Un legame nato nel 2011

Marine Le Pen e i suoi rapporti finanziari con la Russia

L’anno della svolta è il 2014: a febbraio di quell’anno scoppia la prima crisi tra Russia e Ucraina, che porta all’annessione della Crimea e Marine Le Pen si schiera con Putin

Marine Le Pen e i suoi rapporti finanziari con la Russia
Ansa
Marine Le Pen con Valdimir Putin

Emmanuel Macron durante il dibattito televisivo del 20 aprile ha accusato la rivale Marine Le Pen- leader del Rassemblement Nationale, il partito della destra francese- di "dipendere dal potere russo". Attaccandola sui suoi rapporti con la Russia, le ha ricordato di essere stata "tra le prime parlamentari a riconoscere il risultato dell'annessione della Crimea dalla Russia. Così è stato, e lo dico con molta gravità, perché lei è dipendente dal potere russo e dal signor Putin qualche mese dopo aver contrattato un prestito nel 2015 presso una banca russa vicina al potere, poi avete rinegoziato questo prestito con altri attori coinvolti nella guerra in Siria". Quando parla con la Russia, ha proseguito Macron, "lei parla col suo banchiere" e non con dirigenti di un altro Paese. E ancora: "Forse è per questo che quando bisogna assumere scelte coraggiose né lei né i suoi rappresentanti sono presenti all'appuntamento". Quindi l'affondo: "Siete sempre stata ambigua su questo tema perché lei non è in una situazione da potenza a potenza, i suoi interessi sono legati a quelli della Russia".

All'attacco Marine Le Pen risponde così: “Se sono stata costretta ad andare a fare un prestito all'estero è perché nessuna banca francese ha accettato di concedermelo. Sono una donna assolutamente libera”.

Una vera costrizione? E quel legame con il sistema finanziario russo la rende veramente “una donna libera”?

Marine Le Pen AP Photo
Marine Le Pen

La storia dei rapporti Le Pen-Putin

Possiamo datare i primi rapporti tra i due a partire dal 2011 quando la neo leader di RN – Ressemblament National- in un’intervista al giornale economico russo, Kommersant, dichiara di voler sviluppare legami con Mosca, piuttosto che con Washington, in virtù di “interessi strategici e di civiltà comuni”. Nell’intervista si può cogliere la forte ammirazione nei confronti di Vladimir Putin. Nel 2013 la Le Pen organizza il suo primo viaggio all’estero proprio in Russia e in Crimea, dove ad accoglierla c’è Sergej Naryškin, allora presidente della Duma e oggi direttore del SVR, il servizio di intelligence internazionale russo.

L’anno della svolta nei rapporti è il 2014. A febbraio di quell’anno scoppia la prima crisi tra Russia e Ucraina, che porta all’annessione della Crimea. Aymeric Chauprade, consigliere internazionale della leader di RN viene invitato da una ONG pro-russa come osservatore esterno del referendum del 16 marzo, i cui risultati vengono definiti dalla leader del partito “incontestabili”. In questo periodo si intensifica anche il supporto del RN alla Russia nelle sedi istituzionali: secondo Nicolas Lebourg, storico francese specializzato in movimenti di estrema destra in Europa, gli eurodeputati dell’estrema destra francese, nel 2014, hanno votato per il 93% contro le risoluzioni che entravano in conflitto con gli interessi di Mosca.

Dopo il referendum plebiscitario che certifica l'annessione della Crimea alla Russia, Marine Le Pen si schiera con Mosca, il tutto rivelato dai messaggi hackerati da Anonymus. 

 

Banconote Pixabay
Banconote

I finanziamenti

Ma i rapporti si fanno stretti, finanziariamente stretti, con i prestiti ottenuti dalle banche di Mosca e Budapest.

Oltre 9 milioni di euro dalla Russia nel 2017 e 10,6 milioni dall’Ungheria, per finanziare la campagna presidenziale del 2022. A quali condizioni? A questa domanda la leader non ha mai risposto se non dire “io sono una donna libera. Le banche francesi mi hanno chiuso le porte”, cercando di ribaltare sul sistema finanziario del suo paese la decisione di rivolgersi all’estero. Ma perché scegliere Mosca e Budapest? 

Un’inchiesta dei giornalisti di Mediapart (rivista online indipendente di investigazione e opinione francese, creata nel 2008 da Edwy Plenel, ex redattore capo di Le Monde) rivela che il Front national, all'inizio, aveva chiesto alle banche russe prestiti per 40 milioni di euro, fino al 2017. 

A tessere la tela dei rapporti economici tra la destra sovranista francese e le banche controllate dal regime di Mosca sono stati alcuni intermediari, incaricati di tenere i contatti con Parigi e di avvicinare i big del regime di Mosca. Tra questi Konstantin Malofeev, un oligarca ultranazionalista il cui nome emerge anche nella rete intorno ai finanziamenti alla Lega di Matteo Salvini.

A erogare i 9  milioni di finanziamento russo è la First Czech Russian Bank (Fcrb), fondata nel 1996 con capitali di Praga e di Mosca, acquisita nel 2002 dalla StroyTransGaz (Stg), la società russa che costruisce i gasdotti per la Gazprom. 

La cosa interessante è che nel 2016 questa banca viene dichiarata insolvente dalla governatrice delle banca centrale russa Elvira Nabiullina (che oggi cerca di arginare in tutti i modi la “morsa” delle sanzioni internazionali sull’economia russa).

Una domanda: che fine ha fatto il prestito al partito della Le Pen? E’ stato restituito?

Nel 2017, dopo il primo incontro con la Le Pen  e in prossimità delle presidenziali francesi,  Vladimir Putin dichiara: “Noi non vogliamo in alcun modo influenzare gli avvenimenti in corso”.

Cinque anni dopo, altra elezione, altro prestito, altro ballottaggio. Questa volta dall’Ungheria di Orban amico storico di Putin.

Stessa trama, stessi silenzi di Marine Le Pen.