Oltre seimila persone hanno lasciato le proprie città nella giornata di venerdì. Lo ha fatto sapere la vice premier e ministra degli sfollati interni, Irina Vereshchuk. Di questi, oltre 1.400 si sono trasferiti dalle città meridionali di Berdiansk e Melitopol con mezzi propri. Quasi tremila sono riuscita a lasciare la martoriata Mariupol, passando per la stessa Berdiansk.
Nella città portuale sul Mar d'Azov era previsto un corridoio umanitario più esteso ma la Croce Rossa ha comunicato che la squadra inviata per facilitare l'evacuazione di migliaia di civili è stata costretta a tornare indietro perché le condizioni hanno reso "impossibile procedere" con le operazioni.
"La squadra, composta da tre veicoli e nove membri del personale, non ha raggiunto Mariupol né ha facilitato il passaggio sicuro dei civili", si legge in una nota. La Croce Rossa farà nelle prossime ore un nuovo tentativo di portare in salvo i civili. Lo riferisce il Comitato internazionale della Croce Rossa.
La Russia non sta mantenendo le promesse sul corridoio umanitario per Mariupol: ha denunciato da parte sua il governatore della regione di Donetsk, accusando Mosca di non consentire agli aiuti umanitari di entrare nella città assediata.
"Le consegne umanitarie, nonostante tutti gli accordi e le promesse della parte russa, non vengono effettuate", ha detto Pavlo Kyrylenko. “Il corridoio umanitario di fatto non è operativo”.