Al Teatro Ariston inizia lo spettacolo

I Maneskin, Achille Lauro, Morandi e Ranieri: Sanremo parte forte all'insegna della continuità

Il terzo capitolo di una saga musicale: si rinnova la convinzione che qui si fa la storia, che gli italiani sono i nuovi big internazionali

I Maneskin, Achille Lauro, Morandi e Ranieri: Sanremo parte forte all'insegna della continuità
Ansa
L'esterno dell'Ariston

La formula che ha funzionato nel 2020 e nel 2021 viene replicata, aggiornata, potenziata. Sanremo 2022 sembra costruito come fosse un sequel, con una linea orizzontale fatta di scelte musicali e ospiti. È il terzo episodio di una serie che è partita luminosa con Diodato e Bugo; che è continuata con Fiorello di fronte a una sala vuota, sospeso nel lockdown come Luke ne L'impero colpisce ancora; e che approda ora al gran finale.

Dopo aver visto sul palco dell'Ariston, gli artisti in gara, e ascoltato dal vivo le loro canzoni, la continuità artistica tra le due passate edizioni e questa è molto evidente. I Maneskin sono diventati un fenomeno mondiale? Eccoli di nuovo subito qui ospiti. E il rock spunta negli arrangiamenti di altri brani. Le vibrazioni vanno in sfida quasi reclamando con grinta da palco una primogenitura. Michele Bravi non ha un po' il look di Damiano?

Achille Lauro è ormai una presenza fissa, allora - sembra aver pensato Amadeus - è il caso di ribadire il suo stile, colloquiale, post Vasco, schierando artisti omogenei: Tananai, Blanco. Il bel canto è sapientemente rimesso in discussione; e un certo nuovo pop venato di hip hop ricorre nella selezione.

La prima repubblica della musica è ben rappresentata. Tanti "sanremesi", anche reduci da Canzonissima. Nelle "quote" di presenza che i veterani si dividono con i provenienti dai talent, una percentuale viene assicurata anche ai social e a TikTok: su tutti citiamo Matteo Romano. Si corteggia da anni il mondo smaterializzato degli adolescenti. Continuità verso il passato, verso il futuro. Tante generazioni in campo.

Si rinnova la convinzione che qui si fa la storia, che gli italiani sono i nuovi big internazionali: Laura Pausini, quella dei Grammy e del Golden Globe; Matteo Berrettini, numero 6 del tennis mondiale; Ornella Muti, una delle nostre attrici più celebri all'estero, la figlia di Ming in Flash Gordon.

Il filo rosso continua nei generi. Non ascolteremo il pop alternativo dei Coma_Cose, ma il festival alluderà a loro attraverso Highsnob e Hu; la sperimentazione diventa un giocattolo dance per Ditonellapiaga e Rettore che citano Moroder. C'è voglia di ballare e stare sereni. "Le canzoni rincorrono bisogni primari" dice Coletta. Così Sanremo riafferma anche la sua natura più antica.

La prima serata promette tanto. Ed entro sabato qualcosa ci resterà nella testa, un tormentone, un motivetto, un tema che al primo ascolto magari sembrerà superficiale: sarà la modernità di Mahmood e Blanco, i favoriti, di Aka7even? O sarà il mestiere di Morandi e Ranieri? Qualcosa ci esploderà dentro e riconosceremo quella sensazione antica, il piacere di imparare una canzone, di condividere una scelta estetica, di far parte di una grande famiglia: nonni, genitori, figli e nipoti nella musica.