Guerra digitale

Anonymous annuncia: abbiamo hackerato la tv russa e trasmesso immagini della guerra

Il collettivo avrebbe 'invaso' le trasmissioni di Rossiya 24, Channel One, Moscow 24 e due servizi streaming. Bbc: non c'è conferma indipendente. L'esperto: non trascurare ricadute

Anonymous annuncia: abbiamo hackerato la tv russa e trasmesso immagini della guerra
(Rossiya 24, Channel One, Moscow 24)
Tv russe Rossiya 24, Channel One, Moscow 24

Il collettivo internazionale noto sotto la denominazione di Anonymous avrebbe hackerato alcuni canali televisivi russi, trasmettendo video della guerra in Ucraina e invitando i russi a opporsi all'invasione. La prima a riportare la notizia è stata l'agenzia ucraina Ukrinform, intorno alla mezzanotte di domenica.

Con un successivo post su Twitter, Anonymous afferma di aver colpito le trasmissioni della tv di Stato russa per far passare filmati della guerra e di aver violato canali tra cui Rossiya 24, Channel One e Moscow 24, oltre ai servizi streaming Wink e Ivi. La Bbc ha precisato di non essere stata in grado di verificare l'attacco in modo indipendente, mentre il gruppo parla della "più grande operazione Anonymous mai vista", aggiungendo la preoccupazione che alcuni governi possano considerarlo una minaccia e condurre operazioni per screditarlo.

"Ricordatevi di noi quando vari poteri rivolgeranno verso di noi la loro attenzione, perché accadrà - si legge - Possiamo cambiare il mondo in meglio. L'idea è sempre stata questa". Il sito Security Alffairs riporta in sequenza tutti i tweet pubblicati da Anonymous a riprova dell'avvenuta intrusione.

All’indomani dell'ingresso dei carri armati russi in Ucraina, il collettivo Anonymous ha dichiarato 'guerra informatica totale' a Putin, con un video postato su Twitter. Da allora si sono avuti attacchi coordinati da gruppi o da 'lupi solitari' con successive rivendicazioni su Twitter, in una mobilitazione con pochi precedenti di hacker e cyberattivisti da ogni parte del mondo.

Anonymous (o chi si identifica come tale) non ha una struttura ufficiale, chiunque può rivendicare a suo nome gli attacchi informatici. L’obiettivo dichiarato è quello difendere l'Ucraina cercando di creare danni alla Russia bloccando le sue infrastrutture e sistemi informatici. Per riuscirci, gli hacker si sono messi alla ricerca di falle nei sistemi di sicurezza di Mosca, mentre si sono moltiplicati gli attacchi ai siti di informazione, agenzie di stampa statali e non, siti di colossi energetici e piccole biblioteche locali.

Con l’operazione 'OpRussia', il 26 febbraio, ha messo giù il sito del Cremlino e quello della Difesa di Mosca, di cui è stato diffuso parte del database; il 2 marzo l'attacco al sito dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, stesso giorno in cui il collettivo ha pubblicato documenti che mostravano che l'attacco russo all’Ucraina fosse stato deciso il 18 gennaio con una mappa piuttosto dettagliata dell'invasione. Negli ultimi sette giorni ha reso temporaneamente irraggiungibili diverse testate giornalistiche russe e agenzie di stampa, compresa la fonte ufficiale governativa Tass, così come diversi siti di colossi energetici russi, tra cui Gazprom e Lukoil. Ma si è sempre trattato di attacchi di breve durata: i siti sono stati ripristinati al massimo entro qualche ora.

C'è invece chi alla 'guerra cibernetica' ci crede: dal suo rifugio sotterraneo in un luogo segreto a Kiev, il più giovane ministro del governo ucraino sta conducendo una guerra digitale alla Russia con sua arma preferita: i social media.

In un'intervista alla Bbc, il 31enne ministro per la Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, ha esortato gli amministratori delegati delle grandi imprese tecnologiche mondiali a tagliare i legami con Mosca e ha creato - in una mossa senza precedenti - un collettivo volontario chiamato 'Esercito IT dell'Ucraina', per lanciare attacchi informatici contro "il nemico".

L'esperto in cybersecurity: non banalizzare il rischio

Abbiamo chiesto un parere sulla compromissione della tv e dei servizi streaming russi, equivalenti a Netflix, in Russia all'esperto in cybersecurity Pierluigi Paganini, membro del "Ad-Hoc Working Group on Cyber Threat Landscapes” di Enisa (European Union Agency for Network and Information Security).

Ecco cosa ci dice: "Questo episodio evidenza il potere dirompente della informazione e dell’impatto che potrebbe avere sulla popolazione russa. Potremo sostenere che questo è un esempio di PSYOP, o guerra psicologica, condotta dagli attivisti con l’intento di fomentare malcontento in Russia e destabilizzare il contesto sociale. Esattamente la stessa metodica che viene utilizzata da anni dal Cremlino per destabilizzare l’Ucraina in preparazione dell'invasione cui assistiamo." 

Nello specifico, però, "la discesa in campo di Anonymous e dei numerosi collettivi di hacking non può essere trascurata. Banalizzare un defacement, un attacco DDoS, o una violazione di dati è un grave errore. I dati trafugati alle aziende russe potrebbero essere riutilizzati da diverse tipologie di attaccanti in future offensive che risulteranno difficilmente attribuibili ad uno specifico attore malevolo."

E ancora, secondo Paganini, un ulteriore elemento di riflessione e allarme "è la possibilità che attori 'nation state' di terze parti potrebbero sfruttare gli attacchi di Anonymous come paravento per ulteriori operazioni e beneficiare della pressione sulle infrastrutture russe per colpirle in preparazione di futuri massivi attacchi".

cyber attacco (Pixabay)
cyber attacco

Clusit: una guerra che nessuno può vincere

"Nonostante il conflitto tra Russia e Ucraina, non c'è al momento un particolare incremento degli attacchi cyber: non possiamo escludere che la Russia provi a inibire Swift a tutti, sarebbe un atto di guerra, ma le attività di spionaggio, di disinformazione e di alterazione della percezione vengono pianificate con largo anticipo e sono iniziate già da mesi". Andrea Zapparoli Manzoni, del Comitato direttivo Clusit, nel corso della conferenza stampa online di anticipazione dei dati del rapporto dell'Associazione italiana per la sicurezza informatica, esclude effetti immediati ed eclatanti di quanto sta accadendo nell'Est europeo.

"Chi pensa ad un aumento degli attacchi da un giorno all'altro non ha capito la dinamica del fenomeno, non mi aspetto un picco particolare - ammette Zapparoli Manzoni - Non c'è guerra totale nel cyberspazio, tutti sanno che non può vincere nessuno, come per il nucleare. Nessuno attacca fino in fondo l'altro perché poi non avrebbe la sicurezza di potersi difendere da un contrattacco, la ritorsione potrebbe essere altrettanto devastante", conclude.