Referendum

La Consulta ha dichiarato inammissibile il quesito referendario sull'eutanasia

Per la Corte costituzionale "non sarebbe preservata la tutela minima necessaria della vita"

La Consulta ha dichiarato inammissibile il quesito referendario sull'eutanasia
ANSA/ANGELO CARCONI
Roma, il Palazzo della Consulta

La Consulta dice no al quesito referendario sull'eutanasia.

"La Corte costituzionale - si legge in una nota - si è riunita oggi in Camera di consiglio per discutere sull'ammissibilità del referendum denominato "Abrogazione parziale dell'articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)". In attesa del deposito della sentenza, l'Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili".

La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.

Oggi Camera di consiglio sugli altri 7 quesiti

I giudici tornano a riunirsi oggi, a partire dalle 9,30, per il vaglio di ammissibilità sugli altri 7 quesiti presentati. In giornata, dunque, si attende la decisione della Consulta sui 6 referendum in materia di giustizia e su quello sulla cannabis legale.

Intanto, giovedì pomeriggio riprenderà l'esame della proposta di legge sul fine vita alla Camera. E' quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

Associazione Coscioni: "Non ci fermiamo"

''Il cammino verso la legalizzazione dell'eutanasia non si ferma. Certamente, la cancellazione dello strumento referendario da parte della Corte costituzionale sul fine vita renderà il cammino più lungo e tortuoso, e per molte persone ciò significherà un carico aggiuntivo di sofferenza e violenza. Ma la strada è segnata''. Così in una nota l'Associazione Luca Coscioni.

''L'Associazione Luca Coscioni non lascerà nulla di intentato, dalle disobbedienze civili ai ricorsi giudiziari, "dal corpo delle persone al cuore della politica". Ci rivolgeremo anche alle forze politiche e parlamentari, in questi anni particolarmente assenti o impotenti, e prenderemo in considerazione la possibilità di candidarci direttamente a governare per realizzare le soluzioni che si affermano ormai in gran parte del mondo democratico. Il prossimo appuntamento è per l'11 e 12 marzo a Varsavia, per il Congresso del Movimento paneuropeo Eumans convocato insieme all'associazione Luca Coscioni per aprire un fronte europeo di iniziative per la libertà di scelte di fine vita e per l'abrogazione delle norme proibizioniste a livello europeo''.

Cappato: "Brutta notizia, avanti con altri strumenti"

"Questa per noi è una brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia". Lo ha detto Marco Cappato, dell'Associazione Luca Coscioni. "Sull'eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e dj Fabo. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina".

Mina Welby: "Sono triste e delusa, i più vulnerabili sono inascoltati" 

"Provo tanta tristezza pensando alle persone più vulnerabili le cui richieste resteranno inascoltate. Io ero sicura che la corte avrebbe deliberato a favore di questo referendum e sono rimasta molto delusa. Rimane l'ultima "speranza" del Parlamento...vorrei personalmente fare qualcosa per sensibilizzare al tema, non so ancora cosa". Così all'Ansa Mina Welby.

Beppino Englaro: "Non confondere la vicenda Eluana con eutanasia e suicidio assistito"

"I cambiamenti culturali hanno i loro tempi, per quanto riguarda la vicenda di Eluana sono stati impiegati 15 anni e 9 mesi, 5.750 giorni per arrivare al giudice di legittimità cioè la Cassazione, perché si esprimesse, il 16 ottobre 2007, quando l'incidente era cominciato il 18 gennaio 1992. Però attenzione: non bisogna confondere la vicenda di Eluana né con l'eutanasia né con il suicidio assistito, sono due cose distinte". È il commento di Beppino Englaro alla bocciatura dell'ammissibilità del referendum.

"Noi sapevamo già 30 anni fa che Eluana aveva il diritto di dire 'no grazie' all'offerta terapeutica, e che la morte accada", ha proseguito Englaro. "Qui è un discorso diverso perché qui si parla di un nuovo diritto, il suicidio assistito e eutanasia, mentre Eluana aveva già un suo diritto".

"C'era da aspettarsi questo nel nostro contesto, purtroppo, questa è la situazione culturale nel nostro Paese. Ma questo problema va affrontato perché sono i cittadini che vogliono una risposta. Se il Parlamento non la dà, bisogna allora aspettare che maturino i tempi". Beppino Englaro ha definito la sua famiglia "vittime sacrificali di una situazione culturale che non pensavamo potesse esistere", ricordando che la figlia "aveva acceso un cero perché morisse il suo amico Alessandro", affetto da una terribile patologia. "Non è la speranza l'ultima a morire - ha concluso - ma è il morire l'ultima speranza; Eluana avrebbe fatto la sua scelta senza alcuna paura perché non aveva paura della morte".

Letta: "È una spinta al Parlamento per approvare la legge"

"La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull'eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa". Così il segretario del Pd, Enrico Letta, su twitter.

Conte: "Ora correre sulla legge"

"Ci conforta che con il testo Perantoni, noi abbiamo un progetto normativo ben articolato. Ora quindi dobbiamo correre più decisi, sollecitare le altre forze politiche per portare avanti il nostro progetto". Lo dice il leader del M5S, Giuseppe Conte, in assemblea congiunta di deputati e senatori Cinquestelle sui referendum, a proposito della bocciatura, da parte della Consulta, del quesito sull’eutanasia. La Corte ha dichiarato l’inammissibilità “a questo punto la questione appare superata”, aggiunge. Spiegando ai parlamentari che già ieri "ragionavamo" sul fatto che il quesito così posto “creava un vuoto legislativo. Il consenso poteva essere acquisito senza controllo”.

"Abbiamo un testo, una discussione già avviata, l'imperativo morale è dare una risposta al paese e alle tante persone in difficoltà che chiedano procedure chiare e trasparente davanti a condizioni di vita che appaiono irreversibili. Noi su questo dobbiamo essere in prima fila a incitare le altre forze politiche".

Salvini: una bocciatura non è mai una buona notizia

"Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, commentando la bocciatura del referendum sull'eutanasia legale.

Meloni: sacrosanta la decisione della Consulta 

"Sacrosanta la decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum proposto dai radicali sull'omicidio del consenziente, anche se sano. Un quesito inaccettabile ed estremo che avrebbe scardinato il nostro ordinamento giuridico, da sempre orientato alla difesa della vita umana e alla tutela dei più fragili e deboli. Una sentenza di buon senso. C'è ancora spazio nel nostro ordinamento per difendere il valore della vita, come Fratelli d'Italia intende fare con il suo impegno". Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Gelmini: "Sono cattolica, bisogna rispettare le sofferenza"

"È un tema delicato che interroga la coscienza e la fede di ciascuno di noi. Sono cattolica, ma credo che si debbano rispettare le sofferenze di tante persone. Spero che su queste tematiche ci sia libertà di coscienza". A dirlo a Tg2 Post la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini.

Binetti: "Estrema soddisfazione per il no al quesito"

"La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull'omicidio del consenziente. Esprimo estrema soddisfazione. È passata la nostra linea: sulla vita non si vota. Mi auguro adesso che la Camera agisca coerentemente con le decisioni prese dalla Corte". Lo afferma in una nota Paola Binetti, senatrice dell'Udc.

Cei: "Dalla Consulta conferma inderogabile per la scelta di tutela della vita"

I vescovi italiani prendono atto "con favore" della decisione della Corte costituzionale che, con la decisione di oggi "ha confermato che l'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente è contraria al principio di tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili'". "In attesa del deposito della sentenza, - scrive la presidenza della Cei - prendiamo atto con favore di tale pronunciamento. È un invito ben preciso a non marginalizzare mai l'impegno della società, nel suo complesso, a offrire il sostegno necessario per superare o alleviare la situazione di sofferenza o disagio". 

La Cei ricorda poi che papa Francesco, durante l'udienza di mercoledì 9 febbraio, utilizzò "parole chiare" che i vescovi fanno proprie: '"La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti'. Occorre rivolgere maggiormente l'attenzione verso coloro che, in condizioni di fragilità o vulnerabilità, chiedono di essere trattati con dignità e accompagnati con rispetto e amore".

Pro vita & famiglia: sconfitto il "populismo bioetico" dei Radicali  

''La Corte Costituzionale ha respinto con forza il 'populismo bioetico' dei Radicali, che hanno tentato di portare l'eutanasia in Italia con un referendum sull'omicidio del consenziente che avrebbe permesso a chiunque di uccidere amici e parenti al loro minimo gesto di consenso. Siamo grati alla Corte per il coraggio con cui non si è fatta intimidire da pressioni politiche e mediatiche di ogni genere''. E' il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia.

''E' stata sventata una deriva mortifera - aggiunge Jacopo Coghe, presidente del Comitato 'No all'Eutanasia Legale' - ma incombono ancora spinte eutanasiche che ora il Parlamento è chiamato a scongiurare. La Corte ha indicato un livello minimo di tutela della vita umana fragile inviolabile e noi riteniamo che il progetto sul suicidio assistito violi quel livello minimo, andando oltre quanto la stessa Consulta ha deciso nel caso 'Cappato'. Dalla Camera - conclude la nota - ci aspettiamo una risposta importante che investa sulle cure palliative e aiuti i sofferenti a vivere con dignità, e non a farsi ammazzare''.

Adinolfi: vince l'Italia prolife 

Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia (PdF), commenta positivamente la decisione della Corte Costituzionale: ''La Consulta ha respinto il referendum sull'eutanasia, il Popolo della Famiglia ha spiegato per mesi che era un quesito irricevibile, tra le inutili irrisioni di chi non conosce il diritto. Avevamo spiegato a Marco Cappato che aveva raccolto le firme su un referendum imbroglio, sapeva benissimo che sarebbe stato respinto, ha cercato di costruire indebite pressioni sul sistema politico. Siamo lieti di aver viste riconosciute le nostre ragioni, la vita nell'ordinamento italiano è bene indisponibile. Grande vittoria dell'Italia prolife, è un 15 febbraio da ricordare''.