Cesvi: risposte urgenti alla grave crisi di alcune zone dell'Africa

Oltre la pandemia, il clima e i conflitti. Mix letale per il Corno d'Africa

Dopo 3 stagioni di piogge scarse, una delle peggiori siccità sta colpendo il Corno d'Africa Le Nazioni Unite stimano 5,5 milioni di bambini affetti da malnutrizione acuta. Oms: in Africa è vaccinato appena l'11% della popolazione

Oltre la pandemia, il clima e i conflitti. Mix letale per il Corno d'Africa
RIJASOLO/AFP/Getty Images
Villaggio africano, immagine di repertorio

La siccità, i conflitti, la fame e, come se non bastasse, il covid sono all'origine delle difficili condizioni di oltre 13 milioni di persone tra Kenya, Somalia e Etiopia. Una situazione che il Cesvi, in occasione del vertice Unione europea-Unione africana, in corso a Bruxelles, ribadisce essere urgente e che necessita di un "approccio multidimensionale, con interventi a 360 gradi".

"Siamo abituate a convivere con la fame, fin da piccole. Ma non avere nulla per sfamare tuo figlio è un'altra cosa". Ogni settimana, sfidando il caldo tipico della stagione secca, Ima, 20 anni da poco compiuti, percorre due ore di cammino per raggiungere il centro di salute materna e infantile di Burat, in Kenya, dove il suo bambino, gravemente malnutrito, riceve le cure dei medici. Jonathan, due anni appena, è uno dei piccoli pazienti del centro gestito da Cesvi nella Contea di Isiolo, nel Kenya centrale. 

13 milioni le persone tra Kenya, Somalia e Etiopia in condizione di grave insicurezza alimentare

Il Paese, come il resto del Corno d'Africa, sta sperimentando una delle peggiori siccità degli ultimi decenni, dopo tre stagioni consecutive di piogge scarse.

Le Nazioni Unite stimano che siano 13 milioni le persone tra Kenya, Somalia e Etiopia in condizione di grave insicurezza alimentare, 5,5 milioni i bambini affetti da malnutrizione acuta. La siccità ha decimato i raccolti (con perdite del 70%) e provocato una moria di capi di bestiame, a milioni, principale fonte di sostentamento delle famiglie. Il Corno d'Africa, dichiara ancora l'ong, è un caso emblematico dove si concentra quel mix letale - clima, Covid, conflitti - che sta affamando il mondo. La siccità infatti è solo l'ultima emergenza in ordine di tempo a colpire popolazioni ancora alle prese con le conseguenze delle inondazioni del 2019, dell'invasione biblica delle locuste dello stesso anno, dei conflitti armati (Etiopia e Somalia), della pandemia.

Cesvi e i programmi sicurezza alimentare

I programmi per la salute materna e infantile non sono gli unici che l'organizzazione umanitaria ha messo in campo nella regione. Dal 2009 Cesvi porta avanti numerosi progetti che mirano a promuovere la sicurezza alimentare, soprattutto di donne e gruppi vulnerabili, l'igiene e l'accesso all'acqua potabile. Più di recente ha avviato programmi per rispondere all'emergenza Covid-19: da un lato con interventi per arginare la diffusione del virus (stazioni per il lavaggio delle mani, campagne di sensibilizzazione e distribuzione di dispositivi di protezione) dall'altro con programmi di sostegno (Cash Assistance) concepiti per mitigare le conseguenze economiche della pandemia. 

Pandemia in Kenya, 2 milioni di persone sotto la soglia di povertà. In Africa appena l'11% della popolazione è vaccinata

Il Covid-19 infatti ha ridotto drasticamente le fonti di reddito della popolazione. Solo in Kenya la Banca mondiale stima siano 2 milioni le persone scivolate sotto la soglia di povertà a causa della pandemia. Intanto la campagna di immunizzazione arranca, come nel resto del Continente. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità appena l'11% della popolazione in Africa ha ricevuto il vaccino

In occasione del vertice Unione europea, il Cesvi ribadisce la necessità di fornire subito una risposta alla grave crisi che ha colpito questa area dell'Africa Subsahariana: "È urgente adottare un approccio multidimensionale con interventi a 360 gradi per affrontare problemi endemici di questa area come il cambiamento climatico e le carestie che conseguono, la fame e la malnutrizione, i conflitti e il Covid. La liberalizzazione dei vaccini, auspicabile e necessaria, da sola non potrà essere sufficiente: tutti i diversi fattori che impattano negativamente su questi Paesi devono essere trattati di concerto per fornire una risposta che possa essere in grado di accrescere la resilienza, l'empowerment e la sicurezza alimentare di queste comunità", commenta il vicedirettore generale di Cesvi, Roberto Vignola.