Una “carovana” di volontari

Da Sora (Frosinone) alla frontiera con l’Ucraina: un viaggio per donare

Luca D’Ambrosio, rientrando in Italia, ci racconta il viaggio fatto con alcuni volontari per consegnare al confine indumenti, medicinali, cibo e giocattoli

Da Sora (Frosinone) alla frontiera con l’Ucraina: un viaggio per donare
d'ambrosio
Al confine con l'Ucraina per portare aiuti

“Tutto è iniziato diverse settimane fa aderendo a una campagna di aiuti umanitari per l'Ucraina organizzata nella mia città, Sora, da associazioni e volontari. Del resto, nel mio piccolo, ho sempre cercato di darmi da fare per le persone in difficoltà. Questa volta però, davanti a una simile catastrofe umanitaria, che oltretutto ci tocca così da vicino, ho sentito il bisogno di andare oltre la donazione o l'offerta che dir si voglia.”

A parlare Luca D’Ambrosio, da sempre impegnato nel sociale, giornalista e blogger, volontario e “sognatore”. Da un giorno all’altro ha deciso di partire, di fare qualcosa di concreto. Si è messo a disposizione come impacchettatore, facchino, autista consegnando i pacchi prima a Roma, presso la chiesa di Santa Sofia, e poi verso Siret, Romania, al confine con l'Ucraina. 

“Abbiamo organizzato una consegna di materiale di aiuti umanitari raccolti qui in Italia: farmaci, presidi medici chirurgi, vestiti, coperte, giocattoli, alimenti, tutto quello che abbiamo trovato. Tre furgoni pieni e un’ambulanza autorizzata con farmaci e siamo partiti sabato sera intorno alle 20,00. Da Sora a Siret al confine tra Romania e Ucraina.”

Come è stato il viaggio?

“Il viaggio è durato circa 40 ore con i necessari stop e un po’ di tempo per riposare. Una volta entrati in Romania e Ungheria abbiamo tenuto un’andatura lenta complice anche la neve. Arrivati a destinazione, abbiamo atteso l’arrivo dei volontari ucraini che dovevano recuperare il materiale. Al confine con l’Ucraina abbiamo accolto in territorio Rumeno i ragazzi che hanno varcato il confine con dei furgoni per trasbordare il materiale che abbiamo portato.

I ragazzi che abbiamo incontrato ci hanno raccontato della situazione quotidiana fatta di vite passate in uno scantinato, senza casa, con regole stringenti dettate dal coprifuoco delle 22,00. E la paura non rientrare in tempo. Si doveva fare in fretta. Abbiamo consegnato un po’ di tutto. Quello che manca: vestiti, pannolini, abiti da donna, qualcosa per coprirsi, fa freddo lì. Mi ha colpito molto la dignità nel ricevere con il sorriso i doni. Ho visto riconoscenza ma, non disperazione. Una delle ragazze incontrate mi ha mandato il giorno dopo un grazie sul telefono, non lo aspettavo, mi ha fatto molto piacere. L’operazione è durata circa 6 ore poi siamo ripartiti, il trasbordo è stato complicato più che altro per le pratiche burocratiche. L’attesa di poter avere il contatto con i ragazzi oltre confine è stato il momento più faticoso. Io ho consegnato dei cioccolatini a delle bambine ucraine, erano felici ma, hanno aspettato l’ok della mamma per prenderli. Si ci penso, mi commuovo.

 

I volontari al confine con l'Ucraina scaricano il materiale Luca D’Ambrosio
I volontari al confine con l'Ucraina scaricano il materiale

Difficoltà ?

“Ci siamo un po’ persi in alcuni momenti con le mappe sbagliate per via dell’assenza di internet, per il resto a parte la stanchezza e la difficoltà di dormire in furgone è andato tutto bene. Ci hanno accolto con grande gioia, un gesto utile non solo per il materiale donato ma, per la nostra presenza. Essere presenti, questo dobbiamo fare. Ora stiamo tornando, con i furgoni vuoti e con la voglia di ripartire. Di fare un’altra staffetta. Lì hanno bisogno di tutto e di sentire che non sono soli… Ringrazio il gruppo di volontari che mi ha accompagnato, non ci fermiamo, tutto quello che possiamo fare lo faremo…”

 

Aiuti al confine con l'Ucraina Luca D’Ambrosio
Aiuti al confine con l'Ucraina

Il video di Luca D’Ambrosio