La guerra in Ucraina

Lavrov annuncia la "seconda fase" e dice: "Non useremo armi nucleari"

Il ministro degli Esteri russo a India Today: "La situazione attuale ha radice nella volontà di Usa e Occidente di governare il mondo”

Lavrov annuncia la "seconda fase" e dice: "Non useremo armi nucleari"
AP
Veicoli militari russi vicino Mariupol, Ucraina

Una lunga intervista esclusiva al ministro degli Esteri della Federazione Russa Segei Lavrov è andata in onda oggi sul canale all news India Today. La scelta di un network indiano probabilmente non è casuale: Nuova Delhi è legata e Mosca da diversi accordi commerciali e militari, e finora si è mantenuta neutrale nei confronti del conflitto in Ucraina.

"L'operazione nell'Ucraina orientale è finalizzata alla completa liberazione delle repubbliche di Donetsk e Lugansk. Questa operazione continuerà, sta iniziando la fase successiva di questa operazione speciale", ha annunciato Lavrov, assicurando poi che "la Russia non sta valutando la possibilità di utilizzare armi nucleari in Ucraina, stiamo parlando solo di armi convenzionali" e aggiungendo anche che non è un obiettivo "cambiare il regime in Ucraina. Ne abbiamo parlato molte volte, vogliamo che gli ucraini decidano da soli come vogliono vivere". 

Questi sono i passaggi dell'intervista messi in maggiore evidenza dai media europei, mentre quelli statunitensi per ora non la stanno riprendendo. India Today, dando conto dell'intervista sul proprio sito web, non cita invece nessuno di questi passaggi e titola così: “La guerra in Ucraina ha radice nella volontà di Usa e Occidente di governare il mondo”, riportando un'affermazione di Lavrov, che come sempre non ha pronunciato però la parola guerra parlando genericamente di “situazione attuale”

I paesi atlantici, secondo il ministro, "volevano mostrare al mondo che non ci sarebbe stata multipolarità, solo unipolarità, e hanno creato spinto (l'Ucraina) contro di noi ai nostri confini. Hanno pompato armi in Ucraina". Una volontà di dominio che il Cremlino fa risalire alla seconda guerra mondiale, quando le nazioni occidentali  "hanno violato le loro promesse alla leadership russa e hanno iniziato a spostare la Nato verso est dopo la scomparsa dell'Unione Sovietica. Hanno detto che è un'alleanza difensiva e non una minaccia alla sicurezza russa".

L'occidente, continua Lavrov, si sarebbe “approfittato di Zelensky contro la Russia. Hanno fatto di tutto per rafforzarlo nel suo desiderio di ignorare gli accordi di Minsk”, i protocolli con cui a settembre 2014 si tentò, senza grande successo, di concordare un cessate il fuoco tra Kiev, Mosca e le Repubbliche separatiste del Donbass. Rispetto all'avvio delle ostilità, il ministro ha accusato l'Ucraina di avere, in precedenza, “notevolmente aumentato i bombardamenti” sui territori delle due repubbliche separatiste del Donbass "in violazione di tutti i regimi di cessate il fuoco. Non avevamo altra scelta che riconoscerle, firmare un accordo di mutua assistenza in risposta alla loro richiesta e inviare le nostre forze militari come parte del un'operazione militare per proteggere le loro vite".  Ora con Zelensky, accusa il ministro, “non si può discutere seriamente”, perché "cambia continuamente punto di vista in direzioni diametralmente opposte".

Lavrov ha inoltre risposto sulle accuse di aver commesso crimini di guerra, ribadendo che l'esercito russo “colpisce solo obiettivi militari e non civili”, accusando quello ucraino di “usare i civili come scudi umani” e l'occidente di “prestare attenzione a falsità” su quanto avvenuto a Bucha: Mosca non ne sarebbe responsabile, e ha creato una “commissione speciale” per indagare “sulle atrocità commesse dai battaglioni neonazisti e dalle forze armate ucraine”