Lotta al Covid

Gimbe, stabili i nuovi casi. Aumentano i posti letto covid in area medica e lievemente in intensiva

Sono 500 mila i nuovi casi, ma la curva non sale più. Cartabellotta: “Guardiamo con fiducia al futuro ma ricordiamo le incertezze sulle varianti e la durata della copertura vaccinale"

Gimbe, stabili i nuovi casi. Aumentano i posti letto covid in area medica e lievemente in intensiva
Ansa
Reparto Covid

Il monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva, nella settimana 23-29 marzo, una sostanziale stabilità dei nuovi casi (504.487). Scendono a 34 le province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti. 

Dopo due settimane di netto incremento – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali sembrano essersi stabilizzati intorno a quota 500 mila, con un incremento dello 0,3% e una media mobile a 7 giorni che rimane ferma intorno ai 72 mila casi. Tuttavia in questo momento è difficile fare previsioni, sia per l’eterogenea situazione a livello regionale, sia perché nelle grandi Regioni del Nord, dove risiede oltre un terzo della popolazione italiana, non si vedono al momento segnali di consistente circolazione virale”.


Aumenta l’occupazione dei posti letto covid in area medica (+771) e si inverte la tendenza in terapia intensiva (+32) dopo un periodo in calo, mentre sono stabili i decessi (953). “Sul fronte degli ospedali si rileva un’inversione di tendenza nei posti letto occupati da pazienti COVID in terapia intensiva (+7%) e prosegue l’incremento dei ricoveri in area medica (+8,6%)”.
"Di fatto stabile – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni si attesta infatti a 45 ingressi/die rispetto ai 42 della settimana precedente”

Al 30 marzo l’85,6% della popolazione (n. 50.723.408) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+20.976 rispetto alla settimana precedente) e l’83,9% (n. 49.744.767) ha completato il ciclo vaccinale (+56.309 rispetto alla settimana precedente). Mentre le coperture con almeno una dose di vaccino risultano sempre variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,4% degli over 80 al 37,4% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’88,9%, nella fascia 70-79 l’87,8% e in quella 60-69 anni l’84,6%.


La fine dello stato di emergenza, valutazioni
“Ormai da tempo – conclude Cartabellotta – le narrative della politica e le percezioni della popolazione tendono a identificare la scadenza dello stato di emergenza con la fine della pandemia, che ovviamente non può coincidere con una scadenza burocratica. Infatti, complice l’incauto calo di attenzione che ha portato allo stallo della campagna vaccinale e all’allentamento delle precauzioni individuali, al 30 marzo si registrano più di 500 mila nuovi casi in 7 giorni con oltre 1,26 milioni di casi positivi in due settimane hanno determinato un aumento di oltre 1.500 posti in area medica e invertito il trend delle terapie intensive. Con quasi mille decessi a settimana. Ecco perché, bisogna guardare al prossimo futuro con ottimismo e fiducia, ma anche con prudenza e responsabilità, viste le incertezze su possibili nuove varianti e durata della copertura vaccinale”