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Fine vita, Papa: "Non c'è un diritto alla morte, ma no all'accanimento teraputico"

Il pontefice all'udienza generale di stamane promuove le cure palliative: "Non accelerate la morte degli anziani, è disumano. Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio"

Fine vita, Papa: "Non c'è un diritto alla morte, ma no all'accanimento teraputico"
FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images
Papa Francesco

Non c'è un diritto alla morte. Promuovendo le cure palliative, Papa Francesco avverte: "Dobbiamo però stare attenti a non confondere questo aiuto con derive anch'esse inaccettabili che portano a uccidere. Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. Ricordo che va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinchè i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. Infatti, la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti". Lo dice il Pontefice all'Udienza Generale parlando del fine vita.

Oggi in discussione alla Camera, la legge sull'eutanasia, oltre 200 emendamenti, sulla quale la maggioranza resta divisa.

Tuttavia, in un lungo passaggio a braccio, il Santo Padre apre una riflessione sull'accanimento terapeutico definendolo immorale: "Non possiamo evitare la morte, e proprio per questo, dopo aver fatto tutto quanto è umanamente possibile per curare la persona malata, risulta immorale l'accanimento terapeutico".

Torna poi sui più deboli: "Per favore non isolate gli anziani. Non accelerate la morte degli anziani. Accarezzare un anziano ha la stessa speranza che accarezzare un bambino perché l'inizio della vita e la fine è un mistero sempre, un mistero che va accompagnato, curato, amato".

E ha sottolineato "un problema sociale ma reale: quello di pianificare, tra virgolette, non so se è la parola giusta - ha detto - accelerare la morte degli anziani. Tante volte si vedono gli anziani che non hanno dei mezzi, gli danno meno medicine di quelle che hanno bisogno... Questo è disumano. Questo non è aiutarli. Questo è spingerli più presto verso la morte. E questo non è umano né cristiano".

"Gli anziani - ha continuato sempre a braccio - vanno curati come un tesoro dell'umanità. Sono la nostra saggezza. E se non parlano, se sono senza senso, ma sono il simbolo della saggezza umana. Sono coloro che hanno fatto strada prima di noi e ci hanno lasciato tante cose belle, tanti ricordi, tanta saggezza".  

"Il nostro rapporto con la morte non riguarda mai il passato, ma sempre il presente. La cosiddetta cultura del 'benessere' cerca di rimuovere la realtà della morte, ma in maniera drammatica la pandemia del Coronavirus l'ha rimessa in evidenza". 

Nel corso della catechesi di questa mattina in Vaticano, il Papa ha rilevato "Tanti fratelli e sorelle hanno perduto persone care senza poter stare vicino a loro, e questo ha reso la morte ancora più dura da accettare e da elaborare. "Nonostante ciò - ha aggiunto - si cerca in tutti i modi di allontanare il pensiero della nostra finitudine, illudendosi così di togliere alla morte il suo potere e scacciare il timore. Ma la fede cristiana non è un modo per esorcizzare la paura della morte, piuttosto ci aiuta ad affrontarla". 

Dobbiamo però stare attenti a non confondere questo aiuto con derive anch'esse inaccettabili che portano a uccidere. Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. Ricordo che va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinchè i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. Infatti, la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata

"Il nostro rapporto con la morte non riguarda mai il passato, ma sempre il presente. La cosiddetta cultura del 'benessere' cerca di rimuovere la realtà della morte, ma in maniera drammatica la pandemia del Coronavirus l'ha rimessa in evidenza". 

Nel corso della catechesi di questa mattina in Vaticano, il Papa è tornato sul dolore provocato dalla pandemia "Tanti fratelli e sorelle hanno perduto persone care senza poter stare vicino a loro, e questo ha reso la morte ancora più dura da accettare e da elaborare. "Nonostante ciò - ha aggiunto - si cerca in tutti i modi di allontanare il pensiero della nostra finitudine, illudendosi così di togliere alla morte il suo potere e scacciare il timore. Ma la fede cristiana non è un modo per esorcizzare la paura della morte, piuttosto ci aiuta ad affrontarla".