Tra i primi afroamericani ad imporsi nel mondo della moda

Lutto nel mondo della moda. È morto Andre' Leon Talley, leggendario direttore “Vogue”

Si distingueva per i caftani stravaganti e i preziosi che indossava. Una vita sorprendente per un ragazzo cresciuto dalla nonna nel North Carolina durante la segregazione razziale.

Lutto nel mondo della moda. È morto Andre' Leon Talley, leggendario direttore “Vogue”
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André Leon Talley, giornalista di moda statunitense

“Lo stile trascende razza, classe e tempo". Una frase che Andre' Leon Talley ripeteva spesso e che dà la misura di quella che era sua visione della moda. Il leggendario ex direttore artistico dell'edizione americana di Vogue è morto a 73 anni a New York. Una vita luccicante quella di Tally, iniziata come stagista della celebre giornalista di moda Diana Vreeland al Costume Institute di New York, poi venne assunto alla rivista Interview di Andy Warhol per 50 dollari a settimana e finì a lavorare per la rivista di moda Women’s Wear Daily, diventandone il responsabile della redazione parigina dal 1975 al 1980. Collaborò anche con il New York Times e altre riviste, finché arrivò a Vogue nel 1983, dove lavorò fino al 1987 come direttore delle notizie di moda e poi come direttore creativo dal 1988 al 1995. Assiduo frequentatore delle settimane della moda di New York, Parigi, Londra e Milano, usò la sua influenza per lanciare giovani stilisti e modelle afro-americani.

Andre' Leon Talley hanno scritto molti giornalisti, rappresentava un mondo della moda splendido e dorato, che non c’è più. Un mondo forgiato dall’amicizia semplice con  Warhol, Diana Vreeland  e lo stilista Yves Saint Laurent e  della direttrice di Vogue America, Anna Wintour accanto alla quale si sedeva durante le sfilate. Un modo scintillante dove Karl Lagerfeld, l’eccentrico direttore creativo di Chanel e Fendi, ospitava Andre' Leon Talley nelle sue case di vacanza e gli regalò abiti, una spilla di Fabergè e un baule di Louis Vuitton.

Di lui lo stilista americano Tom Ford disse “Appartiene a un altro tempo. Un tempo in cui i giornalisti erano in grado di creare un sogno, in cui la moda era un’economia molto più elegante, in cui lo stile contava davvero». Non bastava – sottolineava Tom Ford- saper scrivere buoni articoli ma bisognava incarnare un’idea, anche nell’aspetto: per Anna Wintour è l’eterno caschetto, per Vreeland il rossetto rosso, per Talley i caftani stravaganti e preziosi.