Progetti di energia rinnovabile

Ambiente: a Napoli la prima comunità energetica solidale. Segnalata anche dal New York Times

Nel quotidiano americano la 'comunità di energia equa' realizzata nel quartiere di San Giovanni a Teduccio tra le attività per contrastare il cambiamento climatico

Ambiente: a Napoli la prima comunità energetica solidale. Segnalata anche dal New York Times
Legambiente
La fondazione Famiglia di Maria

Dalla cronaca di quotidiana violenza ed emarginazione alle pagine del prestigioso New York Times per raccontare una realtà unica in Italia: la prima ‘comunità di energia equa per fornire energia pulita’.

La parabola ascendente riguarda uno dei quartieri più ‘difficili’ di Napoli, San Giovanni a Teduccio, simbolo di povertà e vita ai margini oggi, grazie al progetto pilota energetico e solidale realizzato da Legambiente e Fondazione con il Sud, inserito dal New York Times tra le ragioni per cui visitare il capoluogo campano. 

In tempi in cui l’emergenza climatica si dibatte a livello di politica globale, colpisce profondamente che un progetto innovativo veda la luce in una realtà complicata come quella che si vive nel quartiere alla periferia est di Napoli, fatta di illegalità, privazione culturale, sociale ed economica. Eppure è proprio da qui che è partito il riscatto collettivo dei napoletani che abitano il quartiere e non solo, dai tetti dell’edificio che ospita la Fondazione Famiglia di Maria, un’agenzia di promozione educativa che organizza sul territorio attività, corsi e formazione per minori e famiglie in difficoltà. È su quei tetti che sono stati montati i 166 pannelli solari per realizzare la prima comunità di energia equa in Italia per fornire elettricità pulita e gratuita alle famiglie.

L’anima della Fondazione è la presidente Anna Riccardi che ci ha raccontato il percorso a ostacoli per arrivare a raggiungere un traguardo così importante.

Come mai la scelta di San Giovanni a Teduccio e della Fondazione Famiglia di Maria per costruire la prima comunità energetica solidale?

Noi siamo un ente laico molto attivo su un territorio difficile come quello della periferia est di Napoli. Ci occupiamo soprattutto di progetti educativi rivolti a minori con disagio e alle loro famiglie. Offriamo loro attività, percorsi culturali, li coinvolgiamo in progetti. Questa era un’occasione unica per sensibilizzare i piccoli e le loro famiglie e creare qualcosa di unico. Quando mi hanno proposto di montare i pannelli ho colto l’occasione al balzo. Si tratta di una sperimentazione di Fondazione con il Sud e Legambiente. Oggi siamo l’orgoglio del mondo.

Quali sono stati gli ostacoli più difficili da superare?

Intanto va detto che è stato un lavoro duro, lungo, faticoso. Sicuramente gli ostacoli più difficili sono stati quelli burocratici. I pannelli sono stati installati a febbraio 2021, in piena seconda ondata Covid. Il progetto avrebbe dovuto partire di lì a poco, invece sono subentrati ritardi dovuti a vincoli paesaggistici e altre criticità. Alla fine il progetto è decollato definitivamente solo il 17 dicembre scorso, quando sono stati messi in funzione per la prima volta i pannelli.

Quante famiglie sono servite dall’energia prodotta?

La nostra è la prima comunità energetica e solidale in Italia, dove l’ambiente sposa il sociale. L’energia rinnovabile prodotta serve 40 famiglie. L’energia in più viene immessa in rete e venduta al gestore. I ricavi vengono distribuiti alle famiglie che, in questo modo, hanno un risparmio sulla bolletta tra i 150 e i 200 euro.

Cosa rappresenta per gli abitanti di San Giovanni a Teduccio questo progetto?

Tutto il quartiere è stato coinvolto nella realizzazione della comunità energetica, adulti e bambini che hanno svolto un ruolo di divulgazione e informazione sull’energia solare convincendo i grandi ad accogliere il progetto. Oggi sono tutti orgogliosi di quanto abbiamo fatto, siamo diventati un esempio per gli altri. Il nostro è un riscatto collettivo.


Pannelli fotovoltaici istallati sul tetto della fondazione Famiglia di Maria Legambiente
Pannelli fotovoltaici istallati sul tetto della fondazione Famiglia di Maria

Ovviamente dietro un progetto riuscito c’è il lavoro che, da tempo, Legambiente fa sul territorio attraverso iniziative e soprattutto tanta informazione, a partire dalle scuole. Inoltre c’è l’opportunità data dal recepimento della direttiva europea Red II, colta al volo, anzi addirittura anticipata, come ci spiega meglio Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania.

Cosa prevede questa direttiva e in che senso avete giocato di anticipo?

Il 15 dicembre 2021 è entrato in vigore il Decreto Legislativo che recepisce in modo definitivo la direttiva europea RED II (entro il 2030, a livello europeo, le fonti rinnovabili dovranno incidere per almeno il 32% sul consumo finale lordo di energia), ma mancano ancora i decreti attuativi. Già il decreto Milleproroghe aveva, però, introdotto la definizione di CER, Comunità Energetiche e reso possibili le sperimentazioni. Noi abbiamo approfittato di questa possibilità normativa preliminare rispetto all’approvazione della direttiva per avviare il progetto a San Giovanni a Teduccio.

Perché è unica in Italia la comunità energetica che ha coinvolto la fondazione Famiglia di Maria?

Perché lega due obiettivi che, da tempo, noi perseguiamo: quello ambientale e quello sociale. La comunità energetica sposa innovazione e supporto sociale alla popolazione. Perché il risparmio che si ricava dall’utilizzo di fonti rinnovabili va direttamente ad aiutare le famiglie.

Si parla tanto di caro bollette, costi dell’energia, ma si fatica ad abbandonare le fonti energetiche tradizionali e la transizione ecologica sembra lontana. Cosa insegna questo progetto?

Che il caro bollette si abbatte con le fonti rinnovabili e che con i percorsi dal basso si può arrivare alla democrazia energetica. Risparmiare 150-200 euro l’anno sulle spese elettriche è molto! Insomma la nostra prima comunità energetica solidale dimostra che la transizione ecologica può partire dal basso e arrivare molto lontano. Nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ci saranno molti fondi per le nuove comunità energetiche e vanno utilizzati al meglio.