Fotografia del negoziatore con l'Ucraina

Chi è Vladimir Medinsky: capo mediatore russo, plagiatore seriale e teorico del nazionalismo

Nel 2014, Medinsky ha ricevuto dall'Univesità Ca' Foscari il titolo di prof ad honorem. Le vicende legate alla guerra hanno portato alla sospensione dell'onorificenza. L'ennesima onorificenza messa in dubbio dalla comunità scientifica Dissernet

Chi è Vladimir Medinsky: capo mediatore russo, plagiatore seriale e teorico del nazionalismo
AP photo
Vladimir Medinsky Il capo dei mediatori russi ha tre titoli accademici nel suo Paese due in Scienze politiche (dottorato e abilitazione)e uno in Scienze storiche (abilitazione). Sui titoli in Scienze politiche ci sono gravi indizi di plagio e su quello in Scienze storiche seri dubbi sulla scientificità.

Forse non tutti sanno che Vladimir Medinsky, il capo dei mediatori russi che abbiamo visto nelle scorse settimane sedersi nei vari tavoli di trattative con gli ucraini è da tempo al centro di molte polemiche che coinvolgono sia la Russia che l’Italia. Ex ministro della cultura dal 2012 al 2020, ora consigliere di Putin, Medinsky è infatti diventato anche membro onorario del corpo accademico dell’Università di Venezia Ca’ Foscari nel 2014, anno in cui il rettore era Carlo Carraro. 

L’onoreficenza non dovette fare neanche la fatica di venire a prendersela a Venezia, ma gli venne direttamente portata a Mosca dalla professoressa Silvia Burini, al tempo capo dello Csar – Centro di Studi sulle Arti della Russia, perché in ateneo docenti e studenti si erano opposti ed era montata la protesta. La professoressa poi si dimise dopo che la protesta culminò con un appello firmato da cento docenti dell'ateneo contro il conferimento

Era il 2014 e al tempo la polemica riguardava il fatto che si premiasse un uomo della propaganda del Cremlino nel momento in cui i russi occupavano e inglobavano la Crimea e parte delle regioni del Donbass. 

Ma la diatriba si è riaccesa nel mese scorso quando, come riportato dal Corriere del Veneto del 7 aprile, a Ca’ Foscari è nata la proposta, discussa nel primo Senato accademico utile, di revocare l’onoreficenza. Alla fine ha prevalso però una decisione intermedia. “E’ stata espressa la volontà di mantenere i rapporti volti alla ricerca, si è ricordata la presenza di studenti cafoscarini ancora in Russia,  e l’ateneo “ribadita la condanna  all’aggressione militare della Federazione Russa ai danni dell’Ucraina”, ha concordato una sospensione temporanea della laurea d honorem, auspicando che "il professor Medinskij possa contribuire, nel ruolo politico che attualmente riveste, a far prevalere la ragione e a far tacere le armi”. 

 

Vladimir Medinsky con Putin Gettyimages
Vladimir Medinsky con Putin

Nel frattempo, noi di Rainews.it siamo entrati in possesso di un documento prodotto da Dissernet, una comunità di volontari che in Russia diversi anni lotta contro i plagi nel mondo accademico (quella che da quelle parti sembra essere una vera e propria piaga) e si occupa di scovare i titoli di studio falsi della nomenclatura russa.

Ebbene, in base a questo documento, per altro inviato ormai da molto tempo alla direzione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Vladimir Medinsky sarebbe una sorta di plagiatore seriale, e un uomo di scienze molto dubbio. Il capo dei mediatori russi di titoli in Russia ne ha tre, due in Scienze politiche (dottorato e abilitazione), uno in Scienze storiche (abilitazione). In Russia, la tesi di abilitazione serve per aver accesso al titolo di professore. Delle tre tesi scritte da Medinsky, secondo Dissernet due, di scienze politiche, sono state visibilmente copiate. In una il plagio riguarderebbe ben 90 pagine su 134, refusi compresi, i due terzi della tesi. 

Questo per stare solo ai “plagi”. Se guardiamo ai contenuti ci sono pure passaggi molto interessanti. Nella tesi in scienze storiche, l’unica che non risulterebbe plagiata, troviamo scritto che: “La prima domanda alla quale la scienza storica deve rispondere onestamente è: ‘fino a che punto un’evento o un’azione corrisponde agli interessi del paese e del popolo?’ Il porre tutto sulla bilancia degli interessi nazionali della Russia equivale allo standard assoluto della veracità e dell’affidabilità di un’opera storica”. 

Medinsky dice, in sostanza, che la ricerca storica va completamente piegata agli interessi nazionali, nel suo caso della Russia, e lo fa citando alla lettera Oleg Platonov pubblicista antisemita e ultranazionalista. Una tesi ben strana, molto difficile da giustificare dal punto di vista scientifico, e non proprio compatibile con titoli come quello di Professore onorario. Ma non mancano altri passaggi illuminanti. Andando avanti con alcuni esempi, in uno Silvio Piccolomini viene definito “noto umanista tedesco del XV secolo”, e in un altro Medinsky afferma che i russi sono stati attaccati dagli “infedeli” prima degli europei, ignorando la conquista araba della Spagna.