Verso il Colle

Quirinale, chiusa la quarta votazione: Il quorum è a 505. In corso lo spoglio

Da oggi per l'elezione basta la maggioranza assoluta, il quorum scende a 505 voti. Il Centrodestra si astiene dal voto. Pd-M5s e Leu votano scheda bianca. Così anche Iv. Tra i nomi super partes restano le ipotesi di Casini, Belloni, Draghi

Quirinale, chiusa la quarta votazione: Il quorum è a 505. In corso lo spoglio
Rainews24
Elezione Presidente della Repubblica

Unl nome "condiviso", sarà quello a fare la differenza e a segnare la svolta per l'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Intanto si è chiusa la quarta votazione ed è cominciato lo spoglio: il quorum per l'elezione scende da 672 a 505 voti, dai due terzi dei componenti dell'Assemblea alla maggioranza assoluta.

Dopo la terza fumata nera ieri, con le 412 le schede bianche, la mattina inizia con il vertice del centrodestra dopo una nottata di contatti e confronti tra le forze politiche per cercare di trovare un'intesa. Al termine dell'incontro la decisione: "Per consentire ai grandi elettori di tutti i gruppi di superare veti e contrapposizioni - e convergere per dare all'Italia un nuovo Presidente della Repubblica - la coalizione ha deciso di dichiarare il proprio voto di astensione nel voto odierno. Il centrodestra è pronto a chiedere di procedere domani con la doppia votazione" si legge in una nota. E ha ha deciso di proporre la disponibilità a votare un nome di alto valore istituzionale. "Non abbiamo mai posto veti nei confronti di chicchessia, non vedo lo stesso garbo da parte di altri: in democrazia ognuno è legittimato a fare il capo dello Stato. Non c'è né vittoria né sconfitta per nessuno. E' tramontato il candidato del centrodestra, come quello di centrosinistra" aveva detto il coordinatore di Fi, Antonio Tajani, arrivando al vertice.

"Le prove di forza non ci interessano. Noi le proposte le abbiamo fatte. Speriamo di arrivare a un nome il prima possibile. Noi chiediamo di accelerare" ha detto Salvini, aggiungendo: "La via maestra resta un nome vicino al centrodestra, non un nome di partito, e su questo sto lavorando'". Ma c'è irritazione da parte della leader di Fdi Giorgia Meloni, che aveva chiesto come ieri di esprimersi su un nome. Stasera, dopo il passaggio interlocutorio, con i grandi elettori che non prenderanno la scheda e non passeranno nella cabina, è previsto un ulteriore vertice.

Riunione in mattinata anche per i leader del Pd Enrico Letta, del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte e di Leu Roberto Speranza che hanno deciso per la scheda bianca anche nel quarto scrutinio. E anche Italia viva sceglie scheda bianca. Sul possibile confronto con il centrodestra Conte al termine della riunione ha dichiarato: "Noi abbiamo dichiarato la nostra disponibilità, la confermiamo e rimane immediata. Noi per il Paese lavoriamo h24". E Letta si è detto ottimista: "Si è fatto qualche passo avanti, io guardo le cose con fiducia e ottimismo: né vincitori né vinti, dialogo e soluzioni". Sulla proposta di fare due votazioni al giorno da domani sia Letta che Speranza si dicono "d'accordo".

Da parte sua Renzi dice che "è finito il tempo delle bambinate, dobbiamo fare le cose che fanno gli statisti: si continuano a fare dei nomi per poi bruciarli, siccome sono tutte persone perbene, di qualità, trovo sia indecoroso continuare il balletto dei nomi". E sottolinea che "la vicenda deve essere chiusa, perché è irresponsabile l'atteggiamento di queste ore. Si decidano".

Perde quotazioni l'ipotesi Pierferdinando Casini, non ci sarebbe infatti l'ok della Lega anche se l'ex presidente della Camera era nella 'lista' dei papabili di FI, dei centristi e di Renzi. Salvini, secondo quanto si apprende, nel corso del vertice di questa mattina avrebbe comunicato agli alleati il suo 'no' alla possibile candidatura di Casini. Da qui il bivio che non esclude, anzi mostra tensioni all'interno della sua coalizione. Tensioni che ieri hanno visto lo "strappo" di Fdi - con la polemica per la scelta di votare scheda bianca - che ha dato indicazione di votare Guido Crosetto. Un nome che ha poi raccolto 114 consensi, ben oltre i numeri dei grandi elettori di Giorgia Meloni. Di certo dopo il vertice il leader della Lega dovrebbe poi incontrare Enrico Letta e Giuseppe Conte per arrivare alla stretta finale.

"Il rinvio del voto a domani - spiega una fonte di centrosinistra - fa salire di nuovo le possibilità di Draghi".Però, sottolinea un'altra fonte di centrosinistra, "c'è ancora in campo l'idea di un Mattarella bis, come il voto di ieri ha dimostrato", quando il presidente ha ottenuto 125 preferenze.

Secondo un'indiscrezione del quotidiano Il Foglio Salvini, sempre ieri, avrebbe incontrato Sabino Cassese, 86 anni, ex giudice costituzionale e ministro di Ciampi, ma la Lega ha smentito la notizia. Una possibilità che si è riaffacciata nelle ultime ore è quella di Elisabetta Belloni. Su quest'ultima ci sarebbero stati contatti tra il presidente M5S Conte e il leader del partito di via Bellerio. Una candidatura esterna ai partiti, anche se la sua provenienza dal Dis desta in alcuni casi perplessità. Secondo fonti parlamentari del Pd Belloni è una "buona opzione", ma il segretario Letta tiene fermo il punto su Draghi.Il nome del direttore del Dis, in queste ore accreditato dal centrodestra viene accolto con favore da più di un grande elettore democratico, anche se molti precisano: "La partita è ancora lunga". E lo dimostra Di Maio: "Ci ho lavorato assieme alla Farnesina. E' un profilo alto ma non bruciamo nomi e soprattutto non spacchiamo la maggioranza di governo" dice al riguardo.

Sabino Cassese ed Elisabetta Belloni sono due nomi che non dispiacerebbero a Fratelli d'Italia e su cui si potrebbe lavorare. dicono fonti vicine al partito. Due nomi, si apprende, che "non sarebbero sbagliati per l'Italia" fermo restando il dovere del centrodestra di "esercitare la sua golden share".

La terza via resta quella di proporre Mario Draghi per il Quirinale, con una scelta su cui FdI non sarebbe ostile, ma sembra comunque complicata.C'è uh ampio fronte che spinge affinché il premier resti a Palazzo Chigi, fronte che comprende anche Beppe Grillo e soprattutto Giuseppe Conte. "Il M5S dice sì a Draghi al governo" aveva detto ieri il leader del Movimento. E oggi arrivando alla Camera ha ribadito che "si batte per un'alta personalità che non abbia una collocazione politica specifica". Poi sulle candidature del centrodestra aggiunge: "Nessuna coalizione può pensare di eleggere un presidente della Repubblica che sia di parte.Restiamo sempre fiduciosi che si apra la possibilità di un dialogo più serrato per arrivare a una soluzione condivisa". Al Movimento non dispiacerebbe Paola Severino, 'madre' della legge sulla prevenzione e repressione della corruzione.

Mentre il segretario del Pd, Letta, ricorda ancora una volta il rischio di trovarsi in una situazione in cui l'attuale premier non vada al Colle e rischi di essere poi messo in difficoltà anche a Palazzo Chigi.

In questo clima i mercati mostrano segni di nervosismo e sembrano chiedere di fare in fretta, con lo spread arrivato ieri 140.3 punti base per la prima volta in un anno e mezzo.

E dalla Cei, al termine dei lavori del Consiglio Permanente, arriva l'auspicio, "che il Parlamento in seduta comune sappia cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese. L'esempio di Sergio Mattarella, come uomo e statista, è un punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione". La Cei ribadisce quindi il suo punto di vista sul Quirinale, invitando a riflettere su "una figura che così come è stato Mattarella - ha spiegato a margine della conferenza stampa il segretario della Cei, mons. Stefano Russo - possa essere di unità. In questo momento più di sempre abbiamo bisogno di figure di questo tipo, che ci aiutino a camminare insieme in un tempo così difficile".

Alla domanda se i vescovi sono fiduciosi che questa figura sarà individuata in tempi brevi, mons. Russo ha risposto: "Spero che al di là dei tempi possa essere individuata una figura che davvero possa svolgere questo ruolo di garanzia per tutti".