Un numero crescente di aziende in America fa ricorso ai robot per i colloqui di lavoro. Secondo quanto riporta il sito Axios, dopo che l'86% - dall'inizio del Covid - ha usato tecnologie virtuali per il processo di assunzione, tante aziende degli Stati Uniti sono andate oltre ricorrendo all'intelligenza artificiale per esaminare i candidati al posto di lavoro: giudicati dal tono della voce, le espressioni facciali e la scelta delle parole.
Nel 2018 però, Amazon ha scartato un programma simile dopo che gli sviluppatori si erano resi conto che lo strumento discriminava le candidate donne.
Secondo molti datori di lavoro si tratta invece, di un metodo che azzera i pregiudizi e le discriminazioni, mentre da parte dei candidati sono arrivate lamentele perché sarebbe "stressante e disumanizzante".
"Molti candidati si comportavano come robot"
Secondo una nuova ricerca pubblicata sull'Harvard Business Review, visto che "molte persone in cerca di un posto non comprendevano la tecnologia utilizzata, si comportavano in modo rigido mantenendo uno sguardo fisso, un sorriso finto o una postura innaturale, parlando con una voce monotona, e tenendo ferme le mani. In breve, si comportavano anch'essi come robot".
Gettyimages Il rischio che il robot "sia prevenuto"
La ricerca sostiene inoltre che i "sistemi di intelligenza artificiale sono vulnerabili ai pregiudizi perché i dati utilizzati per i modelli di previsione, possono essere limitati,o perché riflettono i pregiudizi degli esseri umani coinvolti nell'addestramento".