Nella notte riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza Onu

Oggi le sanzioni economiche contro Mosca, ma ancora non c'è accordo tra Usa ed Europa

Il riconoscimento russo delle repubbliche separatiste ucraine scatena le reazioni diplomatiche. I primi tank russi sono già entrati a Donetsk

Oggi le sanzioni economiche contro Mosca, ma ancora non c'è accordo tra Usa ed Europa
Publizist.ru
Sanzioni Usa

In meno di due ore il Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite ha chiuso la riunione straordinaria convocata dopo che la Russia ha riconosciuto le regioni secessioniste ucraine di Donetsk e Lugansk e vi ha inviato i propri militari in quella che ha definito 'forze di pace'.

La Russia, che attualmente detiene la presidenza di turno del Consiglio, voleva che fosse a porte chiuse , ma gli Stati Uniti hanno insistito che la riunione fosse pubblica. 

L'ambasciatore degli Stati Uniti all'ONU Linda Thomas-Greenfield ha detto che: "Il Consiglio di sicurezza deve esigere che la Russia rispetti la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, uno Stato membro delle Nazioni Unite", e ha aggiunto che "L'annuncio della Russia non è altro che teatro, apparentemente progettato per creare un pretesto per un'ulteriore invasione dell'Ucraina". Gli Stati Uniti hanno annunciato che oggi imporranno nuove sanzioni contro la Russia: "Ci stiamo coordinando con i nostri alleati e partner su questo annuncio", ha detto un portavoce della Casa Bianca. 

Ieri sera erano state varate sanzioni economiche contro le repubbliche separatiste. Biden ha firmato un decreto che vieta nuovi investimenti, scambi e finanziamenti da parte di entità statunitensi nelle regioni di Donetsk e Luhansk. Jen Psaki, la portavoce della Casa Bianca, ha spiegato che il decreto consentirà agli Stati Uniti di imporre sanzioni alle persone che operano nelle due aree. 

Anche l'Unione europea ha fatto sapere che "reagirà con sanzioni contro coloro che sono coinvolti in questo atto illegale", ma non ha fornito alcun dettaglio sulle misure ne' sugli obiettivi precisi. Chi invece si ha annunciato sanzioni già per oggi è il primo ministro britannico Boris Johnson. Londra tra l'altro è la principale piazza finanziaria utilizzata dalle società russe, le banche e gli oligarchi legati al regime. 

L'ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vasily Nebenzia si è limitato a dire che la Russia non chiude la porta alla "diplomazia" per risolvere la crisi in Ucraina, ma che impedirà un "bagno di sangue" nei territori separatisti di cui Mosca ha appena riconosciuto l'indipendenza.

I confini dell'Ucraina rimangono "immutabili" a prescindere dalle recenti azioni della Russia, ha replicato l'ambasciatore di Kiev, Sergiy Kyslytsy: "I confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina sono stati e rimarranno immutabili indipendentemente da qualsiasi dichiarazione e azione della federazione russa".

Delle possibili sanzioni da imporre a Mosca si è molto parlato già nei giorni scorsi: paralizzare il settore bancario russo, limitare l'accesso ai semiconduttori, sanzionare lo stesso Putin o comunque il suo entourage più vicino. Anche gli alleati europei hanno auspicato l'adozione di sanzioni, ma per ora nulla di concreto. La moderazione e la cautela nei passi riflette la difficoltà di trovare una risposta unificata, che faccia coincidere gli interessi di tutti e sia proporzionale ai passi di Putin. L'Italia per esempio vorrebbe che dal pacchetto venisse escluso il settore energetico vista la grande dipendenza dalle forniture di gas russo, e così pure la Germania. Per gli Stati Uniti imporre sanzioni a Mosca non rappresenta un grande problema economico, tutto il contrario per l'unione Europea il cui interscambio commerciale con Mosca è dalle otto alle dieci volte superiore a quello russo-americano.