All'Università di Trieste

Mattarella: "La guerra in Ucraina è un retrocedere della storia, va fermata ora"

L'amarezza del Capo dello Stato: "Pensavo che la drammatica esperienza" della pandemia "avesse fatto capire ai governi l'esigenza di cercare il dialogo, invece tornano gli egoismi nazionali"

Mattarella: "La guerra in Ucraina è un retrocedere della storia, va fermata ora"
Rainews24
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'Università di Trieste

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato oggi all'inaugurazione del 98° anno accademico dell'Università di Trieste

"L'Italia e l'Europa, in particolare l'Unione Europea, hanno da affrontare tre gravi emergenze - ha detto - quella sanitaria, con la sconfitta definitiva non ancora conseguita della pandemia, quella della sfida economica, con i piani nazionali di ripresa e resilienza" e a queste "si è aggiunta inattesa quella provocata dalla guerra di aggressione della Russia all'Ucraina, con la nuova emergenza di recuperare pace, sicurezza e pieno rispetto del diritto internazionale". Il conflitto ucraino, ha proseguito, è "un retrocedere della storia e della civiltà che mai avremmo immaginato possibile in questo inizio di millennio, con vittime fra bambini e anziani, a devastazioni di città e campagne".

In questa guerra, osserva Mattarella, "non riusciamo neppure a rinvenire una motivazione razionale". Eppure "la pace è sempre possibile, proprio per questo stiamo rispondendo con la dovuta solidarietà all'aggressione: con l'accoglienza per i profughi, con misure economiche e finanziarie, per frenare subito, per rendere insostenibile questo ritorno alla prepotenza della guerra che, se non trovasse ostacoli non si fermerebbe. Occorre fermarla, ora, subito. Proporre dialogo e trattative, per chiudere la guerra, ritirare le forze di invasione"

Dalle parole di Mattarella traspare tutta l'amarezza per quel che sta avvenendo in Ucraina, e che nega lo spirito di cooperazione internazionale che ha caratterizzato il contrasto della pandemia da Covid-19: "La solidarietà ha consentito di sviluppare una veloce produzione e distribuzione di vaccini. Aumenta il contagio in queste settimane, ma senza conseguenze gravi. Questo risultato è stato possibile per la solidarietà della comunità scientifica, che ha consentito questo sforzo di grande successo nella comunità scientifica internazionale e questo è un risultato significativo di grande rilievo che si sperava fosse seguito anche a livello politico dai governi degli stati. Si pensava, confesso lo pensavo anch'io, che questa drammatica esperienza vissuta da tutto il mondo contro un pericolo comune che ha messo a rischio il genere umano, avesse fatto comprendere anche a livello dei governi degli stati l'esigenza di cercare condivisione, dialogo, collaborazione. Non può esserci richiamo più convincente di quello che è avvenuto per spingere tutti, tutti i popoli, a fronteggiare insieme i nemici dell'umanità, come la pandemia e quelle possibili in futuro, il deterioramento delle condizioni climatiche l'emergenza climatica, con le drammatiche conseguenze di aumento della povertà e di effetti di fame nel mondo. Appariva logico, sembrava possibile e invece abbiamo dovuto assistere al riesplodere di aggressivi egoismi nazionali".

Il presidente ha anche sottolineato come Trieste possa rappresentare "un esempio per l'Europa, per il suo destino indiscutibilmente legato alla pace, alla condivisione e all'integrazione". Il capoluogo giuliano, infatti, è “un territorio di frontiera, che in passato ha attraversato momenti travagliati e difficili che si è riusciti a trasformare in forme concrete attive e positive di condivisione e collaborazione” e per questo “avverte con particolare intensità la gravità di quanto sta avvenendo”. 

"In questo ateneo vi sono numerosi studenti ucraini, ben accolti da questa università, a cui va un pensiero particolarmente intenso in questo periodo, in queste settimane", ha affermato in conclusione. Poco più di una decina di persone, tra No vax ed esponenti di associazioni per la pace hanno manifestato al passaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre lasciava l'università a bordo dell'auto presidenziale, scortata da auto della polizia. I manifestanti hanno sventolato bandiere della pace, fatto suonare campanacci ed esposto striscioni.