IL PUNTO ALLE 6

Guerra in Ucraina: cosa è successo nella notte del 7 marzo

Forse oggi riprendono i negoziati, mentre i corridoi umanitari restano chiusi e i fuggiaschi vengono uccisi nelle strade. Cadono razzi nella regione di Odessa e a Kiev la morsa si stringe

Guerra in Ucraina: cosa è successo nella notte del 7 marzo
(Getty images)
Militare ucraino ferito a Irpin
  • Le forze russe hanno intensificato il loro bombardamento sulle città ucraine nel centro, nord e sud del paese nella serata di domenica. Il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovich ha detto che le aree sottoposte a pesanti bombardamenti includono la periferia di Kiev, Chernihiv nel nord, Mykolaiv nel sud, e come sempre, Kharkiv, la seconda città più grande del paese. I funzionari di Kharkiv hanno detto che il bombardamento ha danneggiato la torre della televisione e l'artiglieria pesante ha colpito le aree residenziali. Arestovich ha descritto una situazione "catastrofica" nei sobborghi di Kiev di Bucha, Hostomel e Irpin, dove gli sforzi per evacuare i residenti domenica sono falliti. Le evacuazioni sono fallite anche a Mariupol nel sud e Volnovakha nell'est a causa dei bombardamenti.


  • Irpin resterà nella nostra memoria. Abbiamo visto tutti l'immagine dei corpi crivellati di una famiglia di fuggiaschi. Stesi scomposti sul bordo di una strada, morti nella sporcizia perché cercavano di salvarsi. E non si può non pensare all'indifferenza o alla disumanità di chi ha sparato.


  • "Non perdoneremo e non dimenticheremo. Puniremo tutti coloro che hanno commesso atrocità in questa guerra sulla nostra terra". L'ira di Volodymyr Zelenskiy il presidente è quella di tutti gli ucraini: "Troveremo tutti coloro che hanno sparato nelle nostre città, alla nostra gente, che ha bombardato la nostra terra, che ha lanciato razzi. Non ci sarà posto tranquillo su questa terra per voi. Eccetto la tomba". Raramente in tempi recenti un presidente in tempo di guerra è stato così capace di identificarsi nella propria gente.


  • Però parlarsi si deve. Un terzo round di colloqui tra Ucraina e Russia è previsto per oggi. Lo ha raccontato il capo della delegazione ucraina, David Arakhamia, che però non ha fornito ulteriori dettagli. Le due sessioni precedenti, al confine ucraino-bielorusso e poi al confine polacco-bielorusso, non hanno portato a nulla anche se le parti avevano concordato di creare "corridoi umanitari". Ma per il secondo giorno di fila, domenica, la popolazione di Mariupol, sul Mar d'Azov, era sotto un "blocco umanitario", secondo il suo sindaco Vadim Boïtchenko, e ha dovuto rinunciare all'evacuazione. Parlando a Fox News, Arakhamia ha ribadito che l'Ucraina è indisponibile a riconoscere Crimea e Donbass, anche se ci sarebbe una generica disponibilità su altre opzioni.


  • Zelenskiy ha avuto un altro motivo per infuriarsi. In una dichiarazione video ieri sera, il presidente ucraino ha criticato i leader occidentali per non aver reagito all'annuncio del Ministero della Difesa russo che avrebbe bombardato il complesso militare-industriale dell'Ucraina, dicendo ai dipendenti di questi impianti di non andare al lavoro. "Non ho sentito nemmeno un solo leader mondiale reagire a questo", ha detto Zelenskiy. "L'audacia dell'aggressore è un chiaro segnale all'Occidente che le sanzioni imposte alla Russia non sono sufficienti". Zelenskiy ha chiesto di organizzare un "tribunale" per assicurare alla giustizia coloro che ordinano ed eseguono tali crimini. "Pensate al senso di impunità degli occupanti che possono annunciare tali atrocità pianificate", ha detto.


  • In meno di una settimana Usa e Nato hanno fornito a Kiev oltre 17 mila armi anti tank, compresi i missili Javelin, tramite la frontiera con Polonia e Romania. Lo scrive il New York Times, paragonando per certi versi il ponte aereo in corso a quello organizzato dagli occidentali nel 1948-1949 per trasportare cibo e altri generi di prima necessità nella Berlino Ovest circondata dai sovietici.


  • Da parte loro, i paesi del G7 stanno progettando nuove sanzioni contro la Russia, che dovrebbero soprattutto "colpire gli oligarchi" che hanno "approfittato di Putin", ha detto domenica il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner. Tuttavia, Lidner e il capo della diplomazia tedesca, Annalena Baerbock, hanno detto di essere contrari a un embargo su gas, petrolio e carbone russo. "Non serve a niente se fra tre settimane scopriamo che ci restano solo pochi giorni di elettricità in Germania e quindi dobbiamo tornare indietro sulle sanzioni" ha detto Baerbock alla ZDF.


  • Il petrolio continua a salire sui mercati. Questa mattina il Brent del Mare del Nord ha superato i 140 dollari al barile, vicino ai massimi storici del 2008.


  • Per gli ucraini è arrivato il momento di fare i conti anche con la fame. I supermercati di tutto il Paese sono a corto di prodotti mentre le vie di approvvigionamento diventano più difficili, per cui è stata sospesa l'esportazione di alcuni prodotti, dalla carne alla segale, all'avena, al grano saraceno. Mentre le esportazioni di grano e mais avranno bisogno del permesso del ministero dell'Economia. 


  • In tempo di guerra è meglio seguire i generali. Ad esempio il gen. Mark Milley, presidente dei Capi di Stato Maggiore americani. Ieri ha visitato la base aerea di Amari, in Estonia e farà lo stesso con le altre nazioni baltiche per promettere il sostegno degli Stati Uniti e della NATO a Estonia, Lettonia e Lituania, ex repubbliche sovietiche che confinano con la Russia. Milley ha detto che gli Stati Uniti non hanno indicazioni che Mosca stia progettando un attacco ai paesi baltici e "vogliamo assicurarci che rimanga così". E per gli ucraini pazienza.