Crisi Russia-Ucraina

Di nuovo esercitazioni in Bielorussia. Zelensky: è pressione psicologica. Putin: vogliamo sicurezza

Si rialza la tensione al confine, secondo il ministro della Difesa britannico Mosca starebbe pianificando anche esercitazioni militari nucleari, Stoltenberg: "momento pericoloso per la sicurezza in Europa", Lavrov: "dialogo tra sordi"

Di nuovo esercitazioni in Bielorussia. Zelensky: è pressione psicologica. Putin: vogliamo sicurezza
Ansa
Ucraina, la Russia inizia le esercitazioni militari

Seppur programmate da tempo, Russia e Bielorussia riavviano le esercitazioni militari che qualche giorno fa avevano suscitato le preoccupazioni dei paesi occidentali per il timore che Mosca stesse pianificando una grande escalation del conflitto in Ucraina. Sono almeno 130.000 i militari schierati al confine con L'Ucraina anche in territorio bielorusso considerato "amico" di Mosca. Non lontano, nell'oscurità della notte navi da guerra russe attraversano il Bosforo, nel segno di nuovi venti di guerra in area ucraina.

Il ministero della difesa russo ha confermato l'inizio delle manovre denominate Union Resolve 2022, in programma fino al 20 febbraio.  Le manovre si svolgono su cinque aree militari, quattro basi aeree e "diversi siti" in Bielorussia, in particolare nella regione di Brest, al confine con l'Ucraina. I portavoce di Minsk e Mosca non hanno specificato il numero di soldati e di mezzi che partecipano a queste manovre, ma secondo fonti occidentali i soldati russi schierati in Bielorussia sarebbero almeno 30mila.

Il 20 Febbraio si concluderanno anche le Olimpiadi di Pechino, secondo il Washington Post se ci sarà un principio d'invasione in Ucraina non sarà mai prima di quella data: sarebbe un peccato mettere a rischio i già fragili rapporti con la vicina Cina.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky definisce l'accumulo di forze al confine "è pressione psicologica dei nostri vicini". "Oggi abbiamo abbastanza forze per difendere con onore il nostro paese", ha assicurato.

In caso ci fosse davvero un'invasione militare, gli analisti parlano di rischio "disastro umanitario", con uno sfollamento di massa di 1-5 milioni di persone, rifugiati che si metterebbero in cammino verso la Polonia.

Il governo Usa ha già annunciato un rafforzamento di 3.000 soldati nell'Europa orientale, in risposta all'ammassamento di truppe russe al confine. La Polonia ne riceverà 1.700 soldati, 300 andranno in Germania e 1.000 saranno spostati dalla Germania in Romania. Anche la Gran Bretagna è pronta a schierare 1.000 soldati nell'Europa orientale.

Le mosse militari sul campo preoccupano gli attori occidentali "E' un momento pericoloso per la sicurezza europea" ha detto il numero uno della Nato Jens Stoltenberg, "stamane ho scritto a Lavrov, è un diritto di tutte le nazioni scegliere la propria strada e quello della Nato di proteggere e difendere tutti gli alleati", ha aggiunto in conferenza congiunta con Boris Johnson che oggi è a Bruxelles per assicurare un contributo di Londra alle forze Nato dislocate a Est. "Se manteniamo la nostra unità, con un mix tra forte deterrenza e diplomazia, possiamo trovare una via d'uscita alla crisi, ma il momento è molto teso", ha detto. 

I "muscoli" mostrati al confine con l'Europa di Mosca e Minsk potrebbero essere solo una delle componenti: ne è convinto il ministro alla Difesa Ben Wallace, che alla Bbc ha confidato di non fidarsi della disponibilità al dialogo mostrata dai russi e che Mosca starebbe pianificando anche esercitazioni nucleari in caso di invasione dell'Ucraina. Secondo fonti di intelligence citate da Wallace, la Russia starebbe utilizzando anche piani strategici segreti - i cosìdetti false flag - potenziale miccia, così come cyber attacchi e altre attività destabilizzanti. "I russi stanno incrementando la strategia militare, programmando l'inizio di esercitazioni nucleari strategiche", ha detto.

Boris Johnson e Jens Stoltenberg (ApPhoto)
Boris Johnson e Jens Stoltenberg

Alle altissime tensioni corrisponde incessante lo sforzo diplomatico sul campo. Oggi è il giorno di Liz Truss, la ministra degli esteri britannica è a Mosca dove ha incontrato il suo omologo Sergei Lavrov. Come ha già fatto Emmanuell Macron, ma con un tocco - diciamo - al femminile, Truss vuole ottenere una rassicurazione su un'eventuale "de-escalation" e quindi evitare un'"aggressione ingiustificata" dell'Ucraina. Truss, ritiene "false" le rassicurazioni di Mosca e per questo ha ricordato le possibili conseguenze - sanzioni economiche pesanti - in caso di invasione dell'ex territorio appartenuto all'Urss.

Su Twitter, la ministra britannica ha sottolineato che è "chiaro" che c'è un'intenzione "profonda" da parte della Russia di "sovvertire e minacciare l'Ucraina". Per questo, "le azioni della Russia mostrano che le sue dichiarazioni sull'assenza di un piano di invasione sono false". Truss ha ribadito che la Gran Bretagna e gli alleati "continuano a sostenere l'Ucraina" e riterranno la Russia responsabile in caso di scontro.

"Non possiamo", ha detto Truss, "ignorare l'ammassamento di oltre 100.000 soldati al confine ucraino e i tentativi di minare la sovranità ucraina".

Ma la sua missione sembra irrigidire Lavrov secondo cui "Gli ultimatum e le minacce" alla Russia "non portano da nessuna parte" e non esita a definire il colloquio con la ministra Truss "una conversazione tra un muto e un sordo". Poi invita il personale non essenziale all'ambasciata di Kiev a lasciare temporaneamente il Paese. Lavrov ha detto di aver informato la collega britannica della "riluttanza di Kiev a implementare gli accordi di Minsk dato che il regime ucraino non solo non vuole rispettarli ma anzi li respinge","obblighi suggellati dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu". 

Ribatte via Twitter l'Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell e lo fa per conto dei 27 paesi: "Ho risposto a nome degli stati membri dell'Ue alle lettere che hanno ricevuto dal ministro degli esteri russo Serghei Lavrov. Le tensioni e i disaccordi devono essere risolti attraverso il dialogo e la diplomazia. Chiediamo alla Russia di allentare la tensione e di invertire il suo rafforzamento militare in Ucraina e nei dintorni e in Bielorussia".

Ma è lo stesso Vladimir Putin che torna a chiedere a Usa e Nato "garanzie complete e giuridicamente vincolanti della sicurezza" della Russia. "La situazione nel mondo sta diventando sempre più turbolenta e piena di tensioni. Questo ovviamente, richiede ulteriori e persistenti sforzi per garantire la stabilità strategica e contrastare le minacce e le sfide che emergono, prima di tutto, cercando di ottenere dagli Stati Uniti e dai suoi alleati della NATO garanzie globali e legalmente garantite per la sicurezza del nostro paese", dichiara Putin in un messaggio al ministero degli Esteri russo in occasione della giornata del diplomatico.

Ai diplomatici il presidente russo chiede "lavoro coerente e sistematico per rafforzare lo stato di diritto internazionale e il ruolo centrale di coordinamento delle Nazioni Unite, per costruire un ordine mondiale multipolare giusto e stabile". 

Chiediamo agli Stati Uniti e dai suoi alleati della NATO garanzie globali e legalmente garantite per la sicurezza del nostro paese

Vladimir Putin

La richiesta da parte del presidente russo Vladimir Putin di garantire il divieto per l'Ucraina di aderire alla Nato resta uno dei nodi cruciali dell'attuale crisi tra la Russia e l'Occidente.  

Anche l'Italia svolge un ruolo nel delicato dialogo diplomatico con la Russia: ne è convinto l'ambasciatore russo in Italia Sergei Razov in un'intervista a RIA Novosti. "L'Italia, come autorevole membro dell'Alleanza Nord Atlantica e dell'Unione Europea, potrebbe infatti svolgere un ruolo nella normalizzazione delle relazioni tra Russia e Occidente, prima di tutto applicando approcci equilibrati, sviluppando il dialogo e i contatti, e incoraggiando altri Paesi Nato e Ue a intraprendere azioni simili. Riguardo la questione Ucraina, l'Italia, di regola, aderisce a questa linea", dichiara Razov ricordando che "negli ultimi sei mesi ci sono state cinque conversazioni telefoniche tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro italiano Mario Draghi".