Il richiamo del Presidente della Repubblica

Mattarella nel discorso di insediamento: "Serve una profonda riforma della giustizia"

Il commento del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia: "I moniti del Presidente vedono già i magistrati tutti pronti a proseguirne l’attuazione in condivisione piena della centralità della Costituzione"

Mattarella nel discorso di insediamento: "Serve una profonda riforma della giustizia"
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Giuramento del presidente Mattarella

Il tema della giustizia è stato probabilmente quello su cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso di insediamento, ha concentrato maggiori criticità. 

“Nell’inviare un saluto alle nostre Magistrature - elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della nostra società - mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia – ha detto il capo dello Stato -. Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”.

“Nella salvaguardia dei principi, irrinunziabili, di autonomia e di indipendenza della magistratura - uno dei cardini della nostra Costituzione – l’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della Magistratura devono corrispondere alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini”, ha precisato Mattarella.   

“È indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della magistratura - ha detto ancora il Presidente della Repubblica - possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono restare estranee all’Ordine giudiziario”.

Di qui, ha ribadito Mattarella, l’esigenza che “venga recuperato un profondo rigore. In sede di Consiglio Superiore ho da tempo sottolineato che indipendenza e autonomia sono principi preziosi e basilari della Costituzione ma che il loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini: questo sentimento è fortemente indebolito e va ritrovato con urgenza”.     

“I cittadini devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’Ordine giudiziario – ha aggiunto il capo dello Stato -. Neppure devono avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone. Va sempre avvertita la grande delicatezza della necessaria responsabilità che la Repubblica affida ai magistrati”.     

Quindi l’esortazione finale: “la magistratura e l'avvocatura -ha concluso il Presidente della Repubblica- sono chiamate ad assicurare che il processo riformatore si realizzi, facendo recuperare appieno prestigio e credibilità alla funzione giustizia, allineandola agli standard europei”.

La replica a questa parte del discorso di Mattarella arriva dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia

“I moniti del Presidente vedono già i magistrati tutti pronti a proseguirne l’attuazione in condivisione piena della centralità della Costituzione, che deve essere il faro e l’orientamento sia per i magistrati nell’esercizio quotidiano del rendere giustizia che del legislatore nel dare rapido corso alle necessarie riforme”, ha detto. 

Il commento a caldo sul passaggio del discorso del Presidente della Repubblica dedicato alla giustizia è arrivato anche dalla presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi.

“Confortano le dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel richiamare insieme avvocatura e magistratura a dare impulso al processo riformatore per restituire alla giustizia la centralità e la credibilità che deve esigere”, ha precisato.

“L’avvocatura c’è - conclude la presidente del Cnf Masi - ed è naturalmente disponibile al richiamo, ma confidiamo anche nel riconoscimento a una pari dignità, condizione più volte evocata dal presidente Mattarella, nel ruolo e nelle funzioni, e di essere finalmente ascoltati e non semplicemente ‘sentiti’”.