Seconda fumata nera del Parlamento in seduta comune per l'elezione del Presidente della Repubblica. Le schede bianche sono state 527. Lo ha annunciato il Presidente della Camera, Roberto Fico. I grandi elettori presenti e votanti erano 976, astenuti nessuno, la maggioranza richiesta 673.
I più votati Maddalena e Mattarella con 39 voti, poi Tondo 18, Cassinelli 17. Voti dispersi 126, 38 le schede nulle. Domani alle 11 ci sarà il terzo scrutinio.
Tanti anche i politici che hanno ottenuto delle preferenze: Tondo 18, Cassinelli 17, Rosato 14, Bossi 12, Giorgetti 8, Berlusconi 7, Draghi 4, Casellati 3, e poi Moles, Bersani, Cartabia, Rosy Bindi, Rutelli, Tremonti, Casini, Amato e Belloni. Tra gli altri, poi, Ruggeri, Amadeus, Alberto Angela, Giletti. La terza votazione è prevista domani alle 11.
L'allegro voto dei grandi elettori: da Claudio Baglioni a Christian De Sica, da Frassica ad Al Bano
La parola alla politica
Dopo la giornata di incontri di ieri con i leader, palazzo Chigi non si pronuncia sui passaggi delle prossime ore per la corsa al Quirinale e guarda alle mosse dei partiti. Mario Draghi ha avuto un colloquio con Matteo Salvini, reso pubblico dallo stesso leader della Lega, ma secondo quanto trapela, oggi non ci sarebbero stati altri incontri o contatti con altri esponenti delle forze politiche. Fonti di Italia Viva hanno smentito un colloquio del premi r con Matteo Renzi, e non si hanno conferme di contatti con Silvio Berlusconi, ancora ricoverato al San Raffaele di Milano. Le trattative proseguono ma la situazione resta bloccata: il centrodestra presenta la sua proposta (Letizia Moratti, Carlo Nordio e Marcello Pera) ma Pd, M5S e LeU bocciano la 'rosa', non contrappongono una terna da mettere sul tavolo e chiedono a Lega, FI e FdI un incontro gia' domani. "Basta tatticismi - dice Enrico Letta - chiudiamoci in una stanza a pane e acqua e troviamo una soluzione condivisa". Nel frattempo, l'aula conferma la seconda fumata nera, e si registrano una quarantina di voti per Sergio Mattarella. Una soluzione, quella del bis dell'attuale capo dello Stato, che continua a restare nei desideri di molti. La partita Quirinale resta infatti strettamente legata a quella del governo e alla ricerca delle soluzioni possibili nel caso in cui il premier dovesse trasferirsi al Colle. Il capo politico dei Cinque Stelle conferma il no a Draghi: "Se abbiamo affidato a un timoniere una nave in difficolta' non ci sono le condizioni per fermare i motori, cambiare equipaggio e chiedere al timoniere un nuovo incarico. La nave è ancora in difficoltà", ribadisce il presidente dei pentastellati. Lo stallo c'è, una soluzione non sembra a portata di mano, almeno a breve: in attesa di una accelerazione palazzo Chigi osserva le prossime mosse dei partiti.
Il comunicato del centrosinistra
Pd, M5S, LeU hanno redatto al termine della riunione di centrosinistra:"Prendiamo atto della terna formulata dal centrodestra che appare un passo in avanti, utile al dialogo. Pur rispettando le legittime scelte del centrodestra, non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione in questo momento necessario. Riconfermiamo la nostra volontà di giungere ad una soluzione condivisa su un nome super partes e per questo non contrapponiamo una nostra rosa di nomi. Nella giornata di domani proponiamo un incontro tra due delegazioni ristrette in cui porteremo le nostre proposte".
Letta: "Domani incontro per la soluzione".
"La nostra proposta è di terminarla con i tatticismi, di chiuderci in una stanza e trovare un'intesa". Lo ha detto il segretario del pd, Enrico Letta. "Come ha detto Roberto Speranza, non abbiamo voluto la guerra delle due rose". "Abbiamo voluto dimostrare che abbiamo la buona volontà di trovare una soluzione condivisa. Dato che noi non abbiamo la maggioranza, loro non hanno la maggioranza, quindi bisogna che troviamo una soluzione condivisa, super partes, istituzionale, come abbiamo sempre detto". Di Maio ha invece detto: "Fateci lavorare, sono ottimista".
Conte: "L'Italia non ha tempo da perdere"
"Oggi abbiamo deciso di non presentare una rosa di nomi. In questo modo acceleriamo il dialogo con il centrodestra con l'impegno di trovare nelle prossime ore una soluzione condivisa. L'Italia non ha tempo da perdere. Non è il momento del muro contro muro", ha detto Giuseppe Conte all'uscita del vertice del centrosinistra.
Speranza: "No alla guerra delle due rose"
"Non serviva fare la guerra delle due rose". Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha commentato così la decisione presa dal vertice M5S-Pd-Leu sul Quirinale di non contrapporre una propria rosa di candidati alla terna proposta oggi dal centrodestra.
Boccia: "Serve tavolo comune"
"Abbiamo apprezzato l'invito al dialogo del centrodestra. Ovviamente non possiamo condividere una terna di nomi scelta direttamente dal centrodestra ma insisteremo per la ricerca del nome del presidente che garantirà l'unità nazionale. Abbiamo proposto per questo un tavolo con delegazioni ristrette che dovrà essere convocato in seduta permanente". Così Francesco Boccia, deputato del Partito Democratico, al termine del vertice tra Pd, M5S e Leu. "Non ci stancheremo mai di cercare il dialogo - aggiunge Boccia - per fare sì che la maggioranza che sostiene il governo Draghi, e in generale maggioranza e opposizione presenti in parlamento, sostengano l'elezione del presidente di tutte e tutti gli italiani".
Il centrodestra ha annunciato una terna di candidati
Letizia Moratti, Marcello Pera, e Carlo Nordio, questa la "rosa" di nomi ufficiali proposta dal centrodestra per l'elezione del presidente della Repubblica. I nomi, "non sorprese, ma conferme di quelli che sono circolati in settimana", come ha sottolineato il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, sono stati resi noti in conferenza stampa al termine del vertice dei leader del centrodestra a Palazzo Montecitorio. Alla riunione erano presenti Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Lorenzo Cesa, Giovanni Toti e Maurizio Lupi. Non ha partecipato, neanche in collegamento, Silvio Berlusconi.
"Non siamo qui a imporre niente a nessuno. La storia degli ultimi 30 anni del presidente della Repubblica ha sempre visto la sinistra protagonista nella proposta e nella scelta del presidente della Repubblica che poi sono stati all'altezza, ma hanno chiaramente avuto un'estrazione politica. Oggi abbiamo noi il diritto, maggioranza relativa del paese", ha detto Salvini in apertura della conferenza stampa. "Non c'è una parte dell'Italia che non ha il diritto di avanzare proposte di altissimo profilo. Non presentiamo segretari di partito. Anche se abbiamo qui qualcuno che ne avrebbe pieno titolo" ha detto riferendosi ad Antonio Tajani.
Meloni: "Chiediamo responsabilità anche al centrosinistra"
"Oggi il centrodestra cerca di fare un passo avanti e impedire alla politica di dare una brutta immagine. Le nostre sono proposte concrete, non sono nomi di bandiera né di tattica". "Questo nostro passo avanti è un gesto di responsabilità, speriamo di trovare responsabilità anche dall'altra parte. Speriamo di eleggere il presidente della Repubblica nel minor tempo possibile". Così Giorgia Meloni, in conferenza stampa alla Camera. "Esprimo la soddisfazione di Fdi per la compattezza e l'unità con cui la coalizione di centrodestra sta affrontando questo passaggio politico così delicato e importante. I tanti che sperano in una nostra disarticolazione stanno rimanendo spiazzati".
Letta: "da centrodestra nomi di qualità, valuteremo senza pregiudizi"
''Sono nomi sicuramente di qualità, li valuteremo senza spirito pregiudiziale''. Lo ha detto Enrico Letta a proposito della rosa del centrodestra sul Quirinale. "La nostra rosa? La facciamo ora in riunione". Letta si riferisce al vertice, che in precedenza era previsto alle 15 fra Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza, slittato a dopo la conferenza stampa del centrodestra. "Ci vediamo e decidiamo la strategia". "Noi ci muoviamo insieme, questo è quello che vogliamo fare. Abbiamo intenzione di muoverci di comune accordo con gli altri alleati ecco perché ne parliamo adesso". "Certo, mi fido sicuramente di Conte", ha aggiunto Letta.
Conte: "Il centrodestra ha il diritto e il dovere di presentare i nomi"
"Abbiamo affidato a un timoniere questa nave in difficoltà, non ci sono le condizioni per fermare i motori e cambiare equipaggio". Lo dice Giuseppe Conte, leader M5s, arrivando a Montecitorio. Questo, aggiunge, sta anche a significare "l'importanza che affidiamo al timoniere perché la nostra nave è ancora in difficoltà". Difendere il ruolo di Draghi? "Il mio ruolo non è difendere il destino dei singoli, ma l'interesse nazionale e l'interesse del paese".
"Per quanto riguarda la lista presentata dal centrodestra, il M5S non dà patenti di legittimità a nessuna forza politica, le forze di centrodestra hanno il diritto di presentare delle proposte, le rispettiamo e ci riserveremo di valutarle ma c'è una premessa: nessuno può vantare, se uno schieramento ha qualche voto in più ma non ha voti sufficienti, un diritto di prelazione a eleggere un Capo dello Stato che sia di una certa area culturale". "Il nostro percorso è ben diverso: super partes, alto profilo, che ci renda tutti orgogliosi", ha aggiunto Conte.
Letta-Tajani: incontro "costruttivo"
Il colloquio tra Enrico Letta e Antonio Tajani è stato "costruttivo", ma il segretario del Partito democratico ha ribadito che per arrivare ad un'intesa serve un nome al di sopra delle parti che non rappresenti la vittoria di uno schieramento sull'altro. È stato, spiegano fonti del Nazareno, un "colloquio costruttivo in cui si sono valutate opzioni e vagliati nomi con l'auspicio di arrivare a una soluzione equilibrata nell'interesse del Paese. Letta ha spiegato come in questa partita lui non abbia mai negato al centrodestra la legittimità di proporre profili, chiarendo però perché - secondo lui - in un Parlamento così frammentato solo un profilo realmente super partes, autorevole e non divisivo può rappresentare una soluzione soddisfacente per tutti". Avrebbe detto Letta: "È necessario che nessuno vinca per vincere tutti".
Renzi, Draghi ancora in pista per Colle
"Non vedo l'idea che comunque vada Draghi rischi di lasciare il governo. Io però non sono convinto che la partita sia chiusa, né alla quarta, né alla quinta, né alla sesta" votazione, "secondo me Draghi è ancora in pista per fare il presidente della Repubblica". Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ospite di #cartabianca su Rai3. "Penso che Casini potrebbe essere un garante delle istituzioni. Se penso che Draghi possa andare al Quirinale? Assolutamente sì. E sono contento che questo paese si sia innamorato di Draghi perché un anno fa quando dicevo che bisognava mandare a casa Conte mi dicevano tutti che ero un pazzo".
"Ci vuole un presidente della Repubblica che abbia poteri diversi e sia eletto dai cittadini. È il momento di fare un grande accordo fra tutti e far eleggere il presidente della Repubblica dai cittadini. Nel 2029 siano gli italiani ad eleggerlo".
Renzi: fateci votare due volte al giorno
"Auspico si metta fine a questo balletto e che la presidenza inizi a farci votare due volte al giorno: c'è una crisi internazionale pesantissima, una crisi economica legata agli aumenti del costo dell'energia, le famiglie delle scuole materne ed elementari che hanno regole assurde per la Dad, almeno il Parlamento abbia consapevolezza e spero accelerino sul voto. Si faccia politica, sono molto preoccupato, il mio è un appello a fare bene e fare presto". Lo ha detto Matteo Renzi, leader di Iv, parlando con i cronisti in Transatlantico.
Segre: "Una presidente donna? Non conta il genere, ma che sia all'altezza di Mattarella"
"Una donna al Quirinale? Non mi sono posta il problema. Uomo o donna l'importante è che sia all'altezza di Mattarella, il genere non è importante". Così la senatrice a vita Liliana Segre, in Transatlantico alla Camera, poco dopo aver partecipato al secondo scrutinio per eleggere il presidente della Repubblica.
"Ero emozionata già ieri, lo sono ancora oggi. Essere qui significa molto per me, sono una delle poche persone su 60 milioni che possono votare" il capo dello Stato. Così la senatrice a vita Liliana Segre racconta le sue emozioni pochi minuti dopo aver partecipato al secondo scrutinio per eleggere il presidente della Repubblica.
Flick: “Nome condiviso a breve? Da cittadino me lo auguro”
Il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, intercettato dalle telecamere di RaiNews, a margine dell’evento “Il carcere. Assetti istituzionali e organizzativi” in programma all’Università LUMSA, rispondendo alla domanda sulla possibilità che un nome condiviso arrivi a breve, appena servirà una maggioranza semplice ha detto: “Come cittadino me lo auguro”