Trattative internazionali

La mediazione di Israele: Bennett a Mosca incontra Putin, poi vola a Berlino

Dopo l'incontro ha raggiunto telefonicamente anche Zelensky e poi Macron, prima di recarsi a Berlino per un incontro con Scholz

La mediazione di Israele: Bennett a Mosca incontra Putin, poi vola a Berlino
Ansa (EPA/YEVGENY BIYATOV/SPUTNIK/KREMLIN POOL MANDATORY CREDIT POOL)
Bennett e Putin nel vertice di Sochi del 22 ottobre 2021

È durato tre ore l’incontro a Mosca tra il primo ministro israeliano Naftali Bennett e Vladimir Putin. La visita si è svolta durante lo shabbat, il sabato ebraico in cui sarebbe vietato lavorare ma la religione lo consente in caso ciò serva a salvare vite umane.

La visita di Bennett a Mosca è stata coordinata in anticipo con gli Usa, la Francia e la Germania, tutti impegnati nei colloqui di Vienna sul nucleare. Anche la Turchia è stata aggiornata, in quanto il volo del premier ha attraversato il suo spazio aereo.

Bennett, dopo aver incontrato Putin, ha telefonato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky per aggiornarlo.

Durante il colloquio al Cremlino, il premier Bennet e il presidente Putin hanno discusso non solo di Ucraina, ma anche dello stato dei negoziati di Vienna per il ripristino dell'Accordo sul nucleare iraniano (Jcpoa). Tema da sempre molto a cuore al governo israeliano. Bennett ha ribadito la sua ferma opposizione al ritorno all'accordo del 2015, che è al centro dei lunghi negoziati nella capitale austriaca e che sembrerebbero entrati nella fase finale.

Pochissime le comunicazioni da parte russa: “Stanno discutendo la situazione sull'Ucraina" si è limitato a dire il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

I media israeliani informano che Bennett ha anche telefonato anche al presidente francese Emmanuel Macron per aggiornarlo del contenuto dei suoi colloqui col presidente Vladimir Putin.

Bennett è successivamente volato a Berlino per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Il ruolo nella mediazione

La mossa del premier israeliano arriva in un momento in cui la diplomazia americana ed europea sembra incapace di trovare una exit strategy dopo che tutti i Paesi occidentali, anche se con intensità distinte, si sono schierati compatti a sostegno di Kiev, fornendo assistenza economica, militare e imponendo sanzioni economiche contro la Russia. Pur non appartenendo né alla Ue né alla Nato, anche Israele è a tutti gli effetti considerata una nazione dello schieramento occidentale, soprattutto come alleato di punta degli Usa.

Per questo finora il suo approccio di cauta condanna verso la Russia, glissando sulle sanzioni a Mosca e negando il trasferimento di armi a Kiev, ha suscitato malumori e perplessità sulle due sponde dell'Atlantico e in Ucraina. Ma Israele è anche l'unico Paese occidentale che può vantare relazioni privilegiate sia con la Russia (per ragioni storiche, di immigrazione e del ruolo di Mosca come power broker in Medio Oriente) che con l'Ucraina (dove vive una comunità di circa 50.000 ebrei, tra cui lo stesso presidente Volodymyr Zelensky). Per questo ha cercato di mantenere un canale aperto con entrambe le parti. Secondo la ricostruzione del giornalista Barak Ravid, Bennett avrebbe già proposto il suo ruolo di mediatore a Putin nel loro primo incontro a Sochi lo scorso ottobre ma lo 'zar' avrebbe rifiutato. Ora però il quadro è cambiato e nessun Paese sembra più equidistante di Israele. Secondo alcuni media, sarebbe stata Kiev a chiedere un maggiore ruolo israeliano come intermediario.