La guerra in Ucraina

Riprendono i colloqui Russia-Ucraina, a Roma si incontrano Stati Uniti e Cina

Il Financial Times: "Mosca ha chiesto aiuti militari a Pechino fin dall'inizio dell'invasione". Ucciso giornalista americano mentre all'alba viene bombardata base militare vicino alla Polonia, 35 morti

Riprendono i colloqui Russia-Ucraina, a Roma si incontrano Stati Uniti e Cina
(GettyImages)

Il diciottesimo giorno di guerra si chiude con la conferma, arrivata da entrambe le parti, che domani ci sarà il nuovo round di colloqui, stavolta in videoconferenza. Ma domani è anche la giornata dell’incontro, a Roma, tra Stati Uniti e Cina e, in particolare, tra il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, e Yang Jiechi, membro del Politburo del Partito comunista cinese, oltra che direttore dell'Ufficio della commissione per gli Esteri. “È una occasione importante", ha detto in proposito il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ricordando ancora che “la no-fly zone significherebbe mandare aerei di combattimento in Ucraina per contendere lo spazio aereo: è un'opzione assolutamente non perseguibile”.

Il no a uno spazio aereo chiuso, gestito dalla Nato, è stato ribadito anche dal segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, che in un’intervista al Welt am Sonntag ha ricordato che ci sarebbe il rischio di una “escalation incontrollabile” e che “la guerra va chiusa, non ampliata”. Intanto, si apprende dal Financial Times, secondo fonti americane, che la Russia avrebbe chiesto sostegno militare e altre forme di supporto alla Cina, fin dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina.

La situazione sul campo, nel frattempo, continua a essere tragica e nessun segnale di distensione sembra farsi largo: oggi è fallito il corridoio umanitario a Mariupol, bombardato dalle forze russe, nonostante il presidente Zelensky abbia comunicato che “siamo stati in grado di evacuare circa 125 mila persone usando i corridoi umanitari”. Il capo di Stato ucraino ha poi fatto visita ad alcuni militari feriti in un ospedale di Kiev, spronandoli a “guarire presto” e che “il miglior regalo sarà la nostra vittoria!”, come ha scritto sul suo profilo Facebook. Manifestazioni con migliaia di persone si sono tenute a Kherson e Melitopol per chiedere la liberazione del sindaco di quest’ultima città, rapito l’11 marzo.

Colpite anche le città di Mykolaiv (11 morti) e Kharkiv. Tra le vittime segnalate oggi, anche un giornalista del New York Times, Brent Renaud, ucciso con un colpo al collo mentre filmava dei profughi. E, proprio a proposito dei rifugiati, i dati del ministero dell’Interno italiano fanno sapere che le persone arrivate finora nel nostro paese, fuggite dall’Ucraina, sono più di 37 mila.

Ma la giornata si è aperta con l’attacco alla base militare vicino al confine con la Polonia, nel quale sono morte 35 persone. Il Centro internazionale per la pace e la sicurezza si trova vicino a Leopoli ed è la stessa base militare dove, lo scorso settembre, si sono svolte le esercitazioni militari ucraine in coordinamento con la Nato, Rapid Trident, manovre che andarono avanti fino al 1° ottobre 2021. Alle operazioni militari, proprio mentre Russia e Bielorussia tenevano le esercitazioni su larga scala che allarmavano l'Occidente, avevano partecipato 4.000 soldati ucraini e 2.000 stranieri. L’attacco, a un passo dal territorio Nato, ha destato non poche preoccupazioni, soprattutto da parte polacca: “Se Putin usasse armi chimiche, la Nato interverrebbe” ha detto perentoriamente il presidente polacco Andrzej Duda.