Rapporto sui cambiamenti climatici

Siccità ed eventi estremi: il clima fa paura. Onu: "Agire subito. Ritardo significa morte"

Il cambiamento climatico sta già uccidendo le persone, distruggendo la natura e rendendo il mondo più povero

Siccità ed eventi estremi: il clima fa paura. Onu: "Agire subito. Ritardo significa morte"
Getty
Allarme siccità

I cambiamenti climatici indotti dall'uomo stanno causando pericolosi e diffusi sconvolgimenti nella natura e colpiscono la vita di miliardi di persone in tutto il mondo, nonostante gli sforzi per ridurre i rischi.

Città sempre più a rischio. Ondate di calore, tempeste, siccità e inondazioni minacciano la salute, le vite e i mezzi di sussistenza delle persone, nonché infrastrutture critiche, compresi i sistemi energetici e di trasporto.

E' quanto emerge dal nuovo rapporto dell'Ipcc ''Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability'', (Cambiamenti climatici 2022: impatti, adattamento e vulnerabilità) pubblicato oggi. 

Un orso polare nell'arcipelago della Terra di Francesco Giuseppe, Russia il 16 agosto 2021. (Foto di EKATERINA ANISIMOVA/AFP via Getty Images)
Un orso polare nell'arcipelago della Terra di Francesco Giuseppe, Russia il 16 agosto 2021.

Con un riscaldamento globale di +1,5 gradi, nei prossimi due decenni il mondo affronterà molteplici rischi climatici inevitabili. Anche il superamento temporaneo di questo livello di riscaldamento provocherà ulteriori gravi impatti, alcuni dei quali saranno irreversibili "poiché i sistemi naturali e umani sono spinti oltre la loro capacità di adattamento", causando "una moria di massa in specie come alberi e coralli".

Questi eventi meteo estremi hanno "impatti a cascata sempre più difficili da gestire" e hanno "esposto milioni di persone a una grave insicurezza alimentare e idrica, soprattutto in Africa, Asia, Centro e Sud America, nelle Piccole Isole e nell'Artico". E' l'allarme lanciato dagli scienziati Onu esperti in cambiamento climatico (Ipcc).

Un giovane ragazzo della tribù Turkana nel Kenya settentrionale si trova sul letto di un fiume prosciugato Getty
Un giovane ragazzo della tribù Turkana nel Kenya settentrionale si trova sul letto di un fiume prosciugato

Serve un'azione urgente

"Per evitare una perdita crescente di vite umane, biodiversità e infrastrutture, urge un'azione ambiziosa e accelerata per adattarsi ai cambiamenti climatici, riducendo nel contempo in modo rapido e profondo le emissioni di gas serra", sostiene il gruppo di esperti rilevando che "finora i progressi in materia di adattamento non sono uniformi" con "i divari più grandi tra le popolazioni a basso reddito".

Realizzare un modello di sviluppo resiliente al clima è già adesso, agli attuali livelli di riscaldamento globale, una sfida complessa. L'obiettivo sarà ancora più difficile da raggiungere se l'aumento della temperatura dovesse superare i +1,5 gradi, in alcune regioni sarà impossibile se dovesse superare i +2 gradi.  

Questo rapporto "è un terribile avvertimento sulle conseguenze dell'inazione", ha affermato Hoesung Lee, presidente dell'Ipcc, aggiungendo che "dimostra che il cambiamento climatico è una minaccia grave e crescente per il nostro benessere e per un pianeta sano. Le nostre azioni di oggi daranno forma al modo in cui le persone si adattano e la natura risponde ai crescenti rischi climatici". 

Questo rapporto è un terribile avvertimento sulle conseguenze dell'inazione. Dimostra che il cambiamento climatico è una minaccia grave e crescente per il nostro benessere e per un pianeta sano. Le nostre azioni di oggi daranno forma al modo in cui le persone si adatteranno e la natura saprà rispondere ai crescenti rischi climatici

Hoesung Lee, presidente IPCC

La soluzione nelle città

Nel mondo circa 3,3-3,6 miliardi di persone vivono in contesti altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici. Le città, dove vive più della metà della popolazione mondiale, sono al centro degli impatti e dei rischi dei cambiamenti climatici ma sono anche una parte cruciale della soluzione.  

Il panel intergovernativo di esperti spiega che "la salute, la vita e i mezzi di sussistenza delle persone, così come le proprietà e le infrastrutture critiche, inclusi i sistemi energetici e di trasporto, sono sempre più influenzati dai rischi derivanti da ondate di caldo, tempeste, siccità e inondazioni, e il fenomeno più lento di innalzamento del livello del mare". 

Edifici verdi, forniture affidabili di acqua pulita ed energia rinnovabile e sistemi di trasporto sostenibili che collegano le aree urbane e rurali, "tutto può portare a una società più inclusiva e più giusta", osserva la co-presidente del gruppo di lavoro II dell'Ipcc Debra Roberts.

Gli esperti avvertono che per prevenire in modo adeguato i rischi occorre "coinvolgere tutti nella pianificazione, con l'attenzione all'equità e alla giustizia e attingendo alla conoscenza indigena e locale".   Occorre intervenire anche sulla natura che ha un "potenziale non solo per ridurre i rischi climatici, ma anche per migliorare la vita delle persone": ecosistemi "sani sono più resistenti ai cambiamenti climatici e forniscono servizi vitali come cibo e acqua pulita".

La crescente urbanizzazione e il cambiamento climatico insieme creano rischi complessi, soprattutto per quelle città che sperimentano una crescita urbana mal pianificata, alti livelli di povertà e disoccupazione, e una mancanza di servizi di base

Debra Roberts, copresidente del gruppo di lavoro II dell'Ipcc

Quattro rischi per l'Europa

Per l'Europa gli scienziati del clima dell'Onu (Ipcc) indicano quattro categorie di rischi-chiave ciascuno correlato al livello di riscaldamento globale e alle azioni di adattamento, cioè di prevenzione. 

Le quattro categorie di rischio sono: ondate di calore su popolazioni e ecosistemi, rischi per la produzione agricola, di scarsità di risorse idriche e rischi prodotti da maggiore frequenza e intensità di inondazioni.

Se il livello di adattamento ai cambiamenti climatici rimane basso - spiegano gli esperti - questi rischi diventano più gravi con un riscaldamento di 2 C rispetto a un innalzamento della temperatura di 1,5 C".

La prima categoria di rischio che emerge è quella legata all'impatto delle ondate di calore su popolazioni e ecosistemi. "E' atteso che il numero di decessi e persone a rischio di stress da calore raddoppierà o triplicherà per un innalzamento della temperatura pari a 3 C, rispetto a 1,5 C.

Il riscaldamento ridurrà gli habitat adatti agli attuali ecosistemi terrestri e marini e cambierà irreversibilmente la loro composizione, con effetti la cui gravità aumenta al di sopra del livello di riscaldamento globale di 2 C.

Le misure di adattamento allo stress termico della popolazione e il contenimento dei rischi da ondate di calore necessitano di molteplici interventi su edifici e spazi urbani. Queste misure devono essere anticipate nell'Europa meridionale, dove il rischio è maggiore rispetto alle aree più a nord".

Inondazioni in Germania: regione del fiume Elba settentrionale Getty
Inondazioni in Germania: regione del fiume Elba settentrionale

Una condizione irreversibile di aridità: 120 mln di europei a rischio

Dalle analisi del lungo periodo, emergono significativi incrementi del rischio di siccità in tutti gli scenari, con un incremento particolarmente rilevante per l'area del Mediterraneo.

In Europa, l'aridità colpirebbe una porzione crescente di popolazione: con riscaldamento di 3°C sopra i livelli preindustriali, si stima che 170 milioni di persone saranno colpite da siccità estrema. Contenendo il riscaldamento a 1,5°C, la popolazione esposta a queste condizioni scenderebbe a 120 milioni.

Nell'Europa meridionale il numero di giorni con insufficienti risorse idriche (disponibilità inferiore alla richiesta) e siccità aumenta in tutti gli scenari di riscaldamento globale. Nelle prospettive di un aumento della temperatura globale di 1,5°C e 2°C la scarsità idrica riguarda, rispettivamente, il 18% e il 54% della popolazione. Analogamente, l'aridità del suolo aumenta con l'aumentare del riscaldamento globale: in uno scenario di innalzamento della temperatura di 3°C l'aridità del suolo risulta del 40% superiore rispetto a uno scenario con innalzamento della temperatura a 1,5°C.

Allarme Mediterraneo

Il livello del mare nel Mediterraneo è aumentato di 1,4 mm l'anno nel corso del XX secolo. L'incremento è accelerato alla fine del secolo e ci si attende continui a crescere in futuro a un tasso simile alla media globale, raggiungendo valori potenzialmente prossimi al metro nel 2100 in caso di un alto livello di emissioni.    

L'innalzamento del livello del mare, sottolinea lo studio, ha già un impatto sulle coste del Mediterraneo e in futuro aumenterà i rischi di inondazioni costiere, erosione e salinizzazione. Le coste sabbiose strette che sono di grande valore per gli ecosistemi costieri e per il turismo sono a rischio di scomparsa.    

L'adattamento include opere ingegneristiche (di varia scala) e sistemi soft/ecosistemici, oltre all'arretramento della linea di costa. Le opere ingegneristiche, nonostante la loro efficienza, hanno effetti negativi sugli ecosistemi, sull'attrattività turistica delle coste e sui costi economico-finanziari, che le rendono vantaggiose solo per zone densamente popolate. I sistemi soft/ecosistemici sono limitati dalla competizione con altre attività nell'uso del territorio. In molti paesi del Mediterraneo, la pianificazione non risulta prendere in considerazione la possibilità di marcati aumenti del livello del mare.

Città e insediamenti costieri sempre più a rischio dal 2100, in assenza di azioni significative di adattamento e mitigazione. La popolazione a rischio nelle città e negli insediamenti costieri aumenterà di circa il 20% con un innalzamento medio globale del livello del mare di 0,15 mt rispetto ai livelli attuali; raddoppierà con un innalzamento di 0,75 m e triplicherà con +1,4 mt.

Adattarsi al clima che cambia

Ci sono soluzioni per adattarsi a un clima che cambia. Il Rapporto dell'IPCC fornisce nuovi approfondimenti sul potenziale della natura non solo per ridurre i rischi climatici, ma anche per migliorare la vita delle persone. "Ecosistemi in salute sono più resilienti di fronte ai cambiamenti climatici e forniscono servizi essenziali per la vita, come cibo e acqua", ha detto il co presidente del gruppo di lavoro II dell'IPCC Hans- Otto Portner.

"Ripristinando gli ecosistemi degradati e conservando efficacemente ed equamente il 3050% degli habitat terrestri, d'acqua dolce e marini, le società umane possono trarre beneficio dalla capacità della natura di assorbire e immagazzinare carbonio. In questo modo possiamo accelerare il progresso verso lo sviluppo sostenibile, ma sono essenziali finanziamenti adeguati e sostegno politico".

Vista della barriera corallina della riserva marina di Hol Chan alla periferia del villaggio di San Pedro, ad Ambergris Cay, Belize Getty
Vista della barriera corallina della riserva marina di Hol Chan alla periferia del villaggio di San Pedro, ad Ambergris Cay, Belize

Guterres: "Ritardo significa morte"

"Ho visto molti rapporti scientifici nella mia vita ma nessuno come questo. Il rapporto IPPC è una collana di sofferenze umane". Mettendo sul banco degli imputati la climate leadership globale, "accumulando fatti su fatti rivela come tutta la popolazione del pianeta è colpita dai mutamenti climatici". Infatti "quasi metà popolazione vive in un'area di pericolo, ora, e molti ecosistemi sono al punto di non ritorno, ora". E allora "i fatti sono innegabili" e "questa rinuncia alla leadership è criminale". Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni unite, non usa mezzi termini intervenendo alla presentazione del nuovo rapporto IPCC sui mutamenti climatici in atto.  

"I più grandi inquinatori del mondo sono colpevoli per l'incendio della nostra unica casa", dice Guterres, "è essenziale limitare a 1,5 gradi l'aumento delle temperature" e "la scienza chiede di ridurre emissioni del 45% al 2030 e raggiungere il net zero di gas serra al 2050, ma con gli impegni attuali l'incremento globale delle emissioni previsto è quasi del 40% nel decennio attuale". Ecco, sottolinea, "questo vuol dire catastrofe e la distruzione di ogni possibilità di mantenere vivo l'obiettivo di mantenere il riscaldamento entro +1.5 gradi".

Il rapporto IPCC mostra "due verità di fondo", prosegue il segretario generale delle Nazioni unite, "una è che il carbone e gli altri combustibili fossili stanno soffocando l'umanità". I paesi del G20 "hanno accettato di chiudere gli impianti a carbone all'estero, ma devono farlo urgentemente anche a casa loro e smantellare le centrali", dice. "Chi nel settore privato finanzia fonti fossili e carbone è da ritenere responsabile", prosegue il segretario generale dell'Onu, "anche i giganti dell'oil e gas sono tra i cattivi, non potete dirvi 'verdi' quando i vostri piani e progetti minacciano l'obiettivo di zero emissioni al 2050 e ignorano il massiccio aumento delle emissioni in questo decennio". Però, avverte Guterres, "la gente vede attraverso le cortine fumogene" del greenwashing.  

"La seconda verità centrale del rapporto IPCC, è che tra le notizie leggermente buone c'è che gli investimenti in adattamento funzionano, salvano vite, e aumentare questi investimenti è essenziale per la sopravvivenza", spiega il numero uno dell'ONU, e quindi "spingo perché il 50% della finanza climatica mondiale sia per misure di adattamento", tenendo conto che "gli impegni sulla finanza presi a Glasgow non sono abbastanza per le sfide che affrontano le nazioni un prima linea".  

Da questo punto di vista "si devono rimuovere gli ostacoli che impediscono alle piccole isole e ai paesi emergenti di ricevere fondi di cui disperatamente hanno bisogno per salvare vite", esorta Guterres, perché "ritardo significa morte".

Ora "al mondo servono pipeline di finanziamenti privati e pubblici" per il clima "e ogni paese deve mettere in campo piani per onorare il patto di Glasgow e allinearsi all'obiettivo di limitarsi a +1.5 gradi di riscaldamento".  Il G20 "deve guidare questo impegno o l'umanità pagherà un prezzo tragico", conclude, "le persone sono ansiose e arrabbiate, lo sono anche io, a ora si deve trasformare rabbia in azione, ogni frazione verde, conta ogni voce può fare differenza e ogni secondo è importante". 

Greta Thunberg: "Fatti innegabili"

Su twitter arriva il commento di Greta Thunberg al Rapporto sul clima. "I fatti sono innegabili. Questa abdicazione alla leadership è criminale. I maggiori inquinatori del mondo sono colpevoli di dare fuoco alla nostra unica casa", scrive l'attivista che riporta le parole del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres: "Ritardo significa morte".