Condannato a 21 anni di carcere nel 2012

Strage di Utoya, Breivik torna in aula e chiede la libertà condizionata. Poi fa il saluto nazista

L'autore della strage di giovani laburisti nel 2011 (69 morti) dice di essere cambiato. Ma i familiari delle vittime temono che voglia solo sfruttare la visibilità delle udienze per lanciare appelli suprematisti bianchi

Strage di Utoya, Breivik torna in aula e chiede la libertà condizionata. Poi fa il saluto nazista
OLE BERG-RUSTEN/NTB/AFP via Getty Images
Anders Behring Breivik nell'udienza di oggi nel tribunale di Telemark a Skien, mentre fa il saluto nazista e mostra scritte suprematiste

Ha ucciso 77 persone nel 2011. È in carcere da 10 anni e ne deve ancora scontare 11. Oggi si è presentato in aula per chiedere un’uscita anticipata in libertà vigilata. E ha fatto più volte il saluto nazista. È Anders Behring Breivik, il killer di estrema destra autore dei massacri di Oslo e Utoya, una piccola isola a 40 chilometri dalla capitale norvegese, divenuta tristemente nota per la carneficina di giovani laburisti lì riuniti per un campo estivo. Breivik si è sempre dichiarato fieramente responsabile del gesto, definendosi “il più grande difensore della cultura conservatrice in Europa dal 1950”.

“Sono cambiato”

L’udienza di oggi – davanti alla Corte distrettuale di Telemark (sud della Norvegia), che si è tenuta in una palestra del carcere di Skien, dove Breivik è detenuto – era stata convocata per valutare la richiesta avanzata dal killer di ottenere la libertà condizionale, forte del fatto di essere “cambiato”, come lui stesso ha dichiarato. Ma l’uomo si è presentato in tribunale facendo diverse volte il saluto nazista e con un simbolo suprematista bianco sulla giacca e su un cartello tenuto in mano.

Il timore, infatti, è che Breivik (42 anni) abbia fatto questa richiesta perché leader di un movimento norvegese neonazista, volendo sfruttare l'udienza più per manifestare le sue opinioni suprematiste bianche che per un serio tentativo di ottenere un'uscita anticipata, convinto che comunque non gli sarebbe accordata. Lo temono soprattutto i sopravvissuti e i familiari delle vittime.

La clausola “speciale”

Nel 2012, l’anno della condanna, a Breivik fu imposta la pena massima di 21 anni. Con una sostanziale differenza rispetto ad altri detenuti: una clausola, raramente usata nel sistema giudiziario norvegese, che prevede che il condannato possa essere trattenuto a tempo indeterminato se ancora considerato un pericolo per la società. Da ciò deriva che Brevik possa richiedere un'udienza sulla libertà vigilata dopo dieci anni. Da una parte, la clausola implica probabilmente una condanna all'ergastolo, dall'altra apre anche alla possibilità che Breivik possa richiedere udienze annuali sulla libertà condizionale.

La Corte dovrà valutare se Breivik sia ancora pericoloso per la società e ci sia bisogno di una protezione “extra” nei suoi confronti, mantenendolo dunque in detenzione. L'udienza dovrebbe durare tre giorni, ma ci vorranno diverse settimane prima che la decisione venga annunciata. Secondo gli esperti è improbabile che gli venga accordato un rilascio anticipato. Sinora, Breivik è sempre rimasto isolato dagli altri detenuti.

I fatti del 2011

Era il 22 luglio 2011 quando, dopo mesi di scrupolosi preparativi, Breivik fece esplodere un'autobomba davanti alla sede del governo di Oslo, uccidendo otto persone e ferendone decine. Poi guidò fino all'isola di Utoya, dove aprì il fuoco contro il campo estivo annuale dell'ala giovanile del partito laburista: 69 persone vennero uccise, la maggior parte adolescenti, prima che il killer si arrendesse alla polizia. Nel 2012 fu condannato e il tribunale lo definì capace di intendere e di volere, respingendo la tesi della procura che fosse psicotico; Breivik non presentò ricorso. Durante il processo del 2012 entrò in aula ogni giorno facendo un saluto a pugno chiuso e dicendo ai genitori delle vittime che avrebbe voluto uccidere più persone.