Lo scacchiere politico

La terza via di Calenda: "Discutiamo con tutti, tranne Cinquestelle e Fratelli d'Italia"

A Roma il congresso di Azione. Letta: "Insieme senza ambiguità vinceremo le politiche del 2023". Giorgetti: "Gli imprenditori hanno bisogno delle istituzioni al proprio fianco". Speranza: "Difendere l'universalità del servizio sanitario nazionale"

La terza via di Calenda: "Discutiamo con tutti, tranne Cinquestelle e Fratelli d'Italia"
rainews
L'intervento di Carlo Calenda al congresso di Azione

"Discutiamo con tutti i leader in modo aperto e costruttivo perché in Italia abbiamo una crisi di responsabilità, che va risolta dentro la politica. La politica non riesce ad assumersi la responsabilità del buon governo. Quindi si votano i provvedimenti al Consiglio dei ministri e poi si bocciano in Parlamento: un segnale molto deteriore che viene dalla Lega e dal Pd. Serve serietà e responsabilità". Non risparmia le critiche agli alleati di maggioranza il leader di Azione Carlo Calenda, parlando ai cronisti in apertura del primo congresso del partito da lui fondato, Azione.

"I nostri interlocutori - prosegue - sono tutti quelli che si riconoscono nella necessità dell'Europa e dello stato di diritto, qualcosa in più della semplice democrazia, gli eredi delle grandi famiglie, i popolari, i socialdemocratici e i liberali. Dovremmo governare con loro ma sono sottomessi a sovranisti e i populisti: così alle prossime elezioni avremo le solite formazioni, Fi con Lega e FdI, e dall'altro lato Pd con i 5S. E si parlerà di comunisti e fascisti. Noi invece siamo per una terza opzione da offrire ai cittadini. Poi non esiste un partito senza un congresso, senza un radicamento sociale. Se la Lega è quella di Giorgetti si può dialogare, se è quella di Salvini che dice una cosa e poi un'altra, no. Non si può governare inseguendo tutte le fettine dell'elettorato. Questa apertura non vale con i Cinquestelle che hanno inquinato la politica italiana in termini di valori, con la tesi che uno vale uno sul piano della competenza. Hanno distrutto il lavoro fatto su Industria 4.0, su Ilva. Io quelle cose non me le dimentico. E' un partito che non ha valori senza bussola: non è un interlocutore". Intervenendo più tardi dal palco, Calenda ha chiuso le porte anche anche a Fratelli d'Italia: "Il dialogo si fa a partire da valori comuni". Un approccio che estende anche allo scenario europeo: "Noi non costruiremo l'Europa con Polonia e Ungheria e, prima o poi, bisogna mandarli fuori dall'Europa e continuare con i grandi Paesi fondatori".

Tra gli altri temi toccati nel suo intervento, la scuola: "Viene prima di ogni altro problema di qualsiasi natura che questo Paese può avere. L'Italia è il paese con meno laureati dell'Unione Europea, il 70% dei ragazzi del sud non hanno mai preso in mano un libro. È un disastro che chiama in causa tutti".

"Siamo il sesto partito italiano", ha inoltre sottolineato, iscrivendo Azione alla tradizione liberalsocialista di Carlo Rosselli e Piero Gobetti: "Non aspiriamo al centrismo. Crediamo nel pensiero che mette in equilibrio la potenza della libertà individuale e la società in cui si vive. Se quella società si spacca anche lo sforzo dell'individuo decade".

Ad aprire i lavori è stato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, uscito vincitore dalle amministrative di ottobre a cui Calenda raccolse il 19,8% delle preferenze: "È un momento delicato e importante della vita del nostro Paese e dell'Europa - ha detto Gualtieri - Carlo Calenda è stato uno dei protagonisti della sfida elettorale di Roma e ha contribuito ad arricchire il dibattito pubblico. Oggi Azione è all'opposizione in Consiglio Comunale ma sta interpretando questo ruolo in maniera costruttiva e intelligente e io voglio ringraziare per questo. La buona amministrazione e i programmi chiari non bastano. Per rilanciare la Capitale occorre un grande patto generale per il futuro e il rilancio di Roma, che richiede il contributo di tutti, a prescindere dal ruolo che svolgono nelle istituzioni. Per questo ho chiesto anche il contributo della minoranza, per cogliere una opportunità che non si ripeterà nella storia, come quella del Pnrr. Dobbiamo mettere insieme tutte le energie economiche, sociali e politiche di questa città".

Diversi poi gli esponenti di maggioranza intervenuti. Il segretario del Partito democratico Enrico Letta punta a rinsaldare i rapporti: "Si sente una energia in questa sala che mi fa venire i brividi. Una energia che fa sì che la politica non sia quella cosa sporca e brutta che spesso viene raccontata", ha detto, "sono sicuro che insieme faremo grandi cose per il futuro del nostro paese, che insieme senza ambiguità vinceremo le politiche del 2023 e dopo il voto daremo un governo riformista, democratico e europeista eletto dai cittadini per rendere la politica al servizio del nostro Paese. Sono sicuro che discuteremo, ma anche che litigheremo, con Carlo funziona così, ma poi sempre si prenderanno le decisioni giuste per il bene del Paese". Letta ha anche ribadito il pieno sostegno al governo Draghi e si è soffermato sulle decisioni prese ieri, su energia e industria dell'auto ma soprattutto sulla subordinazione dei bonus edilizi all'applicazione dei contratti nazionali di settore: "Un gesto fondamentale".

Poi è stato il turno del ministro dello Sviluppo Economico, il leghista Giancarlo Giorgetti: "Non vorrei che tutta questa necessità e urgenza di riforme e cambiamento, che in parte viene portata avanti dal governo Draghi, si riducesse alla discussione sulla legge elettorale e in particolare sul proporzionale", ha spiegato, facendo riferimento al dibattito sul superamento del maggioritario che si è aperto dopo la settimana di votazioni sul Quirinale, che ha messo in evidenza la fragilità delle due coalizioni di centrodestra e giallorossa. È poi passato ad affrontare i temi economici: "Veniamo da due anni contraddistinti dal ciclone pandemico e che hanno visto una politica economica fatta di ristori, sostegni, una politica fatta nell'ottica dell'emergenza, per tamponare quella che era una grave situazione di domanda e di difetto di reddito. Ora dobbiamo fare uno sforzo ulteriore e capire che questo è un tempo in cui dobbiamo occuparci dell'offerta e non più della domanda. Questa è una epoca di investimenti. Come sta scritto in tutti i documenti europei, la rivoluzione energetica cambia il nostro approccio. La miccia non può che partire dagli imprenditori, sono loro che fanno lo sviluppo. Ma gli imprenditori hanno bisogno di avere lo stato e le istituzioni al loro fianco. Per questo ieri abbiamo fatto un passo importante nell'automotive", ha aggiunto Giorgetti.

"Io ho difficoltà a trovare punti su cui non siamo d'accordo, penso che faremo molte battaglie insieme", è la previsione del presidente di Italia Viva Ettore Rosato, "penso al tema della giustizia, penso che insieme faremo le battaglie referendarie, e penso che sulle riforme la vediamo alla stessa maniera. La politica è la fatica di trovare non le cose che ci dividono ma le cose che ci accomunano e di metterle insieme. Peraltro facciamo parte della stessa famiglia europea, e anche sulla politica estera non trovo differenze".

Per il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani "Azione è un partito nuovo e giovane che svolge un ruolo importante. Bene che ci sia un confronto e che ci sia un dialogo, visto che siamo tutti insieme in un governo di unità nazionale. Un governo che non è sorretto da una maggioranza politica, ma da una maggioranza che ha deciso di togliersi di dosso la maglietta di partito e ha indossato quella della nazionale. Abbiamo messo l'Italia davanti a tutto senza rinunciare alla propria identità. Non è facile tenere insieme Speranza e Tajani, Letta e Salvini. Ma quando c'è un interesse prioritario, quando c'è da fare qualcosa che una maggioranza politica da sola non ce la fa a fare, è bene mettersi al servizio del Paese. Se non fossimo stati insieme, uniti, senza rinunciare alla nostra identità, se non ci fosse stato questo governo non saremo riusciti a sconfiggere il Covid".

Tutto concentrato sui temi sanitari l'intervento del segretario di Articolo Uno e ministro della Salute Roberto Speranza: "Possiamo guardare con fiducia alle prossime settimane. Non avviene per caso, ma perché la nostra comunità nazionale è stata all'altezza della sfida a cui ci ha chiamato la comunità scientifica. Serve un grande patto-paese con lavoratori, professionisti, imprese, ricercatori per costruire quel rilancio del servizio sanitario nazionale che è precondizione per un paese più forte. Anche nel nostro paese, la piegatura della curva pandemica dal lato giusto è avvenuta senza restrizioni generali. La sfida delle prossime settimane è quella indicata da Papa Francesco con parole luminose: peggio di questa crisi c'è solo il rischio di sprecarla. Ebbene, non dobbiamo sprecarla. Dobbiamo considerare le risorse sulla salute non un costo ma un investimento. Significa difendere l'universalità del nostro servizio sanitario nazionale. Sono i valori della nostra costituzione: se un essere umano sta male, non conta quanti soldi hai o da quale parte del mondo vieni perché hai diritto ad essere curato". Un punto di vista che Calenda, intervenendo dal palco, ha sposato: "Mi ritrovo nelle parole di Speranza sul sistema sanitario".

Benedetto della Vedova, segretario di +Europa con cui Azione ha recentemente avviato una federazione, ha ribadito che "stiamo costruendo un'alleanza riformista, europeista", che si aprirà ad altri soggetti "solo se saremo forti anche da soli". Non ha poi risparmiato una stilettata alla Lega: "Sono contento che Salvini sia garantista, ma se sei un garantista vero devi tenere alle ragioni dei migranti, dei ragazzi in galera magari per colpa di uno spinello".