Politecnico di Milano

Le case degli italiani sono diventate un po' più smart

L'Osservatorio IoT rileva l'aumento di dispositivi connessi in famiglia: circa metà degli italiani ne ha in casa almeno uno

Le case degli italiani sono diventate un po' più smart
GRANT HINDSLEY/AFP via Getty Images
Smart speakers

Alla riscossa del mercato elettrodomestici connessi (con135 milioni di euro spesi in nuovi dispositivi), smart speaker (130 milioni), soluzioni per la sicurezza (125 milioni), caldaie, termostati e condizionatori connessi per riscaldamento e climatizzazione (110 milioni), seguiti da casse audio, lampadine, smart plug e dispositivi per gestire tende e tapparelle da remoto.

Sono all'insegna dell'ottimismo i risultati della ricerca sulla 'casa intelligente' dell'Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. Però, precisa ancora l'Osservatorio, la crescita poteva essere ben più elevata, fino al +45%, se non fosse per la carenza di semiconduttori e materie prime, che ha pesato per 75 milioni di euro in mancate vendite.

La Smart Home quindi torna a crescere, con valori che hanno superato nel 2021 i livelli pre-pandemia, a quota 650 milioni di euro (+29% rispetto al 2020), pari a 11 euro in media per abitante. Il mercato italiano resta comunque lontano dai primi in classifica a livello europeo, con Regno Unito (4 miliardi di euro, +43%, 58,7 €/abitante) e Germania (3,9 miliardi di euro, +37%, 46,8 €/abitante) al top.

L’Italia comunque accorcia la distanza dalla Francia (1,3 miliardi di euro, +16%, 19,4 €/abitante) e sovrasta la Spagna (480 milioni di euro, +14%, 10,1 €/abitante).

Tutte le case (più o meno) intelligenti

Il concetto di Smart Home è sempre più conosciuto dal grande pubblico: Il 74% dei consumatori italiani ne ha sentito parlare almeno una volta (69% nel 2020, 68% nel 2019, 59% nel 2018) e il 46% degli italiani possiede in casa almeno un oggetto smart (erano il 43% nel 2020, 42% nel 2019, 41% nel 2018).

“Nell’ultimo anno è aumentato il livello di maturità del settore, sia sul fronte della domanda che su quello dell’offerta", commenta Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio IoT (Internet of Things). In particolare, le aziende non si limitano più alla sola vendita dell'hardware ma inseguono modelli di business che propongono servizi aggiuntivi, dagli abbonamenti alla teleassistenza alle assicurazioni pay-per-use con tariffe a consumo.

Verso l'interoperabilità

Oggetti smart di marchi e provenienza diversa che 'parlano' tra di loro: è la tanto attesa evoluzione delle tecnologie abilitanti per la Smart Home. In particolare, nel corso del 2021 si è consolidato lo sforzo delle aziende membri della Connectivity Standard Alliance (Csa) verso la stesura delle specifiche Matter, il protocollo per l’interoperabilità, seppur in ritardo sulla timeline definita nel 2020.

“Le prime dimostrazioni, presentate al Ces di Las Vegas a inizio 2022 testimoniano il buon livello di avanzamento delle specifiche definite ad oggi - spiega Antonio Capone, responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things - e la crescente maturità della tecnologia a supporto degli standard presenti sul mercato. I primi prodotti “Matter-compliant” sono attesi probabilmente per fine 2022, lasciando tempo ai produttori di concentrarsi sulla definizione degli elementi differenziali di prodotti e servizi annessi per riuscire a emergere nel nuovo scenario di Smart Home integrata”.