"Forza Bologna". Furono le parole di Patrick Zaki la prima volta che apparve rapidamente in pubblico, a margine di una udienza. L'ennesima prova del suo legame profondo con la città. Ma anche con la squadra rossoblu.
Dopo quelle parole, il Bologna Calcio e i suoi tifosi decisero di mobilitarsi. E così, nell'ambito delle numerose iniziative per chiedere la liberazione dello studente, una fu organizzata allo Stadio Dall'Ara. Era il 22 febbraio 2020. Esattamente due anni.
E Patrick solo ora sta venendo a conoscenza delle diverse iniziative messe in campo durante la sua detenzione. Così oggi ha voluto lui stesso ricordare quella mobilitazione pubblicando un twitter: "Quando ero un ragazzo - ha scritto - , il mio sogno era diventare un giocatore di calcio. Poi mi sono lasciato alle spalle questo sogno ma la passione per il calcio mi è rimasta". La foto della curva del Bologna per chiedere "giustizia per Patrick" è "una di quelle che sento più vicine al cuore. Spero di poter tornare il prima possibile al 'Renato Dall'Ara' ".
Un normale sogno di un ragazzo di 30 anni. Formalmente libero. Ma ancora fermo in Egitto. E in attesa di sapere se le accuse contro di lui cadranno definitivamente. La prossima udienza è fissa per il prossimo 6 aprile.