Giustizia e "porte girevoli"

Csm, per Cartabia occorre limitare il ritorno in toga di chi termina il proprio mandato elettivo

Proseguono gli incontri della ministra della Giustizia con i partiti della maggioranza. L'obiettivo è: mai più funzione giurisdizionale a chi viene eletto, ma ancora non c'è accordo

Csm, per Cartabia occorre limitare il ritorno in toga di chi termina il proprio mandato elettivo
ANSA/Marco Costantino
La ministra della Giustizia, Marta Cartabia

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, prosegue i suoi incontri di approfondimento sulla riforma del Csm. Sono due i principali nodi della riforma del Csm, pronta da dicembre, ma poi rimasta ferma a Palazzo Chigi, che ora sembra invece decisa ad accelerare. Riguardano la legge elettorale e le regole per fermare le porte girevoli tra politica e giustizia.

Lo scoglio maggiore è rappresentato dal sistema elettorale, con le elezioni per il rinnovo del Csm previste a luglio, occorre fare presto per evitare che si vada al voto con le stesse regole che hanno favorito lo strapotere delle correnti e le loro degenerazioni, all'origine degli scandali che hanno travolto la credibilità della magistratura. Sull'obiettivo sono tutti d'accordo, come raggiungerlo è invece un tema che divide non solo i partiti della maggioranza, ma anche la stessa magistratura che, proprio per le lacerazioni interne, non è stata in grado di presentare una proposta alternativa a quella presentata a dicembre della ministra della Giustizia, Marta Cartabia.

Posizioni distanti tra i partiti anche sullo stop definitivo alle "porte girevoli" tra toghe e politica. Se i 5S insistono perché venga mantenuta la scelta già contenuta nella riforma Bonafede, con l'impossibilità di tornare in magistratura alla fine di un mandato politico, perplessità e resistenze ci sono in altre forze della maggioranza, a cominciare dal Pd. Su tutto pesa poi l'incognita dei referendum sulla giustizia voluti dalla Lega e dai Radicali e sulla cui ammissibilità si pronuncerà il 15 la Corte costituzionale.

La maggioranza divisa

Anche oggi la ministra Cartabia sta incontrando i vari partiti di maggioranza proprio sulla proposta di non permettere il ritorno a una funzione giurisdizionale per le cariche elettive. Si tratta di evitare la contemporaneità degli incarichi, ma anche di limitare il ritorno in toga di chi termina il proprio mandato elettivo. Lo si apprende da fonti parlamentari. La ministra Cartabia aveva già espresso la sua posizione a dicembre: ovvero che non sarebbe più stato possibile un doppio incarico politica/magistratura.

M5s: resta l'impianto di Bonafede

"Sulle cosiddette porte girevoli resta sostanzialmente l'impianto della riforma Bonafede e questo è molto apprezzabile: un magistrato che si schiera in politica non può tornare a fare il pm o il giudice. Sono regole che con forza abbiamo voluto introdurre sin dall'inizio e potrebbero presto vedere la luce". Così si sono espresse fonti del MoVimento 5 Stelle dopo l'incontro con la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, sulla riforma del Csm. "Sulla legge elettorale ci sono stati dei correttivi nella direzione da noi auspicata, ma temiamo che ancora non siano sufficienti ad evitare la spartizione fra correnti. In ogni caso ci riserviamo di analizzare il testo che sarà portato al consiglio dei Ministri e in commissione Giustizia per l'esame del Parlamento".