Congo

Omicidio Luca Attanasio, 2 le persone arrestate. Ma l'esecutore materiale è ancora in fuga

Il gruppo voleva chiedere un riscatto di un milione di dollari in cambio del suo rilascio. Quando il piano è fallito hanno ucciso l'ambasciatore italiano. Di Maio: faremo di tutto per prendere il killer

Omicidio Luca Attanasio, 2 le persone arrestate. Ma l'esecutore materiale è ancora in fuga
Getty
Ambasciatore italiano Luca Attanasio

Sono tre gli uomini accusati dell’omicidio di Luca Attanasio, l’ambasciatore ferito a morte in una imboscata in Congo lo scorso 22 febbraio e dove hanno perso la vita anche il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustafa Milambo. Due sono stati fermati ieri dalle forze di polizia locali mentre il terzo, ritenuto l'esecutore materiale, risulta ancora irrintracciabile.

La puntualizzazione arriva dall’agenzia Ap a fronte delle foto diffuse in cui si vede un gruppo di uomini seduti a terra e tenuti sotto controllo dagli agenti. Il comandante della polizia della provincia del Nord Kivu, Aba Van Ang, li aveva presentati come membri di "tre gruppi di criminali che hanno insanguinato Goma". Gli altri quattro arrestati sono accusati di aver attaccato altri operatori umanitari nella regione. 

Sempre secondo il comandante, la "mente" e autore materiale dell'omicidio di Attanasio, un uomo noto con il nome di Aspirant, è però ancora in fuga. Il gruppo avrebbe voluto rapire il diplomatico italiano per chiedere un riscatto di un milione di dollari in cambio del suo rilascio, ha aggiunto il poliziotto congolese. 



Arresti in Congo per l'omicidio dell'ambasciatore Attanasio Credit Laura Aprati/Matteo Giusti
Arresti in Congo per l'omicidio dell'ambasciatore Attanasio

Secondo l'agenzia Agi, che cita un giornalista di France24 che ha assistito alla conferenza stampa locale, inizialmente non era loro intenzione uccidere Attanasio ma “avevano programmato di rapirlo per chiedere un riscatto di un milione di dollari. Le cose sono andate male, il piano è fallito e i rapitori hanno subito ucciso l'ambasciatore".

Di Maio: faremo di tutto per prendere il killer

"La nostra Ambasciata in Repubblica democratica del Congo è in costante contatto con le autorità, non ci sono ancora comunicazioni ufficiali sulle ultime azioni delle autorità inquirenti - così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al Tg1 - ma vi posso garantire, l'ho garantito alla famiglia, che continueremo a portare avanti tutte le attività che servono affinché tutti coloro che sono coinvolti nella morte di Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell'autista Musthafà Milambo, siano assicurati alla giustizia".

Le parole del padre di Luca Attanasio

“Il governo del Congo ha l'obiettivo di chiudere in tutta fretta questo caso, che per il Paese è piuttosto spinoso e quindi cerca di liquidare in fretta e in modo semplicistico la vicenda” così il padre di Luca, Salvatore Attanasio, ha commentato la notizia degli arresti, appresa dalla televisione. “Di certo, anche se queste persone fossero davvero gli assassini di Luca, questo non basta per fare chiarezza, in quanto bisogna chiarire le responsabilità del Pam (il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite) che a nostro avviso sono molto gravi per non aver previsto la necessaria protezione alla missione” ha aggiunto. 

"La verità deve venire fuori e sono convinto che alla fine emergerà - spiega Salvatore Attanasio - ma sarà quella portata dalla magistratura italiana, che è l'unica in cui crediamo e che è l'unica che può far venir fuori almeno un briciolo di verità".  Infine, dopo aver parlato con la vedova del figlio, ha voluto esprimere la sua fiducia nell'operato della Farnesina "che sulla effettiva serietà degli arresti non ha ancora potuto verificare, ma che sta facendo il massimo. Come noi, anche il ministro Di Maio è indignato per il comportamento del Pam. Forse bisognerebbe alzare ulteriormente l'asticella a livello europeo e in questo avevamo ricevuto prima di Natale un importante interessamento da parte dell'ex presidente Sassoli. Senza di lui abbiamo perso un sostegno importante, ma l'Europa deve battere un colpo".

La procura di Roma

La procura di Roma si sta muovendo velocemente per cercare di "acquisire elementi che permettano la verifica e una attenta valutazione delle novità investigative che provengono dal Congo". I pm di piazzale Clodio stanno per chiedere ufficialmente i verbali delle dichiarazioni rese dagli arrestati per esaminarli e riscontrare le eventuali responsabilità oggettive su quanto avvenuto lo scorso anno.  

Inoltre, nell'ambito del perimetro delineato dalle due rogatorie inviate in Congo, si sta lavorando per accelerare la missione dei carabinieri del Ros al fine di provare ad interrogare direttamente gli arrestati e affiancare gli investigatori locali nei prossimi passi degli accertamenti. 

I magistrati avevano già avviato da tempo due rogatorie internazionali in Congo e i pm stanno lavorando per accelerare la missione dei carabinieri del Ros sul posto. Lo scopo è provare ad interrogare direttamente gli arrestati e affiancare gli investigatori locali in tutte quelle che saranno le verifiche ed i riscontri da compiere. 

Arresto in Congo per omicidio Attanasio Credit Laura Aprati/Matteo Giusti
Arresto in Congo per omicidio Attanasio

La dinamica dell’attentato

L'agguato avvenne a nord di Goma nel parco del Virunga, patrimonio mondiale dell'Unesco dal 1979, nella provincia del Nord-Kivu: una regione storicamente instabile al confine con il Ruanda, già teatro della cosiddetta grande guerra africana tra il 1998 e il 2003.

Attanasio e Iacovacci morirono durante una sparatoria tra i sei assalitori e i ranger del parco, intervenuti dopo aver sentito i colpi esplosi per bloccare il convoglio. Nel momento in cui la pattuglia intimò agli assalitori di abbassare le armi, questi ultimi avrebbero aperto il fuoco contro il militare dell'Arma dei carabinieri, uccidendolo, e contro l'ambasciatore italiano, ferendolo gravemente.

Chi aveva organizzato il convoglio internazionale avrebbe dovuto sapere che era un'area ad altissimo rischio in cui si aggirano miliziani fuori controllo e jihadisti. Ci si è interrogati sulla mancanza di una protezione armata, sulla dinamica della sparatoria, sulla fuga degli assalitori, ma sull'accertamento della verità pesano le reticenze delle autorità locali.

I pubblici ministeri italiani hanno contestato i reati di omesse cautele in relazione al delitto, in base agli articoli 40 e 589 del codice penale, e hanno indagato Mansour Rwagaza, funzionario congolese del Wfp responsabile della sicurezza del convoglio con cui viaggiavano Attanasio e Iacovacci.