Insieme per un segno profetico

Chi sono Irina e Albina le donne che parteciperanno alla Via Crucis

Le due infermiere del Campus Bio-Medico, insieme al Colosseo per il Venerdì Santo. Il nunzio apostolico in Ucraina: "Non è un segno politico"

Chi sono Irina e Albina le donne che parteciperanno alla Via Crucis
Ansa
Albina e Irina, le infermiere russa e ucraina che parteciperanno alla via Crucis presieduta dal Papa

Albina è russa e studentessa al terzo anno del corso di laurea in Infermieristica dell'Università Campus Bio-Medico di Roma. 

Irina, ucraina, è infermiera del Centro di Cure Palliative "Insieme per la cura" della Fondazione dello stesso Policlinico Universitario dell'Opus Dei. 

Le due donne che prenderanno parte, insieme, alla Via Crucis presieduta da papa Francesco al Colosseo la sera del Venerdì Santo, hanno passato insieme i mesi duri del Covid, poi è arrivata la guerra. La preoccupazione di Albina era quella di non essere più accettata, ma la rassicurazione negli occhi di Irina le ha rese ancora più unite.

Nell'intervista di Valentina Bisti, rilasciata nel mese di marzo al Tg1, le due infermiere dichiarano la resistenza del loro legame nonostante la guerra, parlando di “condivisione della sofferenza dei due popoli”. Proprio per questa testimonianza e per il messaggio di amicizia raccontato nel servizio nei primi giorni del conflitto, sono state scelte per la Via Crucis.

 

Le critiche e l'opinione del nunzio apostolico in Ucraina

Diversi esponenti politici e religiosi ucraini - in particolare, l'arcivescovo greco-cattolico Sviatoslav Shevchuck e l'ambasciatore presso la Santa Sede Andrii Yurash - hanno espresso riserve in merito a questa iniziativa. 

Intanto il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas, ha commentato la scelta, criticata in Ucraina, di far partecipare insieme le due donne, sottolineando che tale segno non va interpretato come un anticipo di riconciliazione ma come un momento di preghiera sotto la croce

Monsignor Visvaldas Kulbokas è uno dei pochi diplomatici a non aver mai lasciato Kyiv. “Capisco gli ucraini che mi dicono che in questo momento è difficile accogliere qualsiasi altro segno che non sia quello della compassione”, prosegue il prelato lituano. 

Quanto alla Via Crucis, "la croce di Gesù ha la vocazione di riconciliare prima di tutto noi tutti con Dio, e questo è necessario in ogni momento, anche adesso. Se invece - precisa monsignor Kulbokas - qualcuno volesse interpretare quel passaggio come un segno di riconciliazione tra russi e ucraini, sarebbe troppo presto. Ciò sarà possibile quando non sarà più in atto la guerra, non adesso, con l'aggressione in corso e le ferite aperte. In questo senso, il segno può valere per il futuro, quando bisognerà ricostruire il perdono nel dopo guerra, che speriamo arrivi presto". 

 

Irina, infermiera ucraina Ansa
Irina, infermiera ucraina

Nonostante le polemiche le due donne saranno comunque al Colosseo, con la croce in mano. "Insieme si potrebbe fare tanto. L'umanità si deve unire insieme per cercare di trovare la pace e una soluzione a tutto quello che sta accadendo", ha dichiarato Irina ai media vaticani.

Albina, studentessa russa Ansa
Albina, studentessa russa