Ha 70 anni, piace ai giovani under 35, si è candidato tre volte all’Eliseo ed è ormai considerato da tutti l’ago della bilancia per il futuro politico della Francia: Jean – Luc Mélenchon se non è la personificazione del detto “chi la dura la vince”, molto gli si avvicina.
La frase che più lo rappresenta di queste ultime ore non a caso è stata: “Guardate me, non ho mai abbassato le braccia, non ho mai rinunciato alla lotta, dovete fare come me”.
Stile collerico e impertinente limato con attenzione negli anni per discostarsi dal cliché della sinistra estrema, l’autodefinitosi “una tartaruga sagace” a poche ore dal voto di ieri ha già fatto sapere che “non bisogna dare un solo voto a Le Pen”.
Il carisma e la capacità dialettica di questo politico si esprimono però, all'indomani della notte francese che lo ha incoronato al terzo posto, con un semplice “Mercì!” dal profilo Twitter con tanto di punto esclamativo come a dire: risultato incredibile raggiunto, non è poco, c'è poco altro da aggiungere. Ora bisogna vedere però a chi dirottare i suoi elettori e di dubbi, almeno da parte sua, ve ne sono pochi.
Il leader della “Francia indomita” nasce a Tangeri il 19 agosto del 1951 sotto il segno del leone da George, dirigente del Ptt, l’ente pubblico francese preposto ai servizi di telecomunicazioni nazionali, e da Jeanine Bayona, insegnante di scuola elementare, entrambi figli di immigrati in parte spagnoli in parte siciliani. Melenchon riceve un’educazione di stampo cattolico che però non impedisce ai genitori di divorziare e permettergli così, appena undicenne, l’arrivo in Francia dove si laureerà in filosofia prima e in lettere moderne poi.
Luc Mélenchon da ragazzo manifesta subito simpatie per la sinistra più radicale, entrando a far parte delle file dell'Organizzazione Comunista Internazionalista. Divenuto senatore dal 1986 al gennaio 2010 (con un'interruzione dal 2000 al 2004, come ricordano sulla sua pagina di Wikipedia) e delegato del ministro dell'educazione nel governo Jospin dal 2000 al 2002, torna poi a occuparsi dell'insegnamento professionale fino a quando, nel 2008 fonda il suo Partito di Sinistra.
L’attuale terzo incomodo tra Le Pen e Macron crea poi il partito La France insoumise nel 2016, con l’obiettivo di riunire la sinistra radicale fondando un sistema economico che accordi centralità agli interessi dei cittadini, portando a casa nel 2017 il 19,5 % dei consensi. Risultato arrivato ieri al 22 % preceduto dal presidente uscente E. Macron (28,4%) e da M. Le Pen (23,4%).
La comunicazione digitalizzata e moderna della “tartaruga sagace”
Il pieno dei voti dei giovani e arrabbiati ha radici vecchie di qualche anno. Già per la corsa del 2017 la “tartaruga sagace” aveva avuto l’idea di affidare la gestione della sua campagna elettorale a un gruppo di trentenni.
E se cinque anni fa il suo canale youtube registrava 280 mila abbonati, oggi ne conta quasi 750 mila. Vincente la scelta di utilizzare gli ologrammi per i suoi comizi che gli hanno permesso di essere presente fino a 12 piazze francesi in simultanea fino a poche ore prima del voto. Solo su twitter può contare su quasi 2,5 milioni di follower.
Nei numerosi incontri pre - elezioni ha manifestato le sue critiche nei confronti dell’economia globalizzata e la condanna dell’invasione russa in Ucraina anche se, avendo tra i suoi piani la “re industrializzazione delle Francia, ha auspicato per il proprio Paese un aspetto più neutrale rispetto a quella di Macron nello scenario internazionale e ipotizzando addirittura l’uscita dalla Nato. Bisognerà quindi vedere se questa linea potrà trovare una espressione sotto l'ala del presidente uscente o si tramuterà in un astensionismo che preoccupa non poco gli analisti politici francesi.