Guerra in Ucraina

No-fly zone sui cieli ucraini? L'ambasciatore Massolo: "Non mi pare che la Nato ci stia pensando"

L'ex direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza commenta a Rainews.it: "Istituire una no-fly zone è un’operazione complessa. Va decisa da un’istanza internazionale, meglio se a livello ONU"

No-fly zone sui cieli ucraini? L'ambasciatore Massolo: "Non mi pare che la Nato ci stia pensando"
Ansa
Giampiero Massolo

Giampiero Massolo, in diplomazia dal 1978, è un funzionario di lunga esperienza: direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza tra il 2012 e il 2016, ha ricoperto in passato diversi incarichi di rappresentanza, tra cui quello di primo segretario presso l’Ambasciata italiana a Mosca tra il 1982 e il 1985, ai tempi della Guerra fredda. Chi meglio di lui, quindi, può commentare l’ultima, grande novità relativa al conflitto in Ucraina di questi giorni: la possibilità - ventilata dal ministero degli esteri di Kiev ma non confermata da fonti occidentali - di istituire una no-fly zone sui cieli di Kiev e delle altre città del paese.

“Istituire una no fly zone è un’operazione complessa. Va decisa da un’istanza internazionale, meglio se a livello ONU” commenta l’ambasciatore Massolo, mentre è in volo verso Dubai. E subito dopo aggiunge: “Va soprattutto realizzata nella pratica, inibendo in concreto gli spazi aerei che si vogliono chiudere”. Ciò significa, in dettaglio, impedire con ogni mezzo il sorvolo di velivoli militari e civili nello spazio aereo interessato dalle restrizioni, il che di conseguenza porterebbe al rischio di abbattere qualsiasi velivolo che violerebbe questa prescrizione.

Secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, citato da SkyNews Uk, la Nato starebbe "valutando" l'ipotesi di dar vita a una no-fly zone sui cieli dell'Ucraina. Quanto è realistica questa opzione, ambasciatore Massolo? “Non mi pare - almeno a mia conoscenza - che la NATO ci stia pensando” risponde il funzionario, specificando che “la politica dell’Alleanza è stata di appoggio ma non di intervento militare”, con tutti i rischi che un’escalation del genere comporterebbe.

La no-fly zone, e qualsiasi altro coinvolgimento diretto dell’Alleanza atlantica, esclusa fino a ieri e in modo esplicito da leader occidentali come Biden o Johnson, contemplerebbe infatti la possibilità automatica di innescare uno scontro diretto con Mosca. La ritiene un’eventualità possibile? “Una no-fly zone si configura nella sua applicazione come un atto militare, teso a farla rispettare”. In questo contesto, con un coinvolgimento diretto della NATO, l’Italia, il nostro esercito e, nello specifico, la nostra Aereonautica si vedrebbero investiti di diversi compiti, dall’utilizzo delle basi aeree – come già avvenuto in passato in altre missioni NATO – ad altre azioni di supporto.

Gli avvertimenti della difesa britannica

La Russia userà sempre di più “tattiche di bombardamento a tappeto indiscriminato” contro le città ucraine, ha detto oggi senza mezzi termini il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, in una intervista a Sky News. E, nell'ottica di un rischio, che vediamo concretizzarsi sempre di più in queste ore, di un aumento dei “target civili” colpiti dall’esercito russo, si comprende la richiesta della no-fly zone avanzata da parte ucraina.

Come ci insegna la storia, infatti, in ogni guerra è impossibile non colpire anche i civili. Le parole di Putin, nel discorso in cui ha annunciato l’inizio delle operazioni in Ucraina (secondo cui l’invasione avrebbe demilitarizzato il paese, colpendo solo obiettivi militari e strategici), erano destinate fin da subito ad essere tragicamente smentite. “La Russia si aspetta che la Nato usi il buon senso per evitare un conflitto” ha intanto commentato il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko.

La minaccia “nucleare”

Intanto, gli scenari peggiori (l’escalation nucleare e un estendersi più grave e minaccioso del conflitto) vengono accennati, in modo sempre meno velato, da diversi bocche: "Non sappiamo come e quando ma è inevitabile uno scontro diretto fra la Nato e la Russia di Putin" ha dichiarato Vladimir Milov, consigliere del dissidente russo, ora in prigione, Alexey Navalny. "Una Terza guerra mondiale, se dovesse scoppiare, sarebbe nucleare e devastante" ha invece avvertito il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in un'intervista ad Al Jazeera.