Il nodo dell'adesione di Kiev

Ucraina, secondo la Nato "si rischia un conflitto armato in Europa"

Il tema è stato oggi sul tavolo di una riunione tra i delegati di Russia e Alleanza atlantica. Usa: "Da Mosca nessun impegno per la de-escalation"

Ucraina, secondo la Nato "si rischia un conflitto armato in Europa"
(ApPhoto)
Da sinistra, la vice segretario di Stato Usa Wendy Sherman, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il vice ministro degli Esteri Alexander Grushko quello della Difesa Alexander Fomin

La situazione Ucraina è stata oggi al centro della riunione del Consiglio Nato-Russia, principale forum di dialogo tra le due parti istituito nel 2002, convocata e presieduta dal segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg. A rappresentare la Russia c'era il viceministro degli Esteri Alexander Grushko, per gli Stati Uniti il sottosegretario di Stato americano Wendy Sherman, mentre per la maggior parte degli altri stati alleati hanno partecipato gli ambasciatori presso la Nato.

"È stata una discussione franca e aperta", ha spiegato Stoltenberg al termine della riunione, "ma non è stata facile, per questo è stato importante. Abbiamo discusso dei movimenti attorno all'Ucraina e delle implicazioni per la sicurezza europea. Ci sono significative differenze tra gli alleati Nato e la Russia" che "non saranno facili da colmare, ma è un segnale positivo che tutti gli alleati Nato e la Russia si siano seduti intorno a un tavolo e abbiano discusso di questi temi. Gli alleati della Nato sono pronti a incontrarsi di nuovo con la Russia per discutere più nel dettaglio" la questione "e cercare un risultato costruttivo", tuttavia "la controparte russa ha chiarito di non essere pronta a concordare questa serie di incontri".

"C'è un rischio reale di conflitto armato in Europa", ha proseguito il segretario generale, "per questo l'incontro è stato così importante. Lo facciamo per prevenire questo conflitto armato". Gli alleati "sono molto chiari sulle prospettivo di progresso nei colloqui. Esprimono serie preoccupazioni riguarda il rafforzamento militare russo in e attorno all'Ucraina e invitano la Russia a una de-escation immediata e rispettare la sovranità e l'integrità territoriale dei suoi vicini", oltre all'Ucraina anche Georgia e Moldavia.

Il nodo dell'adesione di Kiev all'Alleanza atlantica

"Ogni Stato ha il diritto di decidere il proprio cammino e solo l'Ucraina può decidere quando aderire alla Nato. Gli alleati sono pronti a sostenere l'Ucraina per la sua adesione", ha detto Stoltenberg, disconoscendo così le richieste di Mosca di escludere l'adesione di Kiev, che da parte sua ha approvato oggi stesso un piano d'azione per l'attuazione della Strategia di comunicazione per l'integrazione euro-atlantica del paese per il periodo fino al 2025, lanciata l'anno scorso dal presidente Volodymyr Zelenski. L'obiettivo, si spiega nel documento, è "trasmettere a ogni ucraino il contenuto e il valore pratico dell'appartenenza del paese alla Nato e la necessità di attuare adeguate riforme, legate all'integrazione euro-atlantica.

"L'Ucraina fa già parte dell'architettura di sicurezza euro-atlantica, come conferma il dialogo con gli alleati, che abbiamo oggi sullo sfondo di un peggioramento della situazione della sicurezza introno all'Ucraina", ha spiegato Olga Stefanishina, vicepremier per l'integrazione europea ed euro-atlantica. Ora "l'agenda prevede di ampliare la cooperazione tra l'Ucraina e la Nato" e di intensificare "l'attuazione delle riforme nel settore della sicurezza e della difesa. Questo è estremamente necessario di fronte ai continui attacchi ibridi dalla Russia".

Alcune delle proposte avanzate dai delegati di Mosca durante il Consiglio sono "semplicemente irricevibili", ha dichiarato la vice segretario di Stato Usa Wendy Sherman, "non possiamo concordare con uno stop all'espansione della Nato", che è "solamente un'alleanza difensiva che esiste per proteggere gli Stati membri, non si è mai espansa con la forza, la coercizione o la sovversione e chiedere di entrare è una scelta di politica estera di uno Stato". Sherman ha anche sottolineato che da Mosca non è giunto alcun impegno per la de-escalation ma "nemmeno la dichiarazione che non intendono prenderlo. È davvero difficile avere un dialogo che conduca al successo quando abbiamo centomila truppe russe al confine, esercitazioni militari, propaganda e deformazioni". Che l'intento sia, "l'invasione, l'intimidazione o cercare di creare scompiglio" quel che è certo è che "ciò non porta a progressi diplomatici".