulla devastante esplosione del 4 agosto di due anni fa nel porto di Beirut. “È nostro dovere porre fine al blocco e riprendere le riunioni del Consiglio dei ministri per realizzare quello che ci viene chiesto”, ha detto il premier come riporta il giornale L'Orient Le Jour. Stamani dal Gran Serraglio, sede del governo, Najib Miqati ha garantito di “lavorare per un rapido ritorno alle riunioni del governo in modo che la situazione nel Paese torni all'ordine". Il suo esecutivo è nato il 10 settembre scorso e non si riunisce dal 12 ottobre 2021.

Prosegue il crollo della lira, salgono i prezzi di pane e benzina

Continua, intanto, il crollo del valore della lira libanese rispetto al dollaro statunitense: sul mercato di cambio, ieri un dollaro era scambiato a 33mila lire, record negativo sorprendente se si considera che a fine 2019 veniva scambiato al tasso fisso di 1.500 lire. La moneta in circolazione a Beirut ha perso più del 95% del suo valore in due anni. Il Libano è di fatto in default economico dal marzo 2020. Il sistema bancario nazionale può considerarsi completamente fallito e da allora è stato di fatto imposto il controllo dei capitali in valuta pesante a piccoli e medi risparmiatori. Il tasso di inflazione così come quello di disoccupazione continua a salire in un contesto di crescente tensione sociale e politica.

Tensione alimentata dall’impennata dei prezzi dei beni di prima necessità, in primis il pane; anche la benzina e i carburanti raggiungono costi insostenibili. Un dramma sociale che torna a sfociare nel rischio di scontri in tutto il Paese, come già accaduto nel 2019, quando le proteste antigovernative bloccarono Beirut e altre città per mesi. I media locali hanno riferito di episodi di tensione in varie regioni. Il sindacato dei panettieri aveva comunicato che, in assenza di rifornimenti di materie prime dall'estero acquistate in valuta pesante, entro due settimane i forni smetteranno di produrre pane. Stesso avvertimento dal sindacato dei benzinai, che aveva paventato nuovi possibili blocchi alla distribuzione di carburante nei prossimi giorni in vista di un razionamento dei combustibili.

E oggi arriva la notizia del divieto di espatrio per il governatore della Banca centrale del Libano, Riad Salameh. Per la misura cautelare si è mossa la giudice Ghada Aoun, dopo un esposto del gruppo “Il popolo vuole la riforma del sistema”. Appropriazione indebita e sperpero di denaro pubblico, arricchimento illegale e riciclaggio di denaro sono le accuse mosse. Secondo il sito Naharnet, la giudice ha ordinato alla Sicurezza generale di imporre un divieto di espatrio per Salameh, che - al timone della Banca centrale dal 1993 - deve fare i conti con indagini anche in Francia, Svizzera e altri Paesi europei.

Il Vaticano al lavoro per un viaggio del Papa a Beirut

Papa Francesco nell'udienza di questa mattina in Aula Paolo VI (GettyImages)
Papa Francesco nell'udienza di questa mattina in Aula Paolo VI

E mentre Papa Francesco, dopo la consueta udienza del mercoledì mattina, ha ricevuto il patriarca di Antiochia dei Siri Ignace Youssif III Younan, l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, è atteso tra qualche settimana in Libano per una visita che, secondo alcune fonti, preparerà un viaggio apostolico del Papa (nell’ambito di una visita ad hoc o all’interno di un itinerario che toccherà altre tappe). L'occasione ufficiale del viaggio di Gallagher è un convegno sul tema "Giovanni Paolo II e il Libano", previsto per il 2 e 3 febbraio prossimi. Gallagher terrà la relazione introduttiva, ma la sua presenza viene vista anche come l'occasione per discutere con le alte autorità libanesi della possibilità di tenere nei prossimi mesi la visita pastorale più volte auspicata a voce da Francesco. Sulle date in cui questo viaggio potrebbe compiersi c’è ancora molta incertezza ma potrebbero essere collocate tra le due elezioni previste quest'anno in Libano: quelle politiche di maggio e quelle presidenziali di ottobre. Affinché la visita abbia luogo, tuttavia, servono condizioni di stabilità politica e sicurezza, proprio quelle che ora mancano nel “Paese dei Cedri”.