Lo riferisce il Wall Street Journal

La Cia avrebbe svelato a Zelensky i piani d'attacco di Putin

Il numero uno dell'Intelligence William Burns avrebbe incontrato il presidente ucraino a metà gennaio e, in questa occasione, avrebbe svelato in anticipo le mosse della Russia

La Cia avrebbe svelato a Zelensky i piani d'attacco di Putin
Ansa
William Burns, classe 1956, nato in una base militare di Fort Bragg nel North Carolina, nel gennaio 2021 è stato nominato da Joe Biden direttore della Cia. Burns era già stato ambasciatore Usa a Mosca, sottosegretario e vicesegretario di Stato nell'amministrazione Obama, durante la quale fu tra i negoziatori dell'accordo sul nucleare insieme all'attuale consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan

Nei mesi prima dell'invasione russa in Ucraina, il capo della Cia, William Burns, avrebbe intrapreso due missioni top secret: nella prima avrebbe avvisato Vladimir Putin che, qualora se avesse attaccato l'Ucraina, l'Occidente avrebbe risposto con dure sanzioni; nella seconda avrebbe rivelato a Volodymyr Zelensky i piani del Cremlino, fornendo informazioni fondamentali per sventare il blitz nell'aeroporto della capitale. 

A sostenerlo è il Wall Street Journal, in un servizio che ricostruisce le tappe della crisi e che accende i riflettori sulla figura di William Burns. Nato nel 1956 in una base militare di Fort Bragg nel North Carolina, nel gennaio 2021 è stato nominato da Joe Biden direttore della Cia. Burns era già stato ambasciatore Usa a Mosca e sottosegretario e vicesegretario di Stato nell'amministrazione Obama, durante la quale fu tra i negoziatori dell'accordo sul nucleare, insieme all'attuale consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan. 

Secondo il Wall Street Journal, il suo ruolo sarebbe stato cruciale nella crisi ucraina almeno in due episodi: il primo all'inizio dello scorso novembre, quando avrebbe chiamato Vladimir Putin al telefono, grazie a una linea criptata, per chiedergli di non proseguire con il suo piano di invadere l’Ucraina e Putin avrebbe risposto di non voler arrivare a Kiev, ma anche sottolineato che l’Ucraina non è un Paese reale, ma solo una decisione politica di Lenin. 

Il secondo episodio a gennaio, quando avrebbe svelato a Zelensky il piano di Mosca di prendere possesso dell’aeroporto di Hostomel a nord della capitale per accerchiarla, facendo sbarcare i paracadutisti per prendere Kiev e “decapitare” il Governo.

Inoltre, sembrerebbe che la Russia sperasse in aiuti da porzioni dell’esercito ucraino, cosa che non è accaduta. 

Dalle ricostruzioni emergerebbe anche che, nei primi giorni del conflitto, gli Stati Uniti avrebbero offerto una via di fuga al presidente Zelensky che  avrebbe però scelto di restare. Il 26 febbraio, riporta l’Associated Press, Zelensky avrebbe detto a Washington: "La battaglia è qui. Mi servono munizioni, non un passaggio".