IL PUNTO ALLE 6

Guerra in Ucraina, che cosa è successo questa notte 16 marzo

Continua l'allarme nelle città ucraine, navi russe avrebbero bombardamento Odessa. Cortocircuito diplomatico dopo che Zelensky ammette che l'Ucraina non potrà entrare nella Nato. Oggi il presidente ucraino parla al Congresso Usa

Guerra in Ucraina, che cosa è successo questa notte 16 marzo
Ap
Soldati Ucraini che aspettano

Qualcosa non quadra. Ieri il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, ha rilasciato una dichiarazione molto importante: ha detto che l'Ucraina si rende conto di non poter entrare nella Nato. È nella logica delle cose, è una richiesta formale del Cremlino e, per giunta, non è mai stato un tema realmente sul tavolo se non nelle speranze di qualche cancelleria, e di qualcuno ai piani alti della Nato stessa. Ma tant'è.

Sempre ieri, con un mossa molto abile sia dal punto di vista politico che comunicativo, i primi ministri di tre paesi dell'Unione europea, e della Nato, il polacco Tadeusz Morawiecki , il ceco Petr Fiala e lo sloveno Janez Jansa, sono andati in treno a Kiev e hanno incontrato Zelesnski e il suo primo ministro Denys Chmygal. Per l'Ucraina il sostegno dell'intera Europa è molto importante e Zelensky lo ha subito riconosciuto: "Con alleati così vinceremo questa guerra" ha detto il presidente ucraino ai giornalisti dopo il colloquio con i primi visitatori occidentali dall'inizio dell'invasione russa. Il premier polacco ha anche insistito sulla necessità di dare rapidamente all'Ucraina lo status di candidato all'adesione all'Unione europea

Poi arriva una sorta di doccia fredda: ci pensa Jaroslaw Kaczynski. Formalmente Kaczynski è il vicepremier polacco, era a Kiev con il premier Morawiecki, ma in realtà ne è il capo in quanto presidente del partito di maggioranza, l'ultraconservatore Pis. Il vice premier polacco chiede una "missione di pace" della Nato "protetta dalle forze armate" per garantire l'arrivo degli aiuti umanitari all'Ucraina. Niente di meno. "Questa missione non può essere una missione disarmata, sottolinea per chi non lo avesse capito, ma si deve poter difendere per operare in territorio ucraino". Insomma Kaczynski vuole la Nato direttamente in Ucraina.

La reazione di Mosca alla dichiarazione di Zelenski è quella che ci si può immaginare: "L'Ucraina non mostra di voler seriamente trovare soluzioni mutualmente accettabili", ha affermato Putin in una telefonata con il Presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. Forse i sentimenti antirussi di Kaczynski, che l'occupazione sovietica l'ha vissuta sulla sua pelle, hanno preso il sopravvento o forse è stato un deliberato tentativo di impedire un avvicinamento negoziale tra Kiev e Mosca. Oggi Zelenski parlerà al Congresso degli Stati Uniti, che hanno appena concesso altri 13,6 miliardi di dollari di aiuti all'Ucraina, e saprà spiegarci meglio cosa è successo.

Le forze ucraine martedì sera hanno respinto un attacco a Charkiv da parte delle truppe russe, che hanno cercato di prendere d'assalto la città dalle loro posizioni a Piatykhatky, un sobborgo 15 chilometri a nord. Lo ha detto il capo della regione di Charkiv, Oleh Synehubov che ha anche sostenuto che l'esercito ucraino sarebbe stato in grado di "spingere il nemico indietro oltre la sua posizione precedente". Non ci sono state informazioni sulle vittime da entrambe le parti. Dopo il tramonto, le forze russe hanno aumentato il loro bombardamento della città.

Vero che le considerazioni del governatore di Charkiv, come quelle dello Stato maggiore ucraino che ha detto che le forze armate ucraine avrebbero distrutto il 40% delle unità russe, possono rientrare nel novero della propaganda, ma ci potrebbe essere anche più di solo una base di verità. La controprova viene dall'intelligence militare britannica secondo cui le forze armate russe starebbero ridislocando i propri uomini per superare la fase di stallo in cui sono cadute in Ucraina. e scrive che starebbero arrivando uomini dai distretti dell'est russo, dal Pacifico. Londra parla anche di truppe dall'Armenia e di un possibile l'impiego di mercenari e siriani.

Verso l'una e mezzo un tweet di un signore generalmente serio, Anton Gerashchenko, consigliere del Ministro degli affari interni dell'Ucraina riporta che navi russe hanno iniziato a bombardare le coste vicino alla città di Odessa, che è la terza più grande dell'Ucraina e principale porto del Paese. Gerashchenko scrive di razzi e colpi di artiglieria e segnala che non ci sarebbe stato alcun tentativi di sbarco di truppe. Oggetto dei colpi sarebbero state le postazioni delle forze armate ucraine e infrastrutture militari a sud della città. Altre conferme del bombardamento di Odessa non sono ancora pervenute. Vi terremo aggiornati.

Sono invece confermati gli allarmi aerei in diverse città. Le sirene sono state attivate a Kiev, Leopoli, Cherkasy, Dnipro, Ivano-Frankivsk, Odessa (ancora...), Vinnytsia, Kirovohrad e Khmelnytskyi. Per il bilancio occorrerà come sempre aspettare le prime ore dell'alba.

Infine, tra il tragico e il ridicolo: il Senato degli Stati Uniti ha approvato all'unanimità una risoluzione che condanna il presidente russo Vladimir Putin come un "criminale di guerra". La risoluzione, presentata dal repubblicano Lindsey Graham e sostenuta da senatori di entrambe le parti, invita la Corte Penale Internazionale dell'Aia a perseguire l'esercito di Mosca per crimini di guerra commessi in Ucraina. Qualcuno a Washington deve essersi dimenticato che gli Stati Uniti non sono parte della CPI, e anzi ne hanno sempre ostacolato il cammino, per il timore che i propri militari finissero sotto processo per crimini di guerra.