Tensioni nella maggioranza

Aumento spese militari, Draghi avverte M5s: "Rispettare gli impegni presi con la Nato"

Dopo il colloquio con Giuseppe Conte il premier è salito al Colle. La discussione generale sul decreto legge Ucraina oggi a Palazzo Madama. Domani il voto finale, il governo potrebbe blindare con la fiducia il provvedimento

Aumento spese militari, Draghi avverte M5s: "Rispettare gli impegni presi con la Nato"
Ansa
Il premier Mario Draghi interviene al Senato su crisi Ucraina

La discussione generale sul decreto legge Ucraina comincia alle 18 nell'aula di Palazzo Madama. Il voto finale è previsto per domani, ha comunicato il presidente Roberto Calderoli, riferendo all'aula quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo. Il governo deciderà nelle prossime ore se porre o meno la fiducia sul provvedimento, intanto il premier Mario Draghi è deciso a tirare dritto sull'aumento delle spese militari al 2% del Pil nel rispetto degli impegni Nato e ottiene il sostegno del Quirinale dopo un colloquio al Colle con Sergio Mattarella.  Forte anche dell'asse con il Capo dello Stato, il presidente del Consiglio ha affondato con decisione i suoi colpi chiarendo che non ci si può sottrarre agli impegni  con la Nato, pena il far venir meno il patto che tiene in piedi la maggioranza. Un messaggio forte, indirizzato a tutta la coalizione di governo e soprattutto al Movimento 5 stelle.  Il capo del governo ha fatto filtrare da Palazzo Chigi  questa linea  dopo aver visto ieri sera il presidente della Repubblica: incontro preceduto dal faccia a faccia con il leader del Movimento Giuseppe Conte. Una linea che il premier è deciso a portare avanti confrontandosi , in vista del voto al Senato, anche con altri esponenti della maggioranza (in mattinata l'incontro con il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani).

Draghi è salito al Colle nel tardo pomeriggio di ieri per aggiornare il capo dello Stato sulla vicenda delle spese militari, che da giorni surriscalda il dibattito politico. Sfumata la possibilità di un accordo tra i partiti sull'aumento delle risorse per la difesa, il governo si prepara a blindare con la fiducia il dl Ucraina nell'Aula del Senato. Ma lo scontro deflagra comunque nelle due commissioni Esteri e Difesa dove l'esecutivo accoglie l'ordine del giorno di FdI sul raggiungimento della soglia del 2% per la difesa, che quindi non viene votato. I senatori pentastellati, che erano decisi ad esprimersi contro la proposta di Fratelli d'Italia però non ci stanno e definiscono "inaccettabile" la scelta del governo. "È inaccettabile che il governo abbia deciso di accogliere l'ordine del giorno di FdI malgrado la forte contrarietà della principale forza di maggioranza. Malgrado la nostra insistente richiesta, la presidente della commissione Difesa Roberta Pinotti non ha voluto metterlo ai voti. Di cosa ha paura?", tuonano la vicepresidente del M5S Paola Taverna e i senatori Vito Crimi, Gianluca Ferrara, Ettore Licheri, Andrea Cioffi e Gianluca Castaldi. 

Esulta il partito di Giorgia Meloni: "L'obiettivo politico per noi è stato raggiunto".  E il presidente dei senatori di FdI Luca Ciriani si rivolge tra le righe a M5s e LeU insinuando il dubbio anche sull'esito del voto di fiducia in Aula : "Chi voleva il voto dell'odg si deve chiedere se voterà il decreto o meno" dice.

Conte ne parla con Draghi a Palazzo Chigi: un colloquio di un'ora e mezza, molto teso, a quanto si racconta in ambienti parlamentari, al termine del quale il leader del Movimento chiarisce che una crisi di governo non è all'orizzonte, ma "abbiamo diritto ad essere ascoltati".  Poi in serata intervenendo alla trasmissione a DiMartedì su La7 il leader del M5s assicura: "Voteremo il dl Ucraina sia alla Camera che al Senato" e sottolinea che "non c'entra nulla con il conflitto, perché non parliamo degli aiuti all'Ucraina. Noi continuiamo a dire sì agli aiuti economici, umanitari e militari a Kiev, per quanto la decisione sia stata sofferta.", ha aggiunto l'ex premier. "Ho chiesto dove si troveranno questi miliardi. Draghi ha tenuto a dire che è importante rispettare gli impegni della Nato ma ovviamente c'è questa sensibilità". Conte ha ribadito che “non è mai stato messo in discussione l'impegno del 2%, ma se noi abbiamo come orizzonte il 2024 sarebbe un picco notevole di spesa, ma non è mai stato detto che l'Italia non rispetterà l'impegno”. Mentre l'obiettivo sarebbe definire questa curva “progressivamente al 2030”,  con "un percorso di sostenibilità che,  se parliamo tra alleati, è perfettamente comprensibile". Per discutere di questo nodo in mattinata ha riunito i senatori M5s: "Stiamo lavorando per mettere a punto la posizione ufficiale sui temi di attualità", ha detto. “"Quando il M5s pone un problema è per fare crisi governo. Questo è l'angolo in cui ci mette il mainstream".

Lo scontro tra Giuseppe Conte e Mario Draghi manda in fibrillazione la maggioranza di governo. Il segretario del Pd Enrico Letta segue gli eventi con preoccupazione e persino dentro Leu - il partito più vicino all'ex premier - la mossa non viene apprezzata. Secondo alcuni parlamentari dem il problema è che adesso Draghi ha perso la pazienza e una mediazione diventa più complicata. "Ieri - spiegano dal Pd - si poteva arrivare ad un ordine del giorno di maggioranza che legasse le spese militari alla difesa europea, che introducesse gradualità, che toccasse anche il tema della situazione economica di famiglie e imprese. Non hanno voluto, hanno cercato il pretesto per votare no". Quello che preoccupa i democratici, come dice una fonte parlamentare, è l'atteggiamento di Conte: "Dove vuole arrivare?", è la domanda. Si fa sentire Andrea Marcucci,: "Gli accordi internazionali si rispettano, tanto più durante una guerra in Europa. Io sto con Draghi". E riemerge l'insofferenza verso gli 'alleati' a 5 stelle, anche se i primi ad attaccare sono Matteo Renzi e Carlo Calenda, che da tempo chiedono di rompere con loro. "Draghi è uno statista, Conte è un populista", scrive il leader Iv su Twitter. "Noi stiamo con Draghi, noi stiamo con l'Italia". E Calenda applaude Mario Draghi, che ha ricordato al leader M5s l'aumento delle spese militari decise dal governo Conte II. "Quando un uomo con uno spessore ne incontra uno con un Casalino, quello con un Casalino? Bravissimo Draghi". Il leader di Azione, poi, usa il sarcasmo e sottolinea la "coerenza" di Conte. 

"Non so se si porrà la fiducia" sul dl Ucraina, "ho letto dichiarazioni di Conte che dice che la voterà, faccio fatica a star dietro alle capriole semantiche e fattuali dei Cinquestelle, in questo momento per serietà non dovrebbero accadere queste cose"  dice il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè (FI) intervistato a Radio anch'io su Rai Radio 1. "Aver messo in moto questo caravanserraglio per ragioni squisitamente politiche interne ai Cinque stelle non fa il bene dell'Italia ed è nemico dell'immagine dell'Italia all'estero" osserva.

Il leader dei pentastellati però avverte: "Nel Def non ci siano fughe in avanti" sull'aumento delle spese militari. Uno scoglio al momento allontanato in quanto il documento di economia e finanza, inizialmente previsto in Cdm giovedì, arriverà sul tavolo di Palazzo Chigi solo il 5 o il 6 aprile dopo la messa a punto del Mef e della ragioneria. Uno slittamento che serve a questo punto anche a stemperare l'acceso clima politico sulla questione.  A dare il senso della decisione con cui Palazzo Chigi sta affrontando questo argomento  c'è anche la scelta di divulgare i dati sul bilancio della difesa sotto i governi Conte che "nel 2018 registrava circa 21 miliardi, nel 2021 24,6 miliardi, "un aumento del 17%",  numeri  messi a paragone con l'incremento del "5,6% tra il 2021 e il 2022". Un messaggio piuttosto chiaro al leader del Movimento, in vista di altre possibili mosse. Ma anche su questo non tarda ad arrivare la replica dei pentastellati che contestano i dati e parlano di un “aumento del 12% in 3 anni” con i governi Conte e di un 6,5% in un anno con il governo Draghi  : “È curiosa e davvero straordinaria la dovizia di particolari con cui 'fonti di palazzo Chigi' hanno ricostruito la spesa militare italiana. La stessa meticolosità andrebbe usata per dare notizia del previsto incremento delle spese militari per gli anni 2023 e 2024, che rappresentano il fulcro del confronto di questo giorni”, dicono fonti M5s.