La sentenza

Violenza domestica, la Corte di Strasburgo condanna l'Italia per il caso del bimbo di Scarperia

"Procuratori passivi' si legge nella sentenza riguardo la vicenda di un padre che, nel 2018, uccise a coltellate il figlio di un anno e tentò di gettare dalla finestra la figlia di 7

Violenza domestica, la Corte di Strasburgo condanna l'Italia per il caso del bimbo di Scarperia
JEAN-FRANCOIS BADIAS/AFP via Getty Images
La Corte europea di Strasburgo

L’Italia non ha protetto una donna e i suoi figli dalla violenza di un uomo. Da un padre che nel 2018 a Scarperia, vicino Firenze, durante una lite ha ucciso con un coltello il figlio di un anno, ha ferito gravemente la compagna e ha tentato di gettare dal balcone la figlia di 7 anni. L'uomo allora fu condannato a 20 anni.

Stando alle cronache dell’epoca, ma che seguono un copione mai cambiato, la donna aveva denunciato centinaia di messaggi intimidatori ricevuti dall'uomo. Ed è forse per questo che nella sentenza i giudici della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno scritto: "I procuratori sono rimasti passivi di fronte ai gravi rischi che correva la donna e con la loro inazione hanno permesso al compagno di continuare a minacciarla e aggredirla". Una condanna pesante per l’Italia che dovrà risarcire la donna con 32mila euro per danni morali.

Save The Children cita l’articolo 3 della Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (conosciuta come Convenzione di Istanbul) nel quale con l’espressione “violenza nei confronti delle donne”, di cui la forma domestica è una declinazione, definisce una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata. 

Le statistiche indicano dati allarmanti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato come la percentuale di donne vittime di violenza fisica o sessuale da marito o compagno, arrivi al 35%, mentre la stima rilevata dall’ultima indagine Istat indica per l’Italia una percentuale pari al 31,5%. In sostanza, sia a livello globale sia in Italia, una donna su tre subisce violenza almeno una volta nella vita.

Vivere in una spirale di violenza, spiega Raffaella Milano di Save The Children Italia Onlus- per i bambini e le bambine è un trauma complesso che tocca le corde delle emozioni, delle relazioni e spingono molto lontano l’idea di un’infanzia e di normalità. Ricostruire tutto questo è complesso, ma c’è sempre la speranza che i bambini svegliandosi nel buio possano essere rassicurati da un abbraccio e da parole “è stato solo un brutto sogno”.