Il presidente del Consiglio alla Conferenza episcopale italiana

Ucraina, Draghi: le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati

“In momenti di crisi dobbiamo ancor più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano. Possa il vostro messaggio di pace diventare anche il nostro - e risuonare forte laddove si cerca lo scontro e si rischia la guerra”

Ucraina, Draghi: le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati
Rainews.it
Mario Draghi

Il tema al centro dell’incontro è il Mediterraneo, ma il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi non poteva eludere la grande crisi in Ucraina che rischia di portare il mondo sull’orlo di una guerra.

Parlando al convegno “Mediterraneo frontiera di pace” della Conferenza episcopale italiana, Draghi ha voluto sottolineare che “gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati”.

“In momenti di crisi – ha aggiunto - dobbiamo ancor più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano. La convivenza, la fratellanza, la tolleranza che celebriamo in questo incontro devono realizzarsi anche oltre i confini della regione in cui viviamo”.

“Avete scelto – ha detto rivolgendosi ai vescovi - di mettere la vostra spiritualità, la vostra profondità di pensiero, al servizio dei più deboli. Possa il vostro messaggio di pace diventare anche il nostro - e risuonare forte laddove si cerca lo scontro e si rischia la guerra”.

“L’incontro di oggi e quelli dei prossimi giorni – ha esordito Draghi rivolgendosi ai Vescovi e alle autorità civili presenti - sono un invito a sviluppare questa visione a partire dalle città, che sono sempre più il centro della vita della regione. A ragionare sui nostri diritti e sui nostri doveri come cittadini del Mediterraneo. A lavorare perché il Mediterraneo sia un laboratorio di pace, tolleranza, prosperità, al centro dell’Europa”.

Ma “quando parliamo di diritti nel Mediterraneo – ha specificato -, dobbiamo riferirci soprattutto ai giovani. La proporzione di ragazze e ragazzi con meno di 15 anni sul totale della popolazione in Medio Oriente e nel Nord Africa è circa il doppio rispetto alla media dell’Unione Europea. Quella di over 65 è appena un quarto”.

“Tutti i giovani hanno la legittima aspirazione di realizzare a pieno il proprio potenziale. Tuttavia, si scontrano con un mercato del lavoro che li lascia spesso ai margini. Il tasso di disoccupazione giovanile nella regione è il più alto al mondo e in alcuni Paesi supera il 40% per le ragazze”.

Occuparsi del Mediterraneo, vuol dire prima di tutto occuparsi delle nuove generazioni. Investire nella scuola, nella formazione e creare le condizioni per investimenti e posti di lavoro. Perché il Mediterraneo sia davvero un mare di opportunità”.

“La regione è particolarmente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici, come la siccità, l’aumento dei livelli del mare, le ondate di calore. Le città si affacciano su un mare che in molti casi conserva la sua meraviglia antica, ma è anche inquinato da plastiche e rifiuti.

L’emergenza climatica ci impone di accelerare nella transizione ecologica, in modo rapido ma sostenibile per cittadini e imprese. Dobbiamo aiutare in particolare i più deboli a sostenerne i costi. La transizione ecologica presenta grandi opportunità per chi ha il coraggio di investire. I Paesi del Mediterraneo devono coglierle – per proteggere il pianeta e avviare i giovani verso le professioni del futuro”.

"Oltre alle scarse opportunità lavorative, anche l’instabilità politica contribuisce a indurre decine di migliaia di persone, tra cui molti giovani, a emigrare non solo per opportunità, ma per necessità. Più volte in passato ho ribadito l’importanza di una gestione condivisa, equilibrata e umana delle migrazioni. Condivisa perché, senza un’assunzione di responsabilità collettiva, l’azione europea non potrà mai essere giusta ed efficace. Equilibrata, perché non basta contrastare i flussi illegali, ma serve curare con attenzione l’accoglienza. E umana, perché non possiamo essere indifferenti rispetto alle sofferenze dei migranti.

"Le autorità religiose svolgono un ruolo fondamentale nel costruire una cultura di dialogo e di ascolto tra culture e fedi diverse. Oggi, come in passato, avvertiamo la necessità della vostra opera di bene, dell’educazione all’amore, che rappresenta l’essenza della fede. L’amore per se stessi, senza cui viene meno il rispetto della dignità umana. L’amore per la propria cultura, che non ammette l’intolleranza, ma è stimolo alla curiosità. L’amore per la propria comunità, che si esprime nella solidarietà e la cura per gli altri. La cultura del dialogo e della fratellanza si ricerca anche nella tutela delle minoranze religiose, che ancora oggi incontrano limiti alla libertà di culto, anche nel Mediterraneo".

Per questo, Draghi ha voluto concludere richiamando tutti all' "impegno per un Mediterraneo giusto, di pace, di libertà".