E sul conflitto: "Arrivare ad un accordo che salvi la dignità dell'Ucraina"

Draghi al vertice Ue di Versailles: "Non siamo in economia di guerra, ma è bene prepararsi"

“Se l’economia dovesse indebolirsi occorrerà una risposta politica di bilancio che non può essere dei bilanci nazionali ma deve essere una risposta europea”, ha detto il premier al vertice di Versailles

Draghi al vertice Ue di Versailles: "Non siamo in economia di guerra, ma è bene prepararsi"
Ansa
Draghi a Versailles

Si è concluso il vertice informale dei Capi di Stato e di governo dell’Unione Europea sul Modello europeo di crescita e di investimento per il 2030 a cui ha partecipato anche il premier Mario Draghi.

“Questo consiglio europeo informale è stato veramente un successo, raramente ho visto l’Ue così compatta. Specialmente nelle discussioni di ieri c’era uno spirito di solidarietà su tutti gli argomenti che non credo di ricordare nei tanti Consigli europei a cui ho partecipato”, ha detto il premier Mario Draghi a margine del vertice.

L'insufficienza di materie prime

“La discussione ha toccato le insufficienze di materie prime, tra cui l’agro-alimentare. La risposta è che se ciò si aggraverà occorrerà importare da altri Paesi, come Usa, Canada o Argentina. Ciò determina una necessità di riconsiderare tutto l’apparato regolatorio e questo argomento lo ritroviamo sugli aiuti di Stato, sul Patto di Stabilità. C’è la convinzione che la Commissione debba rivisitare temporaneamente le regole che ci hanno accompagnato in questi anni”, ha detto Draghi in conferenza stampa da Versailles.

Gli obiettivi dell'Unione Europea

“I bisogni finanziari dell’Ue per rispettare gli obiettivi di clima, difesa, energia sono molto grandi – ha aggiunto il premier -. Secondo i calcoli della Commissione e assumendo che la mancanza che vogliamo riempire sulla difesa è lo 0,6%, il fabbisogno risulta essere pari a 1,5 o 2 o più trilioni di euro. Bisogna trovare un compromesso su dove trovare le risorse, a livello di bilancio nazionale questo spazio non c'è. Serve una risposta europea”.

Le energie rinnovabili

"Nel lungo periodo la sostituzione di fonti fossili con rinnovabili è l'unica strada ma occorre fare molto di più, ora, per aumentare gli investimenti" in questa area. La Commissione ha promesso che aiuterà gli Stati membri in ogni possibile modo", ha spiegato il premier.

Mario Draghi ha poi precisato che “la tassazione degli extraprofitti delle società elettriche, dovuti al balzo dei prezzi energetici, è “certamente una fonte cui guardare attenzione”: secondo le stime della Commissione europea, una simile misura darebbe un gettito che in Europa potrebbe arrivare a 200 miliardi di euro”.

Le sanzioni contro la Russia

Per quanto riguarda le sanzioni adottate contro la Russia il premier ha detto che “sono molto pesanti e sono state adottate da tutti senza esitazioni. Possono essere anche più pesanti, l’importante è essere consapevoli che hanno un impatto su famiglie e imprese e, soprattutto, per il mantenimento della loro produzione”. 

“Questa situazione se non affrontata ha il potenziale di fratturare il sistema economico Ue spingendolo verso il protezionismo”, ha aggiunto Draghi.

L'ingresso dell'Ucraina nell'Ue

Sull’adesione, poi, di Kiev all’Unione Europea “c’è una grande disponibilità da parte di tanti, una grande determinazione da parte di altri e una notevole cautela da parte di altri ancora”, ha detto il premier. 

“Le regole per entrare sono molto precise – ha aggiunto Draghi - e prevedono un lungo periodo di riforme strutturali. Io sono il primo a pensare che un messaggio di incoraggiamento sarebbe d’aiuto ma occorre rispettare anche cosa dicono gli altri”.

La sicurezza dei membri della Nato

Il premier ha poi parlato della sicurezza dei membri Nato. “La sicurezza europea è irrinunciabile ma lo è anche quella transatlantica. Noi dobbiamo avere una difesa forte che si affianchi alla Nato”, ha detto.

“Non vedo il rischio di un allargamento della guerra, lo hanno detto anche i nostri Alleati”, ha precisato. “Più pesanti sono le sanzioni e minore è il rischio di un allargamento del conflitto", ha aggiunto il premier. 

Le ricadute economiche del conflitto in Italia

Per quanto riguarda le ricadute economiche del conflitto in Ucraina, Draghi ha detto che “se l’economia dovesse indebolirsi occorrerà una risposta politica di bilancio che non può essere dei bilanci nazionali ma deve essere una risposta europea”. 

“Dobbiamo prepararci ma non è assolutamente un’economia di guerra – ha precisato il premier -. Ho visto degli allarmi esagerati. Prepararsi non vuol dire che ciò debba avvenire sennò saremmo già in una fase di razionamento”.

“Dobbiamo ri-orientare le nostre fonti di approvvigionamento e ciò significa costruire delle nuove relazioni commerciali”, ha aggiunto.

Il tema eurobond

“Non si è parlato di eurobond, io ho ritenuto che non fosse il momento – ha precisato Draghi -. Ho presentato l’esigenza e la Commissione poi presenterà una proposta su come organizzare una riposta. Questi bisogni finanziari hanno una tale dimensione che non ha posto in nessun bilancio nazionale. La congiuntura deve prevedere una politica fiscale che continui ad essere espansiva, centrata sugli investimenti. Oppure gli obiettivi climatici e quelli della difesa non vengono conseguiti”.

"La nostra performance è stata eccezionale, noi entriamo con un acquisito di crescita molto alto e siamo in grado di affrontare un rallentamento anche temporaneo dell’economia”, ha detto Draghi spiegando di “non prevedere” rischi per il debito italiano dalla conferma della stretta confermata ieri dall’Eurotower.

Il Pnrr

Il premier ha poi ribadito che "dobbiamo andare avanti con il Pnrr, cerchiamo di averlo e spenderlo: la guerra non ci fermi, dobbiamo andare avanti altrimenti metteremmo a rischio le risorse previste per giugno e poi quelle di dicembre". 

L'uscita dal conflitto 

"Putin non vuole la pace, il piano di Putin sembra essere un altro. Io mi auguro che al più presto si arrivi ad uno spiraglio e noi faremo di tutto affinché Ucraina e Russia arrivino a parlarsi, purché sia preservata la dignità dell'Ucraina", ha aggiunto Mario Draghi.