Violenza domestica

Omicidio di Varese: contestata premeditazione per "motivi abietti" al padre del piccolo Daniele

Davide Paitoni, 40enne ai domiciliari, uccide il figlio di 7 anni. Durante l'interrogatorio non ha risposto al Gip. La ministra Cartabia chiede accertamenti. Venerdì 7 gennaio i funerali del bambino

Omicidio di Varese: contestata premeditazione per "motivi abietti" al padre del piccolo Daniele
Ansa/facebook
Davide Paitoni, il 40enne che ha ucciso con una coltellata alla gola il figlio di sette anni, Daniele, nella sua abitazione di Morazzone (Varese)

Davide Paitoni si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di Garanzia. Secondo il suo avvocato, Stefano Bruno, "non era nelle condizioni di sostenere l'interrogatorio".Paitoni è in isolamento e sottoposto a stretta sorveglianza in carcere per evitare che compia gesti autolesionisti.

Sul delitto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha chiesto all’ispettorato di “svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari” sul caso.

I funerali del piccolo Daniele Paitoni si svolgeranno venerdì prossimo, 7 gennaio. La cerimonia si terrà alle 14:30 nell'oratorio di San Luigi Schianno, che il piccolo frequentava e dove gli animatori dopo la tragedia lo hanno ricordato con un post commosso su Facebook.

Il sindaco di Morazzone, Maurizio Mazzucchelli, lo ha annunciato sui social aggiungendo che nell'occasione "verrà proclamato il lutto cittadino sia a Morazzone che a Gazza da Schianno", cioè le due cittadine del Varesotto dove abitavano rispettivamente Davide Paitoni e la moglie, che era tornata con il piccolo a vivere insieme ai genitori.

Ripercorriamo gli eventi: Il primo gennaio Davide Paitoni, 40 enne di Morazzone (Varese), ottiene il permesso di vedere il figlio nonostante la custodia cautelare ai domiciliari per tentato omicidio. Uccide il figlio Daniele, di 7 anni, con una coltellata alla gola e poi tenta di ammazzare anche la madre, dalla quale si stava separando, dopo averla raggiunta presso l'abitazione dei genitori dove si era trasferita, a Gazzada Schianno (Varese).

È quanto emerso dagli accertamenti svolti dal presidente del Tribunale di Varese, Cesare Tacconi, alla luce di quanto accaduto.

Tra Paitoni e la moglie non era in corso una separazione formale, i due stavano ancora trattando i termini per tramite degli avvocati, e ad autorizzare le visite al papà da parte del loro bambino è stato il Gip del Tribunale di Varese, a cui è arrivata la richiesta dei difensori del 40enne. 

Tra il 2020 e il 2021 la moglie presenta due denunce per maltrattamenti contro il marito. Unitamente una terza segnalazione arriva alla Procura di Varese da parte dei genitori della donna, tanto che risulterebbe aperto un "codice rosso" di cui, però, al momento non si conosce l'esito.   


Davide Paitoni era ai domiciliari per aver accoltellato un collega di lavoro (era addetto alle vendita di un'azienda) il 26 novembre scorso e accusato di tentato omicidio, ma nonostante le denunce gli era stato concesso di vedere il bambino perché in Tribunale a Varese non sarebbe stato trasmesso alcun atto relativo alle presunte accuse di maltrattamenti.  

"L'ordinanza per i domiciliari è stata firmata il 29 novembre, avallando la misura richiesta dal magistrato", ha spiegato il presidente del Tribunale di Varese, Cesare Tacconi, "che l'ha motivata con il pericolo di inquinamento probatorio, non con la pericolosità sociale, e il giudice non può aggravare la richiesta del pm". Successivamente, prosegue il presidente del Tribunale, "l'avvocato difensore dell'indagato ha chiesto che gli fosse concesso di vedere il figlio e la moglie, dato che secondo ordinanza non avrebbe potuto avere contatti se non con i familiari conviventi, quindi il padre".  Il 6 dicembre "il Gip ha autorizzato l'uomo a vedere il figlio".

Relativamente alle denunce della donna ed al codice rosso, Tacconi ha precisato come "non vi sia in Tribunale alcuna pendenza a carico dell'uomo, quindi se le denunce ci sono, sono ancora in Procura". Poi ha concluso: "ho svolto tutti gli accertamenti del caso, tra i due non vi era alcuna separazione formale in corso, se mi sarà richiesto formalmente presenterò una relazione". 

La Procura di Varese aveva invece chiesto che venisse dichiarata la pericolosità sociale di Davide Paitoni, quando venne arrestato per il tentato omicidio di un collega. La precisazione arriva dalla procuratrice Daniela Borgonova e sembra andare in direzione diversa rispetto a quanto dichiarato dal presidente del Tribunale, Cesare Tacconi.

Resta da comprendere se le denunce siano ancora bloccate in qualche cassetto della Procura di Varese, in attesa di essere esaminate.  "A prescindere dal caso concreto e basando la riflessione sull'esperienza maturata nella Commissione sul Femminicidio" ha detto il Presidente Vicario del Tribunale di Milano Fabio Roia, "la violenza domestica non va mai sottovalutata e la bigenitorialità deve sempre essere sospesa in presenza di denunciate situazioni di violenza, le informazioni devono circolare" e "il 'sistema di Rete' deve valutare di ritenere "chi denuncia "a rischio di violenza anche estrema".  

Chiusi nel dolore i familiari del piccolo Daniele. Il nonno paterno, 80 anni, a cui il killer ha inviato un messaggio vocale dicendo di aver fatto male al suo bambino, un whatsapp che l'uomo però non aveva nemmeno aperto, tanto che lo hanno fatto per la prima volta gli investigatori, e i nonni materni, al fianco della loro figlia devastata dal dolore. "Non riesco a parlare adesso, sono distrutto", ha detto il padre della donna.