Ventitreesimo giorno di guerra

Il negoziato prosegue, Kiev: "Accordo possibile in 10 giorni". Draghi: "Putin non cerca la pace"

Biden: "Putin dittatore omicida". Da Mariupol evacuati 30 mila civili ma il conteggio dei morti sale: bombe a grappolo su Kharkiv. Martedì prossimo Zelensky parla a Montecitorio

Il negoziato prosegue, Kiev: "Accordo possibile in 10 giorni". Draghi: "Putin non cerca la pace"
Ansa (EPA/ROMAN PILIPEY)
Ucraina, bombardamenti a Kiev

Nel ventitreesimo giorno di guerra si sente crescere la pressione della Casa Bianca sulla Cina, nel timore che Pechino mandi aiuti militari alla Russia. In attesa della telefonata, pervista per oggi, tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente cinese Xi Jinping, il segretario di Stato Usa Antony Blinken è stato chiaro: “Biden avvertirà che qualsiasi sostegno alla guerra di Mosca avrà un costo”. Il capo della diplomazia statunitense ha poi messo in guardia: “Il presidente russo non sta cedendo e per disperazione potrebbe usare tattiche terroristiche, come attacchi sotto falsa bandiera con armi chimiche”. Il messaggio partito nel frattempo dallo Studio Ovale nei confronti del Cremlino è stato quanto mai esplicito e duro: Biden ha definito Putin un “dittatore omicida” e un “delinquente puro”.

Uno scenario, insomma, poco distensivo, a dispetto delle previsioni fatte filtrare nella giornata di ieri da Kiev: l’Ucraina ritiene possibile, o forse si augura, un accordo entro una decina di giorni; cosa che porterebbe a un cessate il fuoco e, in un secondo momento, a un incontro tra Vladimir Putin e Zelensky. Mihailo Podolyak, uno dei negoziatori di parte ucraina, infatti si è espresso in questi termini: “Potrebbero essere necessari da pochi giorni a una settimana e mezzo per risolvere le questioni controverse”.

Intanto, è stata proposta “una nuova alleanza per mettere in sicurezza l'Europa”, con i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Usa, Regno Unito, Francia, Russia e Cina) più Germania e Turchia. Il premier italiano Draghi, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi seguita al Consiglio dei ministri, ha dichiarato che “da parte di Putin c'è una determinazione a continuare la guerra e a non cercare la pace”. È arrivata la conferma, nel frattempo, che martedì prossimo, 22 marzo, il presidente ucraino Zelensky, come sta facendo in questi giorni intervenendo in diverse assemblee parlamentari, si collegherà in videoconferenza con l’Aula di Montecitorio, dove Camera e Senato lo ascolteranno in seduta comune.

Ma, mentre la diplomazia segue il suo corso, sul campo di battaglia restano morti, feriti, rifugiati. Al momento, dalla città di Mariupol, dove è stato distrutto il teatro nel quale si erano nascosti centinaia di civili (soprattutto donne e bambini) e che l’Italia si è offerta di ricostruire, sono riuscite a fuggire ormai 30 mila persone. È prevista nella notte la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu per affrontare la questione umanitaria. L’Ucraina denuncia un “genocidio” nelle città del paese e parla di 20 mila morti. Il presidente francese Macron, con toni preoccupati, ha detto che Parigi deve prepararsi a una “guerra ad alta intensità”. Nello stesso tempo, il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa sospendeva la partecipazione della Bielorussia al suo consesso.

Continuano a cadere le bombe su Kiev, dove nella zona nord è anche morto un bambino di 2 anni; su Chernihiv, dove è stato “ucciso un cittadino americano” e nelle ultime 24 ore sono deceduti 53 civili. Si parla invece di 21 morti dopo un raid russo a Kharkiv, dove è stato denunciato l’utilizzo di bombe a grappolo. In totale, stando a fonti del Pentagono, la Russia ha lanciato sul paese che ha invaso più di mille missili. Al contempo, le stesse fonti parlano di un “morale fiacco” delle truppe di Mosca.