Guerra del gas

Gazprom interrompe le forniture di gas a Bulgaria e Polonia. Von der Leyen: "No ai ricatti"

Mosca minaccia: pronti a colpire altri paesi non amici. Premier bulgaro: Gazprom sta violando contrato, non piegheremo il capo. Il prezzo dell'"oro nero" schizza del 10%

Gazprom interrompe le forniture di gas a Bulgaria e Polonia. Von der Leyen: "No ai ricatti"
AP
Una foto del gasdotto Yamal-Europa in Polonia

Non è un mistero che la guerra in Ucraina sia anche una guerra per il gas. Per volontà del Cremlino ora Gazprom, società russa in Europa, interrompe la fornitura del cosìdetto “oro nero” a Polonia e Bulgaria. Lo aveva annunciato ieri. Il fornitore polacco di energia, Pgnig ha confermato l'interruzione da parte del gasdotto Yamal Europe che consegna il metano dalla Russia all'Europa. La stessa sorte toccherebbe alla Bulgaria che è dipendente per il 90% dal gas russo. Una soluzione che fa schizzare il prezzo del gas fino al 10% in più.

Secondo il Cremlino l'interruzione della fornitura è la risposta corretta alle sanzioni "atlantiche", lo ha precisato il presidente della Duma Volodin: “Gazprom ha preso la decisione giusta”. E ancora Bulgaria e Polonia potrebbero essere solo i primi due paesi:  "Lo stesso dovrebbe essere fatto per quanto riguarda i nostri paesi ostili nei nostri confronti", ha precisato Volodin su Telegram incalzato subito dopo dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov "se qualcuno rifiuta di pagare con il nuovo sistema, sarà attuato il decreto del presidente russo", ha detto riportato da Interfax.  

Pgnig era stata previdente: nei primi tre mesi di quest'anno ne ha importato più della metà, e ritiene quindi "di potersela cavare" per ora e di poterne reperire altrove e cioè “tramite interconnessioni con la Germania e la Repubblica Ceca e dal mercato globale del Gnl” e assicura “le scorte di stoccaggio di gas sono piene quasi per l'80%, e con l'avvicinarsi dell'estate, la domanda sarà inferiore”.

La società russa che, secondo il diktat del Cremlino, aveva cominciato a chiedere il pagamento del gas in rubli anziché in dollari,  precisa che sta continuando a rifornire il resto dell'Europa via Kiev "ma con minore richiesta rispetto al giorno prima". Secondo Bloomberg, che cita fonti vicine a Gazprom, ben quattro acquirenti europei hanno già pagato in rubli il gas di Gazprom e dieci hanno aperto i conti presso Gazprombank necessari per assecondare la richiesta di Mosca di pagare in valuta locale. Polonia e Bulgaria si sono rifiutate di saldare in rubli i pagamenti dovuti lo scorso 26 aprile e per questa ragione le forniture ai due Paesi sono state sospese.

Secondo Sofia chiedendo il pagamento non più in dollari ma in rubli, Gazprom viola il contratto e non è l'unica a dirlo: anche il premier italiano Draghi ne aveva sottolineato la violazione. In più esperti rilevano che non sarebbe ragionevole fermare, come contromisura, il transito del gas russo attraverso il territorio bulgaro verso Serbia e Ungheria. Varsavia che era stata la prima a muoversi per le sanzioni contro Mosca, avverte: "non lo compreremo più dalla Russia". 

Questo mentre il prezzo del gas balza fino a 125 euro a Mwh e poi ripiega a 116. Il conflitto, dunque, appare in tutta la sua complessità anche sul piano del reperimento energetico di gas risorsa fondamentale di scambio e di relazioni commerciali tra Russia ed Europa.

Dichiarazioni Vyacheslav Volodin sul suo canale Telegram Telegram @vv_volodin
Dichiarazioni Vyacheslav Volodin sul suo canale Telegram

E' la stessa presidente Von der Leyen a consegnare la risposta al Cremlino: "L'annuncio di Gazprom è un altro tentativo della Russia di ricattarci con il gas. Siamo preparati per questo scenario. Stiamo tracciando la nostra risposta coordinata dell'Ue. Gli europei possono aver fiducia nel fatto che siamo uniti e solidali con gli stati membri colpiti", scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue dopo l'annunciato stop delle forniture russe a Polonia e Bulgaria. "Ora la Polonia e la Bulgaria stanno ricendo gas dagli Stati vicini dell'Ue". Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un punto stampa.

Cremlino che attraverso il portavoce del presidente russo precisa seccamente: "Non si tratta di un ricatto", la sospensione delle forniture di gas russo è una risposta ad "atti ostili" contro la Russia, ha detto ai giornalisti Dmitri Peskov.

"Un ricatto", dello stesso avviso è il primo ministro bulgaro Kiril Petkov. La Bulgaria reagisce alla sospensione delle forniture di gas russo ricordando che le consegne per aprile erano state interamente pagate e denunciando una violazione del contratto da parte di Gazprom. Il paese balcanico soddisfa più del 90% delle sue esigenze di gas con forniture dalla Russia. "Al momento, il gas naturale viene utilizzato come arma politica ed economica nella guerra", ha affermato il ministro dell'Energia bulgaro Alexander Nikolov, precisando che la Bulgaria si atterrà alla posizione Ue e non si sottometterà pertanto alla richiesta russa di iniziare a pagare le forniture in rubli, cosa che violerebbe i contratti in essere. A questo punto, ha poi sottolineato, “il governo di Sofia rivedrà tutti i suoi attuali contratti con Gazprom”, ma "non negozierà sotto pressione e a testa bassa", ha avvertito Nikolov.

Cosa diversa in Austria dove "il gas russo fluisce senza interruzioni". "Consegne illimitate vengono effettuate tramite le rotte di rifornimento 'Nord Stream' e Ucraina". Lo ha assicurato la ministra austriaca all'Ambiente, Leonore Gewesslerm questa mattina a Vienna dopo il Consiglio dei ministri, precisando che la rete bulgara "non ha nulla a che fare con la rete austriaca". Per quanto riguarda il gasdotto "Yamal" verso la Polonia che è anche collegato all'Austria, la Gewessler ha affermato che nei giorni scorsi era fluito "poco gas" e che il gruppo energetico austriaco Omv continuerà i pagamenti "in conformità con le sanzioni tramite euro".

Per evitare ogni sospetto e “prima che le fake news sulla propaganda russa vengano diffuse ulteriormente, Omv continuerà a pagare in euro le consegne di gas dalla Russia”, scrive su twitter il cancelliere austriaco Karl Nehammer, commentando la notizia diffusa dalla Tass, secondo la quale la compagnia di gas austriaco Omv aveva accettato di pagare in rubli le forniture di gas russo. Come fonte della notizia la Tass citava lo stesso Nehammer.