I gruppi riconducibili alla Cecenia attivi nel conflitto in #Ucraina

In Ucraina c'è la guerra tra ceceni: i Kadyrovtsy del feroce Kadyrov, pro Putin, contro i veterani

Loro vanno dove si combatte, loro ci sono quando la Russia ha bisogno

In Ucraina c'è la guerra tra ceceni: i Kadyrovtsy del feroce Kadyrov, pro Putin, contro i veterani
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Il leader ceceno Razman Kadyrov

Non è facile delineare il confine tra Russia e Cecenia, soprattutto quando c’è bisogno di combattere. Le truppe di Mosca impantanate in Ucraina, contro le previsioni degli analisti e probabilmente dei report redatti dai servizi segreti russi, avrebbero voluto chiudere la partita in 48 ore. La conquista di Kiev dal suolo bielorusso non è avvenuta e ora "avanzare" potrebbe tradursi in ingenti perdite. Un quadro complesso dove pesano le sanzioni imposte al Cremlino e alla "cerchia" di Putin: una scure che sottrae ulteriore tempo a disposizione - citando le parole del presidente russo - per la “demilitarizzazione e denazificazione dell'Ucraina”. E così mentre sul tavolo si negozia, negli scantinati nei sobborghi di Kiev qualcosa si muove. Sono i Kadyrovtsy, i ceceni che rispondono a Razman Kadyrov, il sanguinario leader vicino a Putin che si troverebbe a Ivankov, nella vicina periferia della capitale Ucraina. 

Vladimir Putin con Razman Kadyrov Getty Images
Vladimir Putin con Razman Kadyrov

In un recente video, non verificabile, diffuso su Telegram, Kadyrov è apparso in mimetica, in una stanza buia, a discutere con le sue truppe strategie per vincere la guerra. Tra loro anche Daniil Martynov, ex ufficiale dei corpi speciali dell'Fsb, il servizio segreto interno, che ora addestra le truppe d'élite cecene. Il numero dei ceceni impegnati in Ucraina non è chiaro ma potrebbe aggirarsi da un minimo di 10 mila fino a 70 mila unità. Nei primi giorni di guerra in Ucraina sarebbe stata una soffiata dei servizi segreti russi (Fsb), nella quale si annunciava una squadra d'élite cecena in azione, a scongiurare l'uccisione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Fallito il tentativo, il feroce leader opererebbe sul campo impegnato a “spronare” le truppe. L'obiettivo di Kadyrov è chiaro e non fraintendibile dalle sue parole: “L'altro giorno eravamo a circa 20 chilometri da voi nazisti, ora siamo ancora più vicino”, esortando le forze ucraine ad arrendersi o “vi finiremo”. Un messaggio diretto per il presidente ucraino e il suo governo.

Kadyrov, figlio dell'ex presidente Akhmad Kadyrov, insediato nel 2000 da Putin al termine della seconda guerra cecena e assassinato quattro anni dopo, amministra la Cecenia (autonoma in cambio di fedeltà) con i suoi uomini - i famigerati ‘kadyrovtsy’. Sono dipinti come una vera e propria milizia paramilitare al suo servizio, ritenuti responsabili di torture, rapimenti e arresti arbitrari nonché attivi nella persecuzione degli omosessuali. Alla denuncia nel 2017 documentata dal giornale Novaya Gazeta, Kadyrov rispose “non ci sono gay in Cecenia”. Su di lui ricadono i sospetti di un coinvolgimento nella morte dell'oppositore ed ex vicepremier russo, Boris Nemcov, suo grande critico, assassinato di fronte al Cremlino.

I separatisti ceceni Dzhokhar Dudayev combattono i soldati russi il 5 gennaio 1995 a Grozny Getty Images
I separatisti ceceni Dzhokhar Dudayev combattono i soldati russi il 5 gennaio 1995 a Grozny

I "Kadyrovtsy" sono parte dell'offensiva russa in Ucraina e sono stati avvistati più volte al fronte. Eppure non sono gli unici ceceni in Ucraina. Perché al fianco di Kiev combattono i veterani delle guerre cecene, pronti a sfogare l'odio contro i russi. In particolare sarebbero due le unità attive nate nel 2014 dopo l'annessione della Penisola di Crimea. Si tratta del battaglione Sheikh Mansur, concentrato perlopiù a Mariupol, e il battaglione Dzhokhar Dudayev, guidati dal leader Adam Osmaev, sopravvissuto a un attentato (Nel quale è morta sua moglie, ndr) e accusato di complotto per uccidere Vladimir Putin.