La protesta

Caro carburante: da questa notte i pescherecci italiani non escono in mare

Lo sciopero delle marinerie italiane è stato proclamato per i prossimi sette giorni. Mercoledì è previsto un incontro con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali

Caro carburante: da questa notte i pescherecci italiani non escono in mare
Ansa
Caro gasolio, pescherecci italiani non usciranno in mare

Dopo lo stop alla circolazione, di qualche giorno fa, per una gran parte dei trasportatori su gomma italiani, adesso si fermano i pescatori.

A partire dalle prossime ore i pescherecci delle marinerie italiane non usciranno in mare. E sarà così tutta la settimana se non sopraggiungeranno importanti novità che possano portare risposte concrete alle serie preoccupazioni dell'intero comparto della pesca italiano, messo a dura prova dall'impennata dei prezzi dei carburanti.

La decisione, comunica l'Associazione produttori Pesca, è stata presa durante un'assemblea avvenuta a Civitanova Marche, in provincia di Macerata. Presenti all'incontro i rappresentanti dell'80% delle marinerie italiane che, al termine di un'accesa assemblea hanno deciso di proclamare lo sciopero generale per tutti.

"Il caro gasolio non permette più di sostenere l'attività di pesca e il comparto ha deciso di fermarsi". Queste le parole dell'Associazione produttori Pesca al termine dell'incontro e dopo aver proclamato lo stato di agitazione del settore.

Un incontro con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali è stato comunque fissato per il prossimo mercoledì 9 marzo a Roma. Nel frattempo si attende un forte contraccolpo sulla disponibilità e sul prezzo del pescato in tutti i mercati italiani.

Secondo Francesco Scodella, presidente dell'Associazione armatori Pescara, da dove è nata l'idea di cominciare lo sciopero, astenendosi dalla pesca, la protesta è legata a più di una questione. "Le barche non usciranno per la pesca da dopo la mezzanotte di domenica per protesta contro l'aumento del costo del gasolio che è la goccia che ha fatto traboccare il vaso - sostiene Scordella -. Il carburante è sempre in aumento. Noi lavoravamo, dall'inizio della pandemia, con il gasolio a 30 centesimi. Piano piano il costo è aumentato ed è arrivato ad 1 euro e 10 oggi. Più che raddoppiato se non triplicato. Ora le barche più grandi in mare consumano 2.500 euro al giorno rispetto alle mille di prima.

Scordella ha chiarito che venerdì, sabato e domenica i pescatori non possono lavorare, c'è il fermo. "La domenica dopo mezzanotte possiamo andare in mare, ma questa volta no - ha concluso -. Tutte le marinerie staranno ferme per dare un segnale forte riconsegneremo i documenti delle imprese che non possono lavorare alle Capitanerie di porto".