L'intervista rilasciata al quotidiano sportivo francese L'Equipe

Caso Peng Shuai: "Non ho mai subito abusi sessuali, c'è stato un malinteso"

La tennista cinese ha negato ancora una volta di aver mosso accuse di violenza sessuale. Confermato l'incontro con il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale

Caso Peng Shuai: "Non ho mai subito abusi sessuali, c'è stato un malinteso"
LaPresse
Peng Shuai

L'intervista al quotidiano sportivo francese L'Équipe sembra essere l'ultimo atto del caso Peng Shuai. La tennista cinese di 36 anni era finita sotto i riflettori internazionali per una "presunta violenza sessuale", denunciata tramite i social. La frettolosa rimozione del post, la scomparsa dell'atleta e le accuse nei confronti del governo cinese hanno alimentato per mesi un giallo ingigantito in uno "scontro tra sistemi": il mondo Occidentale e la Cina.

"Quando il 2 novembre 2021 Peng Shuai ha pubblicato un'accusa di violenza sessuale nei confronti di un alto funzionario del governo cinese, la Women's Tennis Association ha riconosciuto che il messaggio della tennista doveva essere ascoltato e preso sul serio", dichiarò Steve Simon, ceo della Wta, commentando la sospensione di tutti i tornei di tennis in Cina e Hong Kong. A poco erano servite, anche in vista dei Giochi, le rassicurazioni di Pechino.

Una recente protesta a Melbourne, Australia Ap
Una recente protesta a Melbourne, Australia

Riapparsa, ancora una volta Peng è tornata a smentire le accuse contro l'ex vicepremier cinese Zhang Gaoli, che l'avrebbe costretta a fare sesso, cercando di mitigare i dubbi della stampa internazionale sul suo presunto sequestro ordinato delle istituzioni cinesi. L'atleta ha riposto anche sulla rimozione del post-denuncia nei confronti dell'ex dirigente comunista. "L'ho cancellato", ha detto. "Perché? Perché volevo. Era impossibile rispondere a tutti", ha replicato confermando di aver scritto di proprio pugno le e-mail inviate alla Women's Tennis Association (Wta). "Questo post ha dato origine a un enorme malinteso nel mondo esterno. Spero che il significato non venga più distorto. E spero anche che non si aggiunga altro clamore", ha concluso Peng. In altre parole non ci sarebbe stata alcuna "costrizione".

L'ex vicepremier cinese Zhang Gaoli Ansa
L'ex vicepremier cinese Zhang Gaoli

Peng, ex numero uno al mondo nel doppio, era scomparsa dalla vita pubblica dopo aver pubblicato su Weibo l'accusa di aggressione sessuale contro il politico cinese. Il giallo sul post rimosso e le accuse ritirate hanno innescato un coro unanime. Atleti, politici ed esperti di diritti umani le hanno espresso solidarietà, moltiplicando a dismisura la visibilità al "grido d'aiuto". Anche Novak Djokovic si era espresso sul caso: "Non abbiamo avuto abbastanza informazioni", dichiarò il serbo a margine della Coppa Davis per questo "Sostengo pienamente la posizione della Wta (di cancellare i tornei) perché non conosciamo il benessere di Shuai. La sua salute è importante per il mondo del tennis. Una cosa del genere non deve accadere".

Peng Shuai Ap
Peng Shuai

Così nella recente intervista a L'Equipe, realizzata in cinese con un interprete che traduceva in inglese, Peng ha negato ancora una volta di aver mosso accuse di violenza sessuale. "Non ho mai detto che qualcuno mi avesse aggredito sessualmente in alcun modo", ha ribadito negando, inoltre, di essere scomparsa. "Non sono mai scomparsa. Tutti potevano vedermi", ha continuato aggiungendo di aver incontrato Thomas Bach, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, e di aver avuto "una bella discussione e scambio".

Il Cio ha confermato l'incontro tra Peng, l'ex presidente della Commissione degli atleti Kirsty Coventry e Bach in un hotel. Prima dell'inizio delle Olimpiadi invernali di Pechino, come era stato promesso dal Cio. Inoltre Peng avrebbe accettato l'invito di visitare la sede a Losanna, in Svizzera.

"Il presidente Bach ha avuto un incontro personale con Peng Shuai e il nostro compito è mantenere i contatti con lei, continuare a portare avanti la nostra diplomazia silenziosa, incontrarla e invitarla a Losanna. Facciamo del nostro meglio per garantire che possa essere felice, non spetta a noi giudicare la sua posizione". Mark Adams, portavoce del Cio, ha risposto così ai dubbi legati a quello che la tennista cinese abbia riferito a Bach. "Non sta a noi decidere se dovrebbe esserci o meno un'indagine - ha aggiunto Adams durante un briefing al Main Media Centre di Pechino - Avete letto la sua intervista a 'L'Equipe', noi continueremo ad avere contatti, la incontreremo nuovamente, facciamo tutto il possibile perché le cose siano come devono essere. Il nostro interlocutore è sempre stato il Comitato Olimpico cinese, sono stati loro il tramite per organizzare l'incontro", ha concluso Adams.