Gli orrori dei bombardamenti, il flusso incessante dei profughi, un segnale che circa 20mila persone - secondo la questura di Roma - o 50mila - secondo gli organizzatori - scesi in piazza in un corteo con destinazione piazza San Giovanni, a Roma. La manifestazione per la pace è stata organizzata da associazioni pacifiste, Ong, Cgil e Rete italiana pace e disarmo. Tanti gli slogan sugli striscioni "Fermiamo la guerra, fuori l'Italia dalla guerra. No all'invio di armi", oltre a slogan contro la Nato. Ma soprattutto appelli per il "cessate il fuoco immediato", e la condanna "dell'aggressione della Russia all'Ucraina".
Al Corteo hanno aderito tra gli altri Arci, Acli, Libera, Emergency, Legambiente, Movimento nonviolento, Un ponte per, archivio Disarmo, Amnesty, Anpi, Greenpeace e Save the children.
Sul palco il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che dice: "bisogna fermare la guerra e chiedere l'intervento dell'Onu. La strada non è l'invio di armi, ma il ricorso alla massima diplomazia. Non possiamo accettare la guerra come strumento di relazione tra stati. Serve ogni sforzo per fermarla - ha detto Landini - la guerra non si combatte con la guerra, è il momento che l'Onu faccia la sua parte".

Contrario alla posizione della Cgil - anche se presente alla manifestazione - anche il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha dichiarato: "Siamo per un aiuto umanitario, ma siamo anche per un aiuto militare: i partigiani in Italia non avrebbero sconfitto il fascismo - continua Bombardieri - se avessero ricevuto dei fiori durante la Resistenza".

Tante le testimonianze in piazza, sul grande palco si sono alternate Batool Karim - co-portavoce dell'Iraq Social Forum - Silvia Maraone (Ipsia - Acli, attiva nei Balcani), la rifugiata siriana Yasmine Azeem, oltre ad un messaggio dalle organizzazioni di madri di soldati russi, ucraini e bielorussi contro l'arruolamento.
Sindacati spaccati
Una posizione non condivisa dalla Cisl che non ha aderito al corteo: "Non si può essere equidistanti né neutrali, tra chi difende la propria terra e chi invece massacra uomini, donne e bambini - così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra - e colpisce anche le centrali nucleari e mette a rischio tutta l'Europa", Sbarra invita a "scelte di campo nette", perchè "non si può mettere sullo stesso banco Putin, la Nato, l'Europa, L'italia".