Sicurezza e occupazione

Incidenti sul lavoro, Inail: +47,6% di infortuni e +9,6% di morti nel primo bimestre 2022

Lo rileva la sezione "Open data" del sito Inail sui dati analitici delle denunce di infortunio e di malattia professionale presentate all'Istituto entro febbraio.

Incidenti sul lavoro, Inail: +47,6% di infortuni e +9,6% di morti nel primo bimestre 2022
(Pixabay)
Operai in un cantiere

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di febbraio sono state 121.994, in aumento del 47,6% rispetto alle 82.634 del primo bimestre del 2021 e del 26,4% rispetto alle 96.549 del periodo gennaio-febbraio 2020. Di queste, 114 hanno avuto esito mortale, in aumento del 9,6%, 10 in più rispetto alle 104 registrate nel primo bimestre del 2021 e sei in più rispetto alle 108 del periodo gennaio-febbraio 2020.

"I dati appena diffusi non possono lasciarci indifferenti. In soli due mesi si sono registrate oltre 120mila denunce di infortunio, 114 con esito mortale. I preoccupanti incrementi rispetto al primo bimestre del 2021 impongono una seria riflessione per stimolare maggiore attenzione verso il tema della salute e sicurezza sul lavoro". Lo afferma il presidente dell'Inail, Franco Bettoni. "L'andamento degli infortuni nel periodo 2019-2021, al netto dei contagi Covid - prosegue Bettoni - presenta elementi di evidente complessità: nel 2019, in assenza del virus, sono pervenute all'Istituto circa 642.000 denunce di infortunio, diminuite a poco più di 423.000 nel 2020 e risalite a quasi 513.000 nel 2021. Effetti sostanzialmente analoghi per gli infortuni con esito mortale, sempre con l'esclusione dei casi covid. In riferimento al 2022, l'analisi statistica dei primi due mesi conferma l'urgenza di agire sinergicamente per invertire la rotta". "Nel nostro Paese manca ancora una reale cultura della prevenzione - conclude Bettoni - che va costruita iniziando dai banchi di scuola, conservandola poi nel tempo con adeguati interventi di informazione e formazione continua per tutti gli attori del ciclo produttivo. Una valida politica di prevenzione, l'interiorizzazione della cultura della sicurezza, non penalizzano l'impresa sul mercato, anzi, possono costituire elemento determinante di affermazione e competitività".